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Hostess contro la Kidman, ambasciatrice ONU e testimonial per gli sceicchi

Critiche piovono su Nicole Kidman, testimonial della compagnia aerea degli Emirati Arabi Uniti. Per il sindacato delle hostess, la sua partecipazione allo spot Etihad è in contraddizione con il suo impegno di ambasciatrice ONU.
A cura di Angela Patrono
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Nicole Kidman.
Nicole Kidman.

Nicole Kidman nell'occhio del ciclone. A prendere di mira la popolare attrice è l'unione delle hostess. Il motivo? La sua apparizione nello spot pubblicitario di Etihad Airlines, compagnia aerea di bandiera degli Emirati Arabi Uniti, criticata per le sue discriminazioni di genere. L’Association of Professional Flight Attendants (Apfa), sindacato che rappresenta circa 25 mila assistenti di volo, ha scritto una lettera aperta all'attrice contestando la sua partecipazione come testimonial nel nuovo spot della Etihad. Nel documento si legge:

Gli Emirati Arabi Uniti e le loro compagnie sono ben note nel nostro settore per le loro pratiche di lavoro discriminatorie e il comportamento deplorevole nei confronti delle dipendenti donne. Perciò l’Apfa deve rispettosamente chiederle – come eminente rappresentante delle donne nel mondo – di non prestare la sua voce, la sua immagine e il suo buon nome a Etihad Airways, la seconda più grande compagnia degli Emirati arabi.

Secondo l'associazione delle hostess, il ruolo di testimonial ONU dell'attrice sarebbe in contrasto con il trattamento riservato alle donne da parte di Etihad. La diva australiana è infatti ambasciatrice di buona volontà per UN Woman, ed è nota per il suo impegno umanitario in favore del genere femminile. L'attrice si è più volte battuta per difendere la donna da soprusi e violenze, contrastando ogni forma di stereotipo e discriminazione. Per questo motivo Laura R. Glading, presidente del sindacato, punta l'indice contro le politiche discriminatorie della compagnia aerea, sostenendo che la Kidman mancherebbe di coerenza e credibilità.

Lo scorso mese, l’8 marzo, Festa internazionale della donna, lei ha detto: “Immagino un mondo dove tutte le donne e le ragazze abbiano uguali opportunità e diritti”. Poco dopo, quella stessa settimana, l’abbiamo vista iniziare ad apparire nella nuova campagna per Etihad, una compagnia che, ha scritto il Wall Street Journal, “può licenziare le donne se restano incinte” e che forza le assistenti di volo a vivere in “isolamento”. Queste sono condizioni che, già decenni fa, negli Stati Uniti, l’Afa ha combattuto per sradicare. Etihad invece è una compagnia retrograda che cerca di far tornare il nostro settore nell’età più buia.

La compagnia di Abu Dhabi, tuttavia, rifiuta di essere bollata come retrograda e oscurantista. Alle accuse di discriminazione Etihad risponde con una secca smentita. In un comunicato, l'azienda ha affermato che le assistenti di volo incinte non vengono licenziate, ma trasferite a terra e compensate. In più, le hostess con un anno di servizio hanno diritto all'aspettativa. L'unico divieto è quello di volare "per evidenti motivi di sicurezza dettati dalla General Civil Aviation Authority", spiega un portavoce. Gli aspiranti assistenti di volo non si preparano certamente a un lavoro facile, anzi, devono spesso sottostare ai criteri di selezione più strani. Tuttavia, la differenza tra Etihad e una qualsiasi altra compagnia sarebbe solamente nelle norme più restrittive in materia di maternità. Per dovere di cronaca, non dimentichiamo che Etihad è gestita da occidentali e ha recentemente acquistato una quota di Alitalia. In ogni caso il polverone scatenato dallo spot di Nicole Kidman è destinato ad alimentare interminabili polemiche sulla tutela del lavoro femminile. Un polverone alimentato anche dal silenzio dell'attrice, che finora non ha rilasciato dichiarazioni.

[Foto di Wikipedia]

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