Cosa cambierà nella Cuba post-embargo per il turista
Per decenni Cuba è stato l'avamposto comunista in Occidente in un mondo che si spaccava in due metà. Oggi, che quel quadro geopolitico sembra riproporsi in una rinnovata Guerra Fredda ricca di nuovi attori e programmi economici, Cuba sembra non essere più il paese "pericoloso" da punire, ma quello con cui fraternizzare e da convertire. Washington e l'Avana si avviano verso rapporti diplomatici "cordiali" dopo che la presidenza a stelle e strisce, dando seguito ad intenzioni esplicitate tempo fa, sta progressivamente revocando l'embargo contro il paese di Fidel Castro e Che Guevara.
Qualcosa sta cambiando, dunque, e il turista, che a Cuba andava con un'attesa precisa, quasi ordinata, ora non sa più cosa aspettarsi e in che termini il cambiamento determinerà il paesaggio e la vita dell'isola caraibica. L'apprensione per quello che potrebbe diventare Cuba da qui a qualche anno ha portato ad una vera e propria corsa all'isola caraibica prima che il turista di massa e il capitalismo possano stravolgerla. Reazione eccessiva, ma poiché la Storia si è sempre rivelata più fantasiosa dei preveggenti, non ci arrischiamo a dire cosa cambierà a Cuba. Ci limitiamo semplicemente a dire cosa potrebbe cambiare per il turista.
Moneta e carte di credito
Servizi: hotel e trasporti
Paesaggi
Sicurezza
Moneta e carte di credito
1. Doppia moneta. Ad oggi continuano a coesistere due monete: CUC e CUP, ossia, rispettivamente, pesos cubani convertibili e non. I CUC sono ad uso quasi esclusivo del turista, che – a meno che non debba comprare la verdura al mercato – troverà conveniente pagare tutto con il peso convertibile. I cambi sono stabiliti in maniera fissa e in dieci anni hanno permesso al paese caraibico di accumulare un po' di moneta forte dai turisti. Da tempo si ipotizza di tornare ad una sola moneta a causa del progressivo avvicinamento delle due valute. Parole che nel 2014 sarebbero dovute diventare realtà, finendo poi nel calderone delle intenzioni. E' possibile che la distensione con gli States complichi ulteriormente la compresenza delle due valute. Se la moneta proveniente dagli emigrati cubani dovesse effettivamente causare un improvviso processo inflattivo del CUP, la doppia moneta potrebbe entrare in crisi, fino a renderle quasi "equivalenti". A quel punto nessuno scambierebbe un dollaro per un CUP/CUC e il mercato potrebbe distruggere la finzione economica cubana (a meno che non cambino radicalmente i suoi fondamentali economici). Ma è un'eventualità che parte dall'ipotesi di un'inflazione fuori controllo e di un governo preso in contropiede.
2. Vita più costosa. Senza embargo arrivano più turisti e, soprattutto, arrivano le rimesse degli emigrati cubani, ossia i soldi di chi, trasferitosi negli Stati Uniti, invia i propri risparmi alla famiglia d'origine. Come spiegato a Linkiesta da Antonella Mori, professoressa di Economia presso l'Università Bocconi, al momento gli emigrati hanno un limite trasferimento di 500 dollari ogni tre mesi che sarà elevato, secondo le intenzioni di Obama, a 2.000. Una grande massa di denaro potrebbe spostarsi da un paese all'altro senza un corrispettivo aumento della produzione, il che implicherà un generale aumento dei prezzi e una conseguente destabilizzazione dell'economia cubana. Questa inflazione interesserà il turista marginalmente, sia perché dovrebbe agire sui beni di consumo quotidiano, sia perché quel denaro dovrebbe poi diventare produttivo e normalizzare l'inflazione. Tuttavia la probabile apertura al mercato, l'arrivo di nuovi investitori attratti dalle bellezze dell'isola e dai facili guadagni potrebbe rendere la parte turistica dell'isola molto più costosa.
3. Carte di credito e dollari. Il dollaro è sovratassato rispetto all'euro, ma un domani potrebbe non esserlo più (anche se al momento comunque converrebbe portare con sé la "nostra" moneta). Oggi problemi non secondari riguardano anche le carte di credito. Leggiamo da Viaggiare Sicuri, il servizio di informazioni del Ministero degli Esteri, che:
Non vengono accettati “Travellers’ Cheques”, né Carte di Credito di circuiti statunitensi (American Express, Diners Club) e le carte del circuito MAESTRO. La Carta VISA e la Poste Pay sono generalmente accettate per prelevare contante e per effettuare pagamenti (in tale ultimo caso, il loro uso è limitato ai soli hotel e negozi statali, dove peraltro spesso il POS non risulta funzionante), mentre la Master Card non risulta sempre operativa.
La distensione tra Usa e Cuba potrebbe aprire i POS dell'Avana alle carte statunitensi.
Servizi: hotel e trasporti
4. Viaggi più facili. Oggi è possibile arrivare all'Avana da Roma Fiumicino. E' la soluzione più veloce e comoda, ma non sempre la più economica. Caduta la barriera dell'embargo, i flussi turistici dagli Stati Uniti aumenteranno (già sono cresciuti) e dall'Italia converrà fare scalo in un hub statunitense e prendere poi il volo per la capitale cubana.
5. Crociere. La crociera non è soltanto un mezzo per giungere in un luogo, ma una tipologia di vacanza ed è per questo motivo che merita un'attenzione a parte rispetto al punto precedente. Dagli Usa si poteva arrivare a Cuba solo per motivi di lavoro, pertanto la crociera con scalo sull'isola caraibica non era proprio contemplata. Insomma, la crociera passava per Cuba, ma non vi si fermava. Oggi non è più così, ed un segno del cambiamento lo riscontriamo in MSC Crociere, le cui navi, proprio dal 2015, fanno scalo a Cuba.
6. Più alberghi. La domanda turistica sta aumentando esponenzialmente e continuerà a crescere. E' facile prevedere che con l'apertura di Cuba ai mercati stranieri, specie a quelli statunitensi, l'isola sarà "invasa" da grandi catene alberghiere, che tenderanno anche a differenziare l'una struttura dall'altra con una gara al lusso e alla personalizzazione dell'offerta. Una prospettiva che riserva tanti vantaggi quante preoccupazioni.
7. Infrastrutture migliori. La rete stradale è pessima e chi ha avuto la sventura di avventurarvisi di solito ricorda l'esperienza come una delle più terrorizzanti della propria vita. Meglio il treno, dunque? Le strade ferrate sono poche, i treni sono spesso in ritardo ed i servizi lasciano semplicemente a desiderare. La crescita della massa turistica potrebbe però incentivare il governo a migliorare le proprie vie di trasporto. Sarà decisiva la presenza del governo nella progettazione di una "nuova Cuba", poiché c'è il rischio che, per massimizzare i guadagni nel tempo più breve possibile, i finanziamenti nascano e muoiano a L'Avana, abbandonando il resto dell'isola.
Paesaggi
8. Rischio ecologico. I governanti dovranno dimostrare di sapere resistere alle tentazioni del dollaro. E' alto il rischio che le coste cubane si trasformino in una sbrilluccicante alternanza di piscine, discoteche e cemento. La brutalizzazione della bellezza è un'esperienza anche molto italiana…
9. McDonaldizzazione. Negli anni dell'embargo gran parte dei turisti era canadese ed europea. Ora che il governo Obama ha ampliato la rosa delle motivazioni accettabili per un viaggio a Cuba, gli "yankee" sono in costante aumento. Il mercato risponderà alla domanda di divertimenti, alloggi e ristorazione di un pubblico che fino ad oggi era numericamente marginale. Chi ha visitato il Museo del Comunismo di Praga ricorda bene e con stupore che a fianco all'ingresso, McDonalds mostra con baldanza i suoi menu e tavoli. Qualcuno potrà forse immaginare il Che che sponsorizza un panino, ma bisogna sempre ricordare che qui – a differenza dell'Est europeo dopo la caduta del Muro – la transizione ad un'(eventuale) economia sociale di mercato è graduale, per cui sarà cura dei governanti preservare l'impianto ideologico della rivoluzione castrista.
Sicurezza
10. Aumento della criminalità. La micro-criminalità è un fenomeno marginale a Cuba, ma l'ipotesi che possa crescere è suggerita dalla stessa Farnesina, secondo cui:
Nell’eventualità di un’accelerazione del processo di transizione politica dovuto al ristabilimento delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, [la criminalità, Ndr] potrebbe assumere anche connotazioni traumatiche, la situazione potrebbe di colpo mutare radicalmente, dando sfogo a tensioni sociali.