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Santuario di Mongiovino, dove l’arte parla il linguaggio del sacro

Il Santuario della Madonna di Mongiovino è un meraviglioso gioiello situato a Tavernelle, frazione di Panicale (PG). Sorto nel XVI secolo, è legato alla venerazione di un’immagine ritenuta miracolosa. I suoi splendidi affreschi del tardo Cinquecento sono tra le più notevoli testimonianze del manierismo in Umbria.
A cura di Angela Patrono
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Cappella della Madonna - Foto Wikimedia Commons
Cappella della Madonna – Foto Wikimedia Commons

Il Santuario della Madonna di Mongiovino è uno splendido esempio di architettura religiosa in Umbria. Si trova a Tavernelle, frazione di Panicale (PG). L'edificio sorge ai piedi del Castello di Mongiovino, passato alla storia per la battaglia nel 1556 tra l’esercito pontificio e quello del Granducato di Toscana. Progettato dall'architetto Rocco da Vicenza, venne edificato a partire dal 1524, in seguito all'approvazione da parte di Leone X degli eventi miracolosi scaturiti da un'immagine devozionale. La leggenda narra infatti che in un anno imprecisato tra XV e XVI secolo la Vergine sia apparsa a una pastorella di nome Andreana. La giovane udì una voce provenire da una nicchia posta ad un trivio di strade nei pressi di una fonte: era la Madonna che chiedeva maggiore venerazione per l'edicola sacra. Inizialmente Andreana non venne creduta, ma la gente iniziò a gridare al miracolo quando, su richiesta della Vergine, la ragazza trasportò sul capo una brocca piena d'acqua rovesciata senza che cadesse una sola goccia. Si pensa che già nel 1513 costruzione di un luogo per proteggere l'edicola miracolosa. Oggi il Santuario custodisce la prodigiosa effigie della Madonna, dipinta da un ignoto pittore umbro del XIV secolo. Fin dai secoli XVI-XVII il santuario è oggetto di intensi flussi di pellegrinaggio provenienti da tutto il territorio: a testimonianza vi sono i numerosi ex voto che attorniano l'immagine.

Santuario della Madonna di Mongiovino - Foto Wikimedia Commons
Santuario della Madonna di Mongiovino – Foto Wikimedia Commons

La chiesa, con pianta quadrata a croce greca, presenta un esterno decorato per ogni facciata da quattro pilastri. La cupola ottagonale è sorretta da quattro pilastri quadrati e da volte. Tra gli scalpellini che lavorarono nel cantiere spiccano i nomi di Bernardino da Siena e Lorenzo da Carrara. L'impianto architettonico è in stile bramantesco, ma non risulta alcuna prova di attribuzione del progetto all'artista urbinate. All'interno vi sono quattro cappelle: della Resurrezione, dell'Ascensione, della Madonna, della Madonna del Rosario. In esse si riscontra la più importante decorazione ad affresco del secondo Cinquecento, per mano di pittori provenienti in gran parte dalla Toscana, dalle Marche e dai Paesi bassi. In particolare ad Arrigo Fiammingo si devono l’altare della Deposizione e dell'Ascensione di Cristo; fu il Pomarancio, nel 1569, a realizzare l'altare della Resurrezione di Cristo, dove trionfa la figura del Cristo Risorto con ai lati una schiera di angeli adoranti e cherubini; nella Cappella della Madonna del Rosario si trova invece una pala ottocentesca; la Cappella della Madonna, con storie della Vergine e della nascita del santuario, vide impegnarsi per vent'anni (dal 1567 al 1589) Giovanni Wraghe di Anversa e Niccolò Circignani. Al centro della cappella, in un monumentale altare simile a un tempietto, è incastonato l’affresco trecentesco della Madonna col Bambino.

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