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Il dilemma di Tamarindo in Costa Rica: spazio ai surfisti o ai coccodrilli?

Se dopo avervi bendato vi portassero nel centro di Tamarindo e lì vi liberassero gli occhi, avreste difficoltà a realizzare dove vi troviate. California, Hawaii? Siete in realtà sulla costa settentrionale della Costa Rica, dove il turismo ha forgiato sapientemente il “corpo” di questa località, rinunciando però a un po’ della sua genuina “anima” costaricense.
A cura di Raffaele Basile
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Surfers sulle spiagge di Tamarindo, Costa Rica (@Fanpage.it/Raffaele Basile).
Surfers sulle spiagge di Tamarindo, Costa Rica (@Fanpage.it/Raffaele Basile).

“ Per i costaricensi Tamarindo è Tama-gringo. ”
René Lacoste è stato un grande tennista francese degli anni ’30 del secolo scorso. Uno che non mollava mai la presa, proprio come un coccodrillo. Al termine della sua carriera agonistica, Lacoste s’inventò stilista e da allora le sue magliette con il logo di un coccodrillo a fauci spalancate sono divenute un simbolo della moda sportiva più raffinata. È verosimile che il povero surfista canadese che lo scorso mese di marzo è stato tirato via dalla sua tavola da un non meglio identificato alligatore a Tamarindo, sulla costa pacifica della Costa Rica, avesse programmato al massimo qualche incontro ravvicinato con le magliette Lacoste di qualche elegante tienda della località costiera costaricense. Invece, si è ritrovato con un morso al piede sinistro e una bella cicatrice a ricordo della non preventivata avventura.

La soluzione contro i coccodrilli? Il buon senso (@Fanpage.it/Raffaele Basile).
La soluzione contro i coccodrilli? Il buon senso (@Fanpage.it/Raffaele Basile).

Dopo l’attacco, l’associazione di sviluppo della Costa Rica e quella degli albergatori ticos si sono formalmente rivolte al Ministero dell’Ambiente per suggerire la cosa da fare a loro avviso più sensata, ovvero “trasferire i coccodrilli da qualche altra parte”. La presenza dei coccodrilli in una delle spiagge più rinomate del piccolo stato Centro-Americano iniziava ad apparire un po’ “sconveniente”. Poco importa se l’insediamento di qualche sparuto gruppo di alligatori lungo i due estuari dei fiumi Matapalo e S.Francisco risale a ben prima dell’avvento di surfisti e “commendatori” yankee. La legge costaricense prevede sì la delocalizzazione dei coccodrilli, ma solo in caso di sovrappopolazione. Esiliare gli alligatori per la tutela dei supremi valori del turismo sarebbe cosa del tutto singolare.

Tamarindo e il turismo
Come arrivare
Cosa fare

(@Fanpage.it/Raffaele Basile)
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Tamarindo e il turismo

I costaricensi più avveduti, fedeli alla filosofia della “pura vida" – una sorta di ottimismo fatalista e positivizzante – hanno intravisto una soluzione di compromesso: i surfisti potrebbero tenersi alla larga dalle zone fluviali prospicienti l’oceano negli orari a rischio coccodrilli. Questi ultimi, infatti, si avventurano verso il mare di rado, in genere il mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando ci sono più pesci nella zona.  È solo di una delle tante contraddizioni di Tamarindo, una cittadina che è una sorta di implicito gemellaggio tra la regione costaricense del Guanacaste, in cui è ubicata, e la California o le Hawaii, alle quali è accomunata da qualcosa in più delle pur ragguardevoli imponenti onde oceaniche del Pacifico.

Tamarindo per i costaricensi è “Tamagringo”, una località le cui bellezze sono in gran par a uso e consumo degli stranieri (gringos in spagnolo, soprattutto se ci si riferisce agli statunitensi). Essa vive divisa tra una natura ancora in buona parte selvaggia che la circonda e l’avanzata del turismo che le sta lentamente cambiando i connotati.

(@Fanpage.it/Raffaele Basile)
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A ben vedere, Tamarindo e i suoi dintorni sono un discreto compromesso per chi desideri una transizione verso forme di turismo più responsabili ma non se la senta ancora di rinunciare al turismo più comodo e omologato. Giungla tropicale e ben assortita giungla occidentale di cemento hanno celebrato da queste parti un matrimonio d’amore e allo stesso tempo d’interesse, che sembra tutto sommato dotato di un suo equilibrio.

Come arrivare a Tamarindo

L’aeroporto internazionale di Liberia (raggiungibile con volo dagli Usa in meno di tre ore) è a un’ora d’auto e la cittadina è anch’essa dotata di uno scalo aeroportuale per velivoli di dimensioni ridotte: una località facilmente accessibile per il turismo internazionale, quindi.

Cosa fare tra spiagge, negozi, giungle e vulcani

Le spiagge di Tamarindo. La località possiede spiagge lunghissime e con una sabbia fine e compatta, circondate da mangrovie, palme e, naturalmente, alberi di tamarindo. Lungo la Playa Tamarindo, la Playa Langosta e la Playa Grande (dove le tartarughe depositano stagionalmente le loro uova) si può praticare surf o semplicemente godersi la brezza. Poco distante, vi sono poi spiagge semideserte con scenari tropicali magnifici,  che sono godibili anche a livello balneare classico: Playa Avellanas, Playa Mina, Playa de Los Piratas.

Il centro si presenta come un’arteria principale elegante su cui si innestano stradine sconnesse. Negozi di lusso si alternano a negozietti, dove si noleggiano surf di ogni tipo, condomini ultra-confortevoli s’intravedono nel verde intenso della collina, resort e alberghi raffinati convivono a fianco di ostelli spesso originali e ben tenuti, vicino a supermercati per una clientela diversificata. Siffatta scenografia delinea bene i frequentatori, che sono giovani provenienti da tutto il mondo alla ricerca di un clima festaiolo e vagamente dissipato, ma anche turisti medio-borghesi canadesi ed europei e ricconi yankee alla ricerca di un luogo climaticamente e paesaggisticamente molto gradevole. La natura meno contaminata dal consumismo, con le sue giungle, vulcani, cascate, tartarughe marine e iguane è raggiungibile da Tamarindo agevolmente senza grandi spostamenti, il che la rende attraente anche per i “viaggiatori” meno convenzionali, che la utilizzano come comodissima base per le mille escursioni tra le bellezze circostanti.

(@Fanpage.it/Raffaele Basile)
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Alla fine, Tamarindo riesce ad accontentare tutti. Per entusiasmarsi con le bellezze più autentiche della Costa Rica occorre però lasciarsi alle spalle di qualche chilometro la segnaletica di bienvenidos della cittadina, dietro la quale fanno capolino le alte onde disseminate di surf.

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