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10 motivi per visitare Copenaghen quest’estate

Cosa vedere a Copenaghen in una calda giornata estiva? La scelta delle cose da fare è vasta tra passeggiate nel parco, gite sui canali, ricognizioni negli street food market, e scatti fotografici dai suoi punti panoramici.
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Canali di Copenaghen

Lo scorso week end sono stato a Copenaghen e sono stato benedetto da una fortuna incredibile: due giorni di sole spettacolare e caldo intenso che mi hanno permesso di godere della capitale danese al meglio. Non solo a me, ma a tutti i turisti che hanno avuto la brillante idea di visitare la città in quel particolare fine settimana (di cui una nutrita schiera di italiani). Il colpo di fortuna è stato ancora più apprezzato sapendo che Copenaghen veniva da una settimana di frequenti neviate, e si apprestava a entrare in un'altra settimana di pioggia. Ma per quei due particolari giorni, le temperature che hanno toccato i 25° hanno reso la città più bella che mai, tra turisti dediti all'esplorazione, e residenti che non hanno aspettato a dismettere gli indumenti per una tintarella. Un vero e proprio assaggio di estate. E allora ho pensato: se questo è solo l'inizio, quanto deve essere bella Copenaghen durante la bella stagione? E quindi, basandomi sulla mia breve esperienza, ho provato a buttare giù una serie di motivi per cui ognuno di voi dovrebbe prenotare un volo per la Danimarca e visitare Copenaghen in estate.

1. Perché estate a Copenaghen significa un giorno intero al parco

Il parco di Langelinie
Il parco di Langelinie

A primo impatto non sembra, ma Copenaghen è ricca di spazi verdi per il pubblico. E sono tanto grandi e visibili, quanto nascosti e discreti. Ad esempio, non mancherete sicuramente di visitate il Kongens Have, i giardini botanici del Castello di Rosenborg. Si tratta del parco più vecchio e frequentato di Copenaghen, sede dell'omonimo castello, del Giardino delle Rose, e della statua di Hans Christian Andersen. Ma, in un altro lato della città, potreste perdervi quella perla silenziosa che è il Bibliotekshaven, il giardino della vecchia Biblioteca Reale.

2. Perché la natura vi coglie di sorpresa

Parco di Kastellet
Parco di Kastellet

D'altro canto certi parchi vanno esplorati per coglierne appieno l'essenza. È il caso del Kastellet il parco che ha sede su quello che un tempo era il territorio della cittadella fortificata. Qui vi perderete tra stradine sterrate, mulini a vento, fiumi contornati da una vegetazione lussureggiante e rigogliosa. E vi dimenticherete di essere in pieno centro cittadino.

3. Perché a Copenaghen si respira il mare

Porto Nuovo di Copenaghen
Porto Nuovo di Copenaghen

Non dimentichiamoci che Copenaghen è un importante porto di mare, e in una giornata ricca di sole l'atmosfera marinaresca si percepisce particolarmente nell'aria. Emblematica è l'immagine del Nyhavn, con le sue casette colorate e i velieri ammarati. Nonostante il nome significhi letteralmente "porto nuovo" è in realtà la parte storica della città, risalente al XVII secolo. È anche la più turistica, con i classici ristoranti e caffè all'aperto che danno direttamente sul canale. L'aria portuale si respira particolarmente sulla passeggiata del Langelinie, dove tra l'altro si può osservare la statua della Sirenetta.

4. Perché la bicicletta non è un mezzo, ma uno stile di vita

Biciclette di Copenaghen
Biciclette di Copenaghen

A Copenaghen le biciclette non si contano, e il numero impressionante di due ruote fa della capitale danese una delle città più bike-friendly del mondo. Motivo per cui se volete viverla come la vivono i locali il modo migliore è adeguarsi e affittare una bici. Esplorare Copenaghen in bicicletta è il modo migliore per apprezzarne il suo spirito libero e immediato. Ed è anche molto facile, dato che le piste ciclabili sono praticamente dappertutto. Per questo motivo, quando attraversate una strada a piedi, occorre che stiate doppamenti attenti: alle auto e ai ciclisti.

5. Perché lo street food è più buono se gustato a maniche corte

Street food di Copenaghen
Street food di Copenaghen

In un paese dove non sembra dominare una forte identità culinaria, la risposta come sempre è una sola: i mercati internazionali di street food. A Copenaghen è facile reperire cibo da tutti i paesi e due mercati in particolar modo vanno segnalati. Quello all'aperto del Kødbyen, che sorge sulla sede di un vecchio macello della carne. E quello al chiuso, di costruzione più recente, dell'isola di Papirøen. In entrambi i casi si tratta di posti vivaci, affollati e caotici, dove poter trovare specialità etniche di ogni tipo. Ma non mancano anche rappresentanti della cucina danese, come il mitico Smørrebrød, pane di segale imburrato ricoperto di pesce e vegetali.

6. Perché la vita sui canali procede a ritmo tranquillo

Lago artificiale di Copenaghen
Lago artificiale di Copenaghen

L'acqua di mare si insinua tra le anse e scorre all'interno della città sotto forma di canali navigabili. Il luogo perfetto per una passeggiata o una birra tra amici al tramonto. Copenaghen è una città molto giovane, ma persone di ogni età sembrano apprezzare la gioia di passare del tempo in prossimità delle acque, se non addirittura navigandoci sopra. Uno dei luoghi di ritrovo più popolari, specialmente al tramonto, è la zona del Søerne, i tre laghi artificiali situati proprio nel centro cittadino.

7. Perché Copenaghen col sole è incredibilmente fotogenica

Frederiks Kirke
Frederiks Kirke

Tra monumenti storici e nuovi edifici che riflettono moderni stili di design scandinavo, Copenaghen ha in sé una bellezza intrinseca che risalta ancora di più in una giornata luminosa. Da cosa partire? Dalle lastre di vetro scuro del Diamante Nero, sede della biblioteca nuova? O dallo splendido roccocò danese del settecentesco Amalienborg, il palazzo reale? Certo è che gli appassionati di archiettura a Copenaghen avranno pane per i loro denti.

8. Perché anche le chiese danesi non sono male

Chiesa del Nostro Redentore
Chiesa del Nostro Redentore

Non solo passeggiate all'aperto: Copenaghen è un florilegio di edifici monumentali da esplorare al loro interno. Tra questi non possono mancare le chiese. La scelta sicuramente non manca. Ma a volerne selezionare un paio bisogna per forza di cose nominare la Frederiks Kirke, con la sua pianta circolare e la cupola visibile in lontananza; e la Chiesa del Nostro Redentore, con l'impressionante grand'organo barocco sorretto dai due elefanti bianchi.

9. Perché qui si vive la favola di Andersen

Chiesa di St. Alban
Chiesa di St. Alban

E a proposito di chiese: lo scorcio della Chiesa anglicana di St. Alban nel parco della cittadella vi ricorderà gli scenari fiabeschi che nell'immaginario collettivo occidentale sono associati alle favole europee. D'altronde a Copenaghen è vissuto il grande favolista danese Hans Christian Andersen. Cercate la sua statua nel parco del Kongens Have, e quella della Sirenetta sulla marina di Langelinie. Ma non lasciatevi ingannare dalle versioni edulcorate e a tinte rose delle favole che sono giunte ai nostri giorni. Le storie originali di Andersen sono sono intrise di dolore e sofferenza, e hanno spesso un finale drammatico.

10. Perché Copenaghen dall'alto è ancora più bella

Copenaghen dall'alto della Torre
Copenaghen dall'alto della Torre

Esplorata la città danese in lungo e in largo, non possiamo che concludere abbracciandone uno sguardo d'insieme dai suoi punti panoramici. E possiamo farlo da più di una piattaforma di osservazione. Io ve ne consiglio due. La prima è il Tårnet, la torre del palazzo di Christianborg, che ha il non trascurabile pregio di essere a ingresso gratuito. La seconda è il campanile della Chiesa del Nostro Redentore. Quest'ultima, con costo di ingresso di 45 corone danesi, è per gli avventurosi con le gambe forti e i nervi saldi. Per arrivare sulla cima del campanile occorre salire 400 scalini: ma gli ultimi 150 fanno parte di una scala a spirale che si attociglia all'esterno della guglia arrivando fin sopra la sua punta. La vista panoramica in una giornata chiara si estende fino alla Svezia sulla città di Malmö. Ma guardare in basso vi farà letteralmente balzare il cuore in gola.

[Tutte le foto sono di Giuseppe A. D'angelo]

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