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Muoversi in Kenya: dai matatu alla rete ferroviaria

La rete di trasporti del Kenya è abbastanza sviluppata sia sui tragitti brevi che sulle tratte lunghe. Da non perdere i caratteristici mezzi di trasporto locali che costano pochi scellini.
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kenya matatu

Chi organizza le vacanze in Kenya in maniera itinerante, chi si stabilisce all'interno di un villaggio turistico: in ogni caso se volete girare non potete farlo a piedi. Le distanze sono enormi, e anche muoversi dal proprio resort fino al centro turistico richiede un mezzo di trasporto (a meno che non vi piacciano le lunghe passeggiate). Dividiamo la nostra guida sui trasporti in Kenya in due sezioni, gli spostamenti a lungo raggio e le tratte brevi. Per tutto il resto vi consigliamo di consultare la nostra GUIDA DEL KENYA.

Trasporti a lungo raggio

Aerei: come abbiamo visto ci sono due grandi aeroporti internazionali (vedi l'articolo sui voli per il Kenya): Nairobi e Mombasa. In tutto il paese ci sono 225 aeroporti, ma solo 15 di questi hanno le piste asfaltate: la maggior parte si trovano all'interno delle riserve e dei parchi e servono da collegamento con i lodge e i campi tendati. I voli vengono comunque operati da compagnie nazionali come Fly540 o AirKenya.

Treni: la rete ferroviaria si sviluppa per 2.778 km ed è il prosieguo della rete dell'Uganda. Si sviluppa principalmente sulla tratta Nairobi-Mombasa ma serve anche altre città come Kisumu in periodi in cui il traffico è maggiore.

Navi: Mombasa è l'unico porto che presenta standard internazionali, dai quali si operano collegamenti con altre città della costa orientale africana come Mogadiscio in Somalia. Anche il porto di Lamu sta cercando di svilupparsi, ma per ora l'unico mezzo per raggiungere l'arcipelago via mare è il sambuco (dhow): un'imbarcazione locale adatta agli amanti dell'avventura con forte spirito di adattamento, dove non ci sono comodità e servizi igienici, si dorme in sacco a pelo e si mangia il pescato: e non è neanche economico.

Strade: ci sono 63.265 km di strade interurbane, di cui solo 8.933 km asfaltate e tenute in pessime condizioni. A questi bisogna aggiungere gli oltre 100.000 km di strade urbane e rurali. Nonostante il dissesto, non è consigliato muoversi in 4×4: consumano troppo. Meglio un'auto alta e con un paio di ruote di Nairobi: meglio allora una patente internazionale. Noleggiare un auto non costa molto, ma bisogna versare anche una cauzione assicurativa.

Trasporti locali

Matatu: sono minibus da 14 posti che collegano le varie città con tratte e fermate ben definite (ma si fermano per prendere i passeggeri lungo il percorso). C'è ovviamente una stazione centrale nelle città capolinea dove si possono prendere. Costano davvero pochi scellini, ma sono sempre affollati e poco affidabili, dato che tendono sempre a rompersi e a partire a spinta. Molto caratteristici.

Tuk tuk: è l'Ape Calessino della Piaggio, tanto diffusa anche nei paesi asiatici come mezzo di trasporto locale, che può portare in giro 3-4 persone per brevi tratte e pochi scellini. Qualche temerario lo usa anche per tratte più lunghe come quelle dei matatu e, soldi alla mano, un autista di Tuk tuk non si rifiuterà mai di portarvi: ma la vostra schiena e il sedere risentiranno parecchio del viaggio.

Bajaj: sono moto prodotte da una compagnia indiana che, oltre a essere un'alternativa ai Tuk tuk (ma con lo stesso prezzo possono portare una sola persona) sono l'ideale per tragitti su strade dissestate e in mezzo alla vegetazione, come quelle che portano alle spiagge. Sono ovviamente poco sicuri, dal momento che non avrete un casco: chiedete al pilota di guidare piano.

Taxi: il mezzo perfetto per effettuare escursioni e raggiungere punti di interesse. Il tassista vi accompagna, vi aspetta anche una giornata intera e vi riporta indietro: ma si fa pagare. Cifre ridicole, naturalmente, se paragonate alle nostre. In ogni caso il prezzo va contrattato all'inizio, come di consueto, e si è in più persone ovviamente si risparmia.

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