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5 studi che spiegano perché il mare ci rende felici

A più riprese la scienza ha dimostrato che il mare ci dà un reale sollievo psicologico. Insomma, la gioia che sentiamo quando stiamo per immergerci non è soltanto una questione personale.
A cura di Redazione Viaggi
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Ai più la vista infonde tranquillità, mentre immergervisi sembra stimolare il gioco ed assecondare un senso di protezione. Sono queste le sensazioni che spesso cerca chi va in vacanza al mare e che, secondo alcuni ricercatori, hanno un chiaro fondamento scientifico. A parlarne in maniera estesa è stato Wallace J. Nichols, autore di un libro che riassume le ricerche scientifiche che negli anni avrebbero dimostrato i benefici psicologici del mare. Il libro si intitola "Blue Mind: the surprising science that shows how being near, in , on, or under water can make you happier, healthier, more connected, and better at what you do” (“Mente Blu: la scienza sorprendente che mostra come stare vicino, sopra, dentro o sotto l’acqua possa renderti più felice, più sano, più connesso e migliore in ciò che fai”) ed è stato pubblicato nell'estate del 2014. Sono almeno cinque i gruppi di studio che dimostrano che la vista, la prossimità e l'immersione in mare ci danno piacere.

1. Siamo in "acqua" dal primo momento. Il fatto che noi si sia animali terrestri non cancella in alcun modo la provenienza che, secondo la teoria evoluzionistica, vedeva i nostri antenati nuotare in acqua. Lo sviluppo successivo ci ha portato ad arrivare sulla terra e ad evolverci in quanto mammiferi di terra, ma parte di questo processo evoluzionistico è visibile nei feti che, "nelle prime fasi di sviluppo – scrive l'autore -, hanno ancora strutture simili a fessure branchiali". Del resto il 75% del nostro organismo è composto da acqua e la "familiarità" di questo liquido viene riconosciuta dal cervello nel momento in cui ci troviamo di fronte al mare e ne sentiamo il rumore. Insomma, il piacere di tornare a casa.

2. La natura, in generale, è casa. "Ma com'è bella la città", cantava ironicamente Giorgio Gaber nel Sessantanove, facendo poi riferimento a tutti gli elementi caotici delle aree urbanizzate (strade, palazzi, automobili). Per quanto si possa essere entusiasti sostenitori della città e dei suoi stimoli, in realtà, secondo gli studi citati in "Blue Mind" è sufficiente guardare un qualsiasi paesaggio naturale per calmare un individuo a livello subconscio. A rivelarlo sono state risonanze magnetiche che hanno osservato che le zone attivate dal cervello alla visione di paesaggi urbani sono quelle connesse allo stress, viceversa se ci si trova di fronte alla bellezza della natura. E tra tutti gli spettacoli offerti da Madre Natura, quello marittimo sembra rilassare maggiormente.

https://www.youtube.com/watch?v=U7Om6RjmRnQ

3. La tecnologia dice che è meglio la natura. Mappiness è un'applicazione che traccia una mappa della felicità, geolocalizzando lo stato emotivo dei propri utenti. Uno studio del 2011 basato sui dati forniti da Mappiness ha messo in evidenza che gli utenti sono più felici quando sono all'aria aperta, e ancora di più (+5,2%) quando erano presso dell'acqua, che fosse oceano, mare o piscina.

4. L'acqua è il caricabatterie cerebrale. Environmental Psychology pubblicò nel 1995 i test effettuati su due gruppi di studenti: il primo studiava in stanze affacciate su paesaggi cittadini, il secondo su paesaggi naturali. Il secondo gurppo mostrava un maggior rendimento.

5. Il blu è il colore preferito. Una ricerca del 2003 condotta su 232 persone provenienti da diverse aree del pianeta ha messo in evidenza che il blu è il colore preferito della maggior parte del campione in esame. In effetti, osserva Wallace J. Nichols, è abbastanza naturale che sia quello il colore preferito dalla maggioranza degli esseri umani, dato che – tra mare e cielo – il blu, e tutte le sue sfumature, è di gran lunga il colore prevalente.

[Foto di Davide Cassanello]

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