Cyber-dirottamenti, un rischio reale su cui intervenire al più presto
"Il cyber-terrorismo potrebbe rimpiazzare il dirottatore e l'attentatore e diventare l'arma preferita per gli attacchi contro l'aviazione". A dirlo è stata compagnia di assicurazione Allianz in una dichiarazione pubblicata giovedì 4 dicembre. Ora sono l'International Air Transport Association (IATA) e l'International Civil Aviation Organisation (ICAO) ad affrontare concretamente il pericolo paventato non solo dall'agenzia assicurativa, ma anche da esperti che nei mesi scorsi hanno ipotizzato un atto di cyber-terrorismo nel caso dell'aereo della Malaysia Airlines scomparso a marzo di quest'anno. Le due agenzie hanno firmato un accordo per la cyber sicurezza finalizzato ad affrontare il problema degli hacker prima che possa diventare un campo di battaglia per il terrorismo. Raymond Benjamin, segretario generale dell'ICAO, ha spiegato che "il nostro comune obiettivo nello sviluppo di questo accordo è quello di lavorare insieme in maniera più incisiva per creare e promuovere una solida cultura della sicurezza informatica e una strategia che avvantaggi tutti gli attori del nostro settore". "Più le tecnologie si evolvono e diventano accessibili a tutti – conclude Benjamin – più le minacce informatiche non possono essere ignorate".
A sostenere la pista del terrorismo informatico nel caso della tragedia della Malaysia Airlines fu, su tutti, Sally Leivesley, ex funzionaria dell'equivalente ministero degli interni britannico che disse che l'incidente "potrebbe essere stato il primo caso di cyber-dirottamento al mondo". Secondo queste teoria, un passeggero, fornito anche solo di smartphone, potrebbe essersi introdotto nel sistema di sicurezza attraverso le tecnologie di intrattenimento. Attraverso l'ingegneria inversa potrebbe essere riuscito ad interpretare il codice ed intervenire direttamente sulle coordinate del volo, dall'altitudine alla direzione. Un'eventualità che, al di là della tragedia, sottolineerebbe già un ritardo di intervento.