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Le confidenze del pilota: i cellulari sono veramente un pericolo in aereo?

E soprattutto: tirato lo sciacquone, dove vanno a finire i rifiuti? Queste ed altre “rivelazioni” del pilota autore di “Cockpit confidetial”.
A cura di Danilo Massa
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Ci siamo, l'aereo sta per partire, le hostess si posizionano al centro del corridoio e spiegano cosa fare nel caso in cui non ci sia più nulla da fare. Però, prima di qualsiasi altra cosa, mi raccomando: spegnete i cellulari, i tablet, i laptop e qualsiasi altra cosa vi connetta al mondo esterno. Purché si parta, d'accordo… ma perché? A spiegarlo è il pilota Patrick Smith nel libro "Cockpit confidetial" ("Confidenze dalla cabina di pilotaggio"). Le confidenze di Smith spaziano dal cellulare, allo scarico del bagno, passando per tutte quelle preoccupazioni che riguardano la sicurezza in aereo. Tra tutte le curiosità passate in rassegna nel libro del pilota, quella riguardante gli apparecchi elettrici personali è particolarmente significativa, perché "esistono poche regole – ammette Smith – capaci di confondere di più il passeggero di quella riguardante l'utilizzo del telefonino".

Secondo i passeggeri il motivo principale per cui va spento e riposto il fedele gingillo elettrico è la possibile interazione con l'apparecchiatura di comando dell'aereo, ma non esiste nessuna prova provata – ricorda il pilota – che un cellulare abbia mai deciso il destino di un volo. Tuttavia, ricorda Smith, "non si sa mai". Tuttavia, l'origine della regola "anti-cellulare" è un altra: in caso di rallentamento improvviso del velivolo, gli apparecchi portatili possono diventare veri e propri proiettili, per cui – così come si impone ai bagagli a mano – anche i telefonini vanno posati (e spenti per resistere alla tentazione di rispondere a qualche telefonata).

Altra curiosità "svelata" dall'autore del libro e che certamente ha agitato i nostri voli negli intermezzi tra una turbolenza e l'altra è: "ma dove va a finire lo scarico del bagno?". Domanda legittima, perché se un treno scarica durante il viaggio nelle stazioni intermedie, altrettanto non può fare un aereo (a meno che non voglia trasformarsi in un bombardiere). Negli anni '80, lo scarico liberava un liquido blu che spingeva i rifiuti in un serbatoio di stoccaggio. Tuttavia il liquido aggiungeva peso all'aereo aumentandone i consumi di carburante e per di più se c'era una perdita potevano cadere blocchi ghiacciati sulle città ("uh, grandina", avrà detto qualcuno). Oggi, dunque, il sistema è diverso e più elementare: tirato lo scarico, i rifiuti vengono raccolti in un serbatoio vuoto che, una volta atterrato l'aereo, viene aspirato dall'equipaggio stesso.

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