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Gavettoni a Capodanno: le bizzarre celebrazioni in Birmania

In Birbania l’anno nuovo inizia la seconda settimana di aprile. Una ricorrenza sacra in cui oltre ad andare al monastero a pregare si lanciano secchiate d’acqua.
A cura di Stefania Lombardi
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Fuochi d'artificio, baldoria, grandi cene, concerti, musica e brindisi senza fine: questo è il classico Capodanno che tutti noi conosciamo. Ma c'è un luogo nel mondo dove la fine dell'anno non si festeggia così. Gavettoni d'acqua e secchiate manco fosse ferragosto: questo è il Capodanno birmano, il Thingyan che si celebra a Myanmar. La “festa dell’acqia”, cade nella seconda settimana di aprile e celebra il capodanno buddista. Dal 12 al 16 aprile, infatti, per festeggiare la festa più attesa dell'anno, i birmani si getteranno acqua addosso con qualsiasi mezzo: pistole ad acqua, bottigliette, secchi, gavettoni e addirittura idranti. In alcune città vengono eretti del palchi dai quali la gente passante viene letteralmente presa a secchiate d'acqua. Più che un Capodanno sembra di stare nel bel mezzo di una festa di Carnevale, dove sfilano le auto e i pick up carichi di giovani che vengono innaffiati dai palchi allestiti lungo la strada. Accanto a questo aspetto simpatico e bizzarro c'è chi nel frattempo recita preghiere nel tentativo di allontanare la sfortuna e gli aspetti negativi dell'anno appena concluso, per iniziare nel migliore dei modi quello nuovo.

Una festa al confine tra sacro e profano, poiché anche il lanciarsi l'acqua che può apparire un gesto scherzoso in  realtà ha in se un significato spirituale. E' un rituale di purificazione e segno di benedizione. Ma non solo, c’è anche chi acquista pesci per rilasciarli in fiumi o laghi durante l'ultimo giorno del festival, che è il primo giorno del nuovo anno. Sempre il quarto giorno, i monaci buddisti,  che durante i gavettoni rimangono nei loro monasteri inaccessibili, tengono le loro celebrazioni per il nuovo anno, che spesso coincidono con l’ordinazione a monaci dei novizi. In questa giornata, come la tradizione vuole, si fa visita agli anziani portando loro tazze di acqua e shampoo per lavare i capelli. Questa usanza proviene da molto lontano, infatti, il popolo birmano crede che durante i giorni della festa il re degli spiriti, Thagyamin, visiti la terra per aggiornare il registro sul quale annota le azioni buone e cattive commesse dagli uomini e la sua partenza segna l’inizio del nuovo anno. Per celebrare questo i giovani lavano i capelli ai parenti più anziani, si eseguono lavacri cerimoniali delle statue del Buddha e i monaci ricevono in elemosina cibi particolarmente appetitosi e per strada ci si prende a gavettoni.

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Nonostante il biglietto per entrare alla “festa dell’acqia”, costi una decina di dollari, una spesa considerevole considerando lo stipendio mensile di un birmano, questo evento il più affollato dei dodici festival tradizionali del calendario birmano. La stessa festa è celebrata anche nei vicini Laos e Cambogia, oltre che in Thailandia e tra i Dai, minoranza etnica che vive nella provincia del Xishuangbanna, nella regione cinese dello Yunnan.

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