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La vita undeground del centro di Londra: Soho

Un tempo capitale del sesso nel Regno Unito, oggi un movimentatissimo centro di cultura popolare. Il quartiere londinese ha visto nascere il British Rock e ne è stato un vitale punto di riferimento: oggi viene ricordato tra negozi di dischi in vinile e pub storici che tengono costantemente performance di musica live.
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Se mai Londra avesse avuto un quartiere a luci rosse quello sarebbe stato Soho. E in effetti una volta lo era. Anzi, era la capitale dell'industria del sesso nel Regno Unito. Un passato ormai scomparso ma che si può ancora intravedere nelle luci al neon e in qualche sexy shop. Oggi Soho racchiude le strade dove si muove la Londra più metropolitana, quella underground, tra la comunità gay e gli artisti della musica trasgressiva. Che però negli anni duemila di "sotterraneo" non ha più niente. Quello che una volta era proibito e trasgressivo, oggi si fa alla luce del sole. La musica rock ha sdoganato la controcultura negli anni Sessanta, e oggi Soho è un'icona dei tempi d'oro della Londra che fu e che vuole essere ancora oggi. Senza rinunciare alla moda e al commercio.

Soho, Carnaby Street

Foto di Garry Knight

L'area di Soho è generalmente considerata quella racchiusa da Piccadilly Circus, Shaftesbury Avenue e Cambridge Circus a sud, Charing Cross Road a est, Oxford Street a nord, e Regent Street a ovest. Oxford Street è la principale via per lo shopping, ma si trova per la maggior parte nel quartiere modaiolo di Mayfair-Marylebone. Rispetto a quest'ultimo, Soho è considerata un po' come la sorella povera. Se guardiamo alla sua cultura e alla sua storia, capiremo che non c'è niente di più sbagliato. Nel XVII secolo era un'area per il pascolo, ma dopo appena un secolo divenne già la riserva privata di caccia della Corte Reale di Enrico VIII. Nonostante il suo status regale e lo sviluppo che ne derivò, Soho non aveva una reputazione così elevata, e anzi divenne il centro d'immigrazione degli ugonotti. Tanto che l'area venne chiamata il quartiere francese.

Le prostitute arrivarono a Soho nel XVIII secolo. Tra il 1778 e il 1801 la Manor House, oggi un edificio storico, era sede di un ben noto bordello chiamato The White House. Charles Dickens stesso descriveva il quartiere come la capitale del vizio. Alla fine del XIX secolo nascevano le music hall, dove si tenevano licenziosi spettacoli di varietà. Agli inizi del XX secolo un cambio di reputazione avvenne quando artisti e scrittori cominciarono a trasferirsi nel quartiere conferendogli una certa vitalità bohemienne. Un noto residente fu Karl Marx, e si pensa che abbia abbozzato gran parte del suo Manifesto comunista al pub The Red Lion (14 Kingly Street). L'industria del sesso non smetteva però di crescere, e quando una legge del 1959 vietò la prostituzione, questa cominciò a essere gestita dalla criminalità locale: il quartiere divenne il covo di molte bande, che operavano anche grazie a molti poliziotti corrotti.

Sexy Shop a Soho

Foto di kostantin

Negli anni '50 però Soho divenne il centro delle nuove correnti musicali. A emergere per prime furono le culture jazz e beatnik, ben rappresentate da quello che ancora oggi è un locale famosissimo, il Ronnie Scotts (47 Frith Street). Negli anni '60 arrivò il rock. I Rolling Stones si esibirono qui nella loro assoluta prima performace live, al leggendario Marquee Club di Wardour Street, e furono subito seguiti da altre band del calibro di Led Zeppelin, Jethro Tull, Pink Floyd, SexPistols, The Who e tutti gli altri rappresentanti della Swinging London. L'eredità musicale è tutt'oggi visibile nei numerosi negozi di chitarre che popolano Denmark Street, un tempo casa di molti musicisti e protagonista di performance live (qui Elton John compose la sua famosa "Your Song"). Berwick Street era sede di numerose etichette discografiche indipendenti, oggi tutte chiuse a causa dell'avvento del digital download: i nostalgici possono avventurarsi tra i suoi numerosi negozi di dischi in vinile, mentre mangiano della frutta acquistata al mercato che si tiene qui dal lunedì al sabato.

Dagli anni '80 cominciò la nuova vita di Soho. Carnaby Street, che negli anni Sessanta era stata un centro di riferimento per la moda hippy e mod, divenne una strada di boutique di alta moda, anche se tendenzialmente un po' kitsch. Oggi viene comunque considerata un'alternativa più gustosa rispetto alle etichette costose di Regent Street, e un luogo più tranquillo dove fermarsi anche a mangiare un boccone. Soho è diventata anche il centro dell'industria dei media britannica: molte agenzie pubblicitarie, produzioni televisive e case cinematografiche hanno trovato la loro sede nella Soho Square. La piazza è anche il centro di un parco e giardino risalenti al XVII secolo, che in estate diventa molto movimentato soprattutto per la ricca offerta di concerti all'aperto.

Negozio di chitarre a Denmark Street

Foto di Freebird

La nightlife di Soho è quantomai viva e articolata. Old Compton Street è conosciuto come il Gay Village, dove si raduna la comunità LGBT di Londra. Il Soho Pride si tiene una volta all'anno, in estate, per un week end durante il quale le sue vie vengono chiuse al traffico. L'Admiral Duncan (54 Old Compton Street) è il punto di riferimento tra i bar gay: è diventato tristemente famoso nel 1999 per un attacco bombarolo compiuto da un neo-nazi, che uccise tre persone e ne ferì 70. In risposta, il bar riaprì con un nuovo design, che sostituì i vecchi colori neutri con il rosa e il viola. Inoltre espose una bandiera arcobaleno in sfida alle restrittive leggi del Westminster City Council, che impedivano questo genere di manifestazioni per motivi irrazionali. Il divieto fu poi abolito per le accuse di omofobia, ma il locale non ha mai smesso in nessun momento di far sventolare la sua bandiera.

Altri locali gay di Soho sono il Comptons of Soho (51-53 Old Compton Street), il Freedom Bar (60-66 Wardour Street), il Barcode (3-4 Archer Street), il G-A-Y (30 Old Compton Street), il Candy Bar (4 Carlisle Street). La vita notturna non si limita però ai club sono a tematica omosessuale. L'elenco di pub e night sarebbe lunghissimo, quindi ve ne riportiamo solo alcuni. Oltre al già citato Ronnie Scotts per la musica jazz e blues vi segnaliamo il Ain't Nothin' But… (20 Kingly Street) e il Jazz after Dark (9 Greek Street). Tra i pub vi è il leggendario The French House (49 Dean Street), noto perché era il luogo dove si nascondeva la resistenza francese durante la Seconda Guerra Mondiale; e il Garlic and Shots (14 Frith Street) specializzato in shot infusi con l'aglio e il chili. Se vi piace cantare dirigetevi al Lucky Voice Soho Private Karaoke (52 Poland Street). Vi sono anche alcuni teatri. Il Dominion Theatre (268-269 Tottenham Court Road) ospita da più di dieci anni il musical blockbuster We Will Rock You. Il London Palladium (8 Argyll Street) e il Prince Edward Theatre (28 Old Compton St) hanno invece un ricambio di spettacoli più frequente.

Soho Square Cottage

Foto di Garry Knight

Soho è estremamente facile da raggiungere in metropolitana. I quattro angoli che ne delimitano i confini sono serviti ognuno da una stazione della Underground londinese: Tottenham Court Road a nord-est (Central e Northern lines), Oxford Circus a nord-ovest (Bakerloo, Central e Victoria lines), Leicester Square a sud-est (Northern e Piccadilly lines), Piccadilly Circus a sud-ovest (Bakerloo e Piccadily lines). A 15 minuti vi è la stazione ferroviaria di Charing Cross, che oltre a essere servita dai treni, è attraversata dalla metro su due fermate: Charing Cross (Bakerloo e Northern lines) e Embankment (Bakerloo, Circle, District e Northern Lines). Una volta arrivati a Soho non dovrete fare altro che perdervi tra le sue vie per osservarne tutti gli angoli di storia. Un modo molto pittoresco di muovervi, se vi va, è il taxi-risciò, che si vede spesso girare tra le vie di un quartiere che sarà un continuo punto di riferimento sulla vostra guida di Londra.

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