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48 milioni di italiani a casa per Natale e Capodanno

Secondo l’indagine di Federalberghi la crisi imperversa ancora. Gli italiani che restano a casa aumentano, quelli che vanno all’estero aumentano: espressione, probabilmente, di una forbice sociale sempre più ampia.
A cura di Redazione Viaggi
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Albero di Natale nel Vaticano (Foto Getty Images).
Albero di Natale nel Vaticano (Foto Getty Images).

48 milioni di italiani resteranno a casa, mentre 11,8 milioni andranno in vacanza, trascorrendo fuori casa al più cinque giorni. 30 milioni di concittadini, un italiano su due, dichiarano di non trascorrere le vacanze fuori casa per questioni strettamente economiche, mentre 18 milioni lo fanno per altri motivi. Secondo l'indagine statistica di Federalberghi le ferie interessano l'1,6% in meno rispetto all'anno scorso, il quale, a sua volta, aveva fatto registrare un -3% rispetto all'anno precedente. La crisi – a dispetto di quanto si diceva allora – non era ad una svolta positiva.

Si va meno in vacanza, ma il giro d'affari sale, se è vero che si porta al +12% (equivalenti a +7,8 miliari di euro) rispetto allo stesso periodo del 2013. Gli italiani che resteranno in Italia saranno di meno, mentre aumenteranno quelli che invece andranno all'estero. A Natale resterà nel paese l'88% contro il 91% del 2013, il 12% andrà all'estero contro il 9% dell'anno scorso. Mete preferite di chi scegli di varcare i confini del Belpaese saranno le grandi capitali europee e le località sul Mar Rosso. A Capodanno la tendenza a sostituire viaggi in Italia con quelli all'estero si accentua: tra chi parte resterà nel paese il 69% contro il 76% del 2013, il 31% si dirigerà verso altre mete contro il 24% del 2013. A ridurre il giro d'affari nella voce della spesa di chi resta in Italia gioca anche l' "alloggio amico": il 41% sarà ospite di parenti e amici, il 28% andrà in albergo, il 10% in una seconda casa, il 7,2% in un rifugio alpino e il 4,5% in un Bed&Breakfast. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, interpreta i dati con una nota di preoccupazione:

Mentre la domanda interna langue, ci vediamo negare anche gli strumenti necessari per intercettare la clientela internazionale. I costi di gestione, il peso della burocrazia e la pressione fiscale salgono. A pochi mesi dall'Expo, le delegazioni estere dell'Enit sono state decapitate, la riforma dell'istituto langue, i provvedimenti attuativi del decreto turismo non sono stati ancora emanati e la legge di stabilità ha di fatto ignorato il settore. E' ora di capire se questo paese vuole investire seriamente sul turismo o se invece è un tema buono solo per le chiacchiere da salotto

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