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Birra con polvere di Luna: luppolo e meteoriti per un sapore spaziale

Nella “Celest jewel ale” c’è il lievito, il malto, il luppolo e un po’ di Luna, generosamente fornita dalla ILC Dover, azienda che produce le tute spaziali per la NASA.
A cura di Danilo Massa
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L'ebrezza di trovarsi nello Spazio si sente prima in bocca, poi nel gargarozzo e infine in testa. Non c'è bisogno di indossare una tuta, né di attendere il countdown da Huston. Basta andare nel Delaware, negli Usa, e – precisamente – a Rehobot Beach, nel pub dalla distilleria produttrice: Dogfish Head. Qui assumete l'aspetto vissuto di chi ha visto le stelle e ordinate senza esitazione una "Celest jewel ale", la birra fatta con polvere lunare. No, non si tratta solo di uno slogan, ma di una birra vera con meteoriti tritati veri, presi (veramente) dalla Luna. A fornirli alla Dogfish Head Brewery è stata l'azienda che costruisce tute spaziali per la NASA, la ILC Dover.

I meteoriti in questione sono composti soprattutto da minerali e sali che aiutano il processo di fermentazione del lievito, eseguito – secondo quando dichiarato dalla distilleria – con la tecnica tradizionale tedesca. La birra vi verrà fornita avvolta in un koozie, un involucro fornito sempre dalla ILC Dover che serve a tenere fredda l'amata bevanda e che è composto dello stesso materiale usato per le tute degli astronauti. Il tasso alcolico della birra è solo del 5%, ma se volete vedere le stelle ordinate qualche altra pinta. Poi, uscendo claudicanti dal pub, potrete eroicamente osservare: "un piccolo sorso per l'uomo, un grande sorso per l'umanità".

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