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World Naked Bike Ride: a Londra si pedala nudi per l’ambiente

Sabato 13 giugno 2015 la capitale inglese si è vista invasa da migliaia di ciclisti nudi: è la World Naked Bike Ride, un messaggio mondiale di protesta contro i consumi del petrolio. Il nostro corrispondente da Londra vi ha partecipato: ecco quali sono state le sue impressioni.
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Cosa c'è di meglio che andare in bici per le strade di una grande metropoli in una bella giornata di sole? Andare in bici tutti nudi per le strade di una grande metropoli. Se però la metropoli in questione è Londra, difficilmente si avrà la giornata di sole. Ciò però non ha impedito lo svolgersi dell'annuale World Naked Bike Ride. Ogni anno, e da più di dieci anni ormai, in numerose città del mondo migliaia di persone si riversano sulle strade nudi, come mamma li ha fatti. E cominciano a pedalare.

[Foto @Fanpage.it/Giuseppe A. D'Angelo]
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Io c'ero, il 13 giugno 2015, nella capitale del Regno Unito. Ero tra la folla di ciclonudisti. E l'energia che si sprigiona in questi momenti è indescrivibile. Da una parte c'è il senso di comunità e aggregazione che risuona in occasioni di eventi di questa portata, capaci di radunare migliaia di persone con una passione comune. Come una partita di calcio, un concerto o semplicemente una festa in discoteca. Quello che accomuna tutti quelli che partecipano all'evento è una sola cosa: la voglia di divertirsi.

Dall'altro l'ideale. Che non è il nudismo, attenzione. O forse per qualcuno lo è, ma non nel senso di ostentazione delle proprie pubenda. Alla base di un evento che è di portata mondiale, come il nome stesso sottolinea in maniera evidente, c'è un messaggio chiaro, semplice e diretto: bisogna andare in bici. O sui pattini, o sullo skateboard, o su qualsiasi mezzo di trasporto che sia green. La World Naked Bike Ride è infatti una massiccia manifestazione di protesta contro la nostra dipendenza dal petrolio, e tutti i danni che questo comporta: crisi dei consumi, guerre di conquista, inquinamento, distruzione ambientale e chi più ne ha più ne metta.

[Foto @Fanpage.it/Giuseppe A. D'Angelo]
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Ma perché tutti nudi? Chiaramente la provocazione serve per attirare l'attenzione, anche se con il rischio di far perdere il messaggio nella folla di terga esposte al vento. Ed è anche vero che molti di quelli che partecipano ignorano totalmente il messaggio: di slogan anti petrolio ne ho visti pochi in giro. Alla fine ognuno partecipa con il suo ideale. Chi per la protesta, chi per la follia, chi per divertirsi e fare casino.

Poi naturalmente ci sono anche i nudisti veri e propri. Quelli che generalmente sono costretti a volare verso qualche isola del Mediterraneo e trovare delle spiagge isolate per godere della libertà di girare senza veli. E non gli sembra vero di poter invece farlo nel pieno centro di una capitale mondiale, sotto lo sguardo di milioni di persone per lo più divertite, piuttosto che disgustate. Perché il naturismo di un singolo storce il naso ai benpensanti, ma se è rafforzato dal numero allora hanno la meglio quelli che – giustamente a mio parere – ritengono che nel corpo umano non ci sia nulla di osceno. E allora alle occhiatacce di sdegno si sostituiscono i risolini divertiti. Vox populi.

[Foto @Fanpage.it/Giuseppe A. D'Angelo]
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Va sottolineato comunque che nei paesi dove si svolge la World Naked Bike Ride, tra cui il Regno Unito, il nudismo non è illegale. Ciò non vuol dire però che la gente si sente in diritto di girare liberamente senza veli, proprio perché nella società odierna il sentimento comune è che meno si mette in mostra dei propri genitali, meglio è. Contrariamente all'evento, il cui slogan è invece "as bare as you dare", ovvero più nudi possibili. Non tutti infatti sono scoperti fino al midollo: molti nascondono strategicamente le loro parti sensibili, chi con i classici indumenti intimi, chi con nastro adesivo, parrucche o quant'altro la fantasia gli suggerisce. La strategia più comune è il body painting.

Quello che ho potuto notare, è stata la demografia dell'evento. Come sempre, gli uomini sono più propensi a spogliarsi interamente rispetto alle donne. Che non mancavano, ma per lo più si limitavano al topless (anche per motivi igienici in rispetto ai loro genitali, notoriamente più esposti a infezioni). Ma quello che mi ha colpito è l'età di entrambi i sessi: la maggior parte dei partecipanti che si esponevano completamente superava i 50, a volte anche i 60 anni. A dispetto dei giovani che invece erano per lo più in calzoncini. Questo va decisamente contro lo stereotipo comune del vecchio bigotto contro il giovane sfacciato. Almeno in un paese come l'Inghilterra, chi ha decenni di esperienza sulle spalle e ha visto ben altro per scandalizzarsi, lo dimostra.

[Foto @Fanpage.it/Giuseppe A. D'Angelo]
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Anche il nudismo, comunque, nasconde un significato: col passare degli anni la World Naked Bike Ride ha spostato anche l'attenzione sul tema dei rischi che i ciclisti corrono continuamente in città che non sono bike-friendly. La mancanza di spazi adeguati costringe chi pedala a svicolare tra le automobili, con conseguente rischio di incidenti e aumento delle vittime stradali. Insomma, il messaggio è sempre quello: meno motori e più piste ciclabili. Londra è tra le città più trafficate al mondo, ma sta facendo passi avanti da questo punto di vista. Da anni è in uso il bike-sharing voluto dal sindaco Boris Johnson. E al momento in cui scrivo le strade dell'Embankment, la zona nord del Tamigi, sono un cantiere a cielo aperto per la realizzazione di una mega pista ciclabile.

Poi, ok, ci sono anche quelli che partecipano per motivazioni più recondite e meno illuminanti. Come il ciclista che a Canterbury si era eccitato un po' troppo, tanto che il suo corpo lo ha tradito manifestando un'evidente erezione. Come vedete, ce n'è per tutti i gusti.

[Foto @Fanpage.it/Giuseppe A. D'Angelo]
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E io? Qual era la mia motivazione? Sappiate solo che mi sono divertito da matti. E questo è quanto.

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