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La Grande Muraglia non si trova solo in Cina

Si chiama forte Kumbhalgarh, ed è uno dei Patrimoni dell’Umanità Unesco in India. Un’antica cittadella fortificata racchiusa da una lunga muraglia che, chissà perché, è poco conosciuta nel mondo.
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Kumbahlgarh, la grande muraglia indiana

In Oriente esiste un'antica fortificazione di imponente bellezza, che attraversa per numerosi chilometri l'enorme stato che la ospita, e che è uno dei più grandi Patrimoni dell'Umanità Unesco del suo paese. Stiamo parlando naturalmente della Grande Muraglia… Indiana. Ebbene sì, amanti del viaggio esotico, non sono stati solo i cinesi a erigere una massiccia opera difensiva che è sopravvissuta nel corso dei secoli per risplendere oggi ai nostri occhi. Anche in India, nel grande stato del Rajasthan, esiste un'antica cittadella fortificata protetta da una lunga muraglia difensiva: questa prende il nome di forte Kumbhalgarh.

Grande Muraglia Indiana è il soprannome affettuoso con cui è conosciuta Kumbhalgarh in India (e nel mondo, per quei pochi che la conoscono). Il paragone con la Grande Muraglia Cinese è inevitabile, anche se un po' ingiusto nei confronti dell'opera più famosa. La fortificazione indiana infatti impallidisce rispetto alla sua sorella maggiore: scorre infatti per 36 km, un'inezia se si considera che in Cina la muraglia è lunga ben 8.850 km. Anche in termini di età il paragone è nettamente differente: la muraglia cinese risale al 250 a.C., quella indiana risale invece a cavallo del XV e XVI secolo.

Forte Kumbahlgarh dall'alto

[Foto di Benjamin Vander Steen]

Ciò nonostante, anche Kumbhalgarh si può fregiare del titolo di Patrimonio dell'Umanità Unesco. Fa parte infatti del sito collettivo delle Fortezze collinari del Rajasthan: un vasto esempio di come l'architettura Rajput si adattava perfettamente al terreno circostante per realizzare le sue opere difensive. Uno dei massimi esempi (anche se non incluso tra i Patrimoni) è il colossale forte di Mehrangarh a Jodhpur, la città blu. Ed è proprio interessante il fatto che mentre quest'ultimo sia tra le attrazioni turistiche più popolari del Rajasthan, Kumbhalgarh è invece praticamente sconosciuto.

Eppure è la, sotto gli occhi di tutti. E anche se non può rivaleggiare con l'opera cinese, si tratta comunque della seconda muraglia più lunga del mondo. Un posto di tutto rispetto sul podio, valorizzato ancora più dal fatto che in termini estetici e architettonici la muraglia indiana è ancora più impressionante. Questa infatti racchiude un'intera cittadella alla quale si ha accesso tramite sette imponenti varchi. All'interno delle mura trovano posto 360 templi indiani, di cui 300 giainisti e il rimanente induisti. Il fiore all'occhiello è il palazzo reale sulla cima della collina, conosciuto col nome di Badal Mahal, o palazzo sulle nuvole.

Grande Muraglia Indiana

[Foto di travelwayoflife]

Sebbene più corta, la muraglia indiana non è meno larga della sua controparte cinese: in certi tratti le mura sono spesse fino a quasi 5 metri. Alcuni storici raccontano che ci sarebbe stato spazio per andarvi sopra su 8 cavalli. Anche il paesaggio in cui è immersa la fortificazione è decisamente spettacolare. Kumbhalgarh è circondata da tredici picchi della catena montuosa degli Aravalli. Dalla cima della sua collina, a un'altezza di 1.100 metri, si possono vedere in lontananza a nord le dune dell'arido deserto del Thar.

Come tutti i luoghi antichi e di una certa rilevanza, anche Kumbhalgarh nasconde una leggenda legata alla sua costruzione. Il forte fu voluto nel 1443 da Rana Kumbha, il sovrano dell'antico regno del Mewar, che tentò più volte di erigerlo senza successo. Quando chiese consiglio al suo precettore spirituale, questi gli disse che ci sarebbe voluto un sacrificio umano volontario per eliminare qualsiasi causa dell'impedimento. Ovviamente fu dura trovare nel regno qualcuno che si offrisse volontario. Fino a quando un giorno si presentò un pellegrino a offrire la propria vita. Altre versioni della leggenda sostengono un soldato, qualcuno sospetta fosse il precettore stesso. Sta di fatto che al volontario venne tagliata la testa: questa rotolò fino al punto in cui si decise di iniziare i lavori di costruzione. Oggi in quel punto vi è la porta di ingresso di Hanuman Pol, e vi si trovano un tempio e un santuario che onorano il grande sacrificio.

Kumbahlgarh al tramonto

[Foto di Ramnath Bhat]

La costruzione del forte originario impiegò un secolo, ed è rimasto inalterato fino al XIX secolo, quando venne ingrandito ulteriormente. Per lungo tempo la muraglia ha separato i due regni di Mewar e Marwar, prima che questi diventassero prima principati britannici e poi regioni del Rajasthan. Durante i suoi 500 anni di storia la cittadella ha più volte ospitato i governanti del Mewar in caso di pericolo. E ha sempre fatto il suo dovere, dimostrandosi un posto sicuro e inattaccabile. Solo una volta il forte è caduto a causa di un attacco combinato delle forze dell'imperatore Moghul Akbar e vari altri Raja, ma sembra che il motivo fosse per l'esaurimento delle risorse d'acqua.

Ancora oggi, la regione dei monti Aravalli è scarsamente popolata ed è forse questo il principale motivo per cui questa meraviglia dell'umanità è poco conosciuta. Resta quindi tutt'ora un'attrazione per quei turisti avventurosi che cercano di uscire fuori dai soliti percorsi. E devono essere proprio avventurosi: ai visitatori viene infatti sconsigliato di esplorare le zone meno battute, perché potrebbero esserci ancora meccanismi di difesa e trappole antiche che non sono state disattivate. Viaggiatore avvisato…

[In apertura: foto di Benjamin Vander Steen]

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