I diari del monopattino, giorno 10: lo spettacolo del Conor Pass
Oggi l'obiettivo del mio giro dell'Irlanda in monopattino ha l'unico obiettivo di raggiungere la penisola di Dingle e salire sul Conor Pass, considerato il passo montano più alto dell'intera isola e una delle strade più spettacolari al mondo. Sono sempre stato attirato dalle vette, se da bambino mi arrampicavo su ogni albero e sognavo l'Everest, oggi dopo aver percorso la strada più alta del Giappone in bici, voglio salire su questa in monopattino! Non è solo per la discesa o per la vista che mi aspettano, è la lezione che ti trasmette, l'idea di sudare e faticare se vuoi ottenere qualcosa. Così esco dalla tenda motivato, ma prima giro con il monopattino per i bambini che ci sono nel campeggio, è sempre così ogni volta che mi fermo in un campeggio attrezzato per i bambini, mi circondano e sono incuriositi dalla footbike e io mi atteggio a messia. Stamattina si mettono in fila ed uno alla volta si fanno un giro sul monopattino, certo potrebbero danneggiarlo, ma chi se ne frega, il bello di fare un viaggio con un mezzo unico è poterlo condividere con gli altri, vedere le facce felici e stupite dei bambini!
Poi è ora di partire, lascio il campeggio verso le 9 e mezza e imbocco la strada per la penisola di Dingle, che è molto diversa dal resto d'Irlanda, montuosa e di un verde più chiaro, in più oggi c'è un sole fortissimo, premesse che mi fanno procedere spedito verso il Conor Pass. Quando sono ormai all'inizio della salita mi fermo e inizio a mangiare e bere, faccio il pieno di energie prima di affrontarla! Si parte, è davvero molto ripida, ma mai come oggi mi fermo lungo il percorso per scattare foto, non ho fretta, così procedo molto lentamente. Più salgo, e più il paesaggio si fa selvaggio, a tratti lunare, il sole permette all'occhio di perdersi nei panorami che offre l'altitudine. Continua la salita e il panorama si fa imponente, la montagna mi è di fronte e prende la forma di un arco, quasi a sembrare un onda pronta ad abbattersi. La strada si fa molto stretta, difatto si crea una fila di auto che si bloccano a vicenda con quelle che vengono in senso contrario, per una volta sono io a sorpassarle. Percorro gli ultimi 500 metri della salita spingendo più che posso, gli automobilisti vedendomi salire il monte su uno strano mezzo reagiscono e magicamente parte il tifo stile giro d'Italia! Non posso che ridere tanto da coprire l'affanno mentre percorro gli ultimi metri in un tifo scatenato, e all'improvviso sono su, mi fermo e mi godo il momento, mi trovo di fronte una vista impagabile, sono quei momenti in cui ti manca il respiro, quasi come se per un bizzarro contrasto la vita cominciasse quando smetti di respirare. Quando sei completamente appagato da ciò che ti circonda tanto da restare in apnea, come se tutto fosse fermo, e poi respiri di nuovo ed è come se il tempo riprendesse il suo procedere inesorabile. Mi siedo su una pietra con il mio fedele monopattino al fianco, guardiamo il panorama certo, ma per lo più ci prepariamo alla discesa, una discesa in cui le velocità saranno alte. Un ultimo controllo ai freni e come prima di un tuffo un ultimo respiro e giù!
In questi giorni ho sperimentato tante tecniche per le discese con la footbike, alcune volte mi accovaccio per rendermi invisibile al vento, altre volte sposto il peso in avanti, ma la più divertente resta la posa da skate. E cosi affronto anche questa discesa: una mano sul volante, piedi e corpo orientati verso destra o sinistra per controllare le curve e il braccio libero ha la parte migliore, proteso verso il retro del monopattino come una vela a controllare il vento! Scendere così ti dà una sensazione di libertà assoluta. La velocità si fa altissima, con tutto il corpo mi muovo fra le curve, il rumore del vento si fa fortissimo, ma stavolta sono io ad essere più veloce, e poi il panorama sulla città di Dingle mentre la raggiungo a tutta velocità. Non posso che pensare che sto vivendo un momento che ricorderò per sempre, per 20 minuti discendo, fino alla città di Dingle, dove una volta fermo mi limito ad un "wow". È difficile descrivere la sensazione che ho provato lungo quella discesa, una sensazione di leggerezza, di appagamento come se la mia fame di avventura fosse stata saziata, ed una sensazione di realtà come se quel momento fosse più vivido degli altri. Percorro gli ultimi chilometri verso Inch Beach, come in uno stato di shock, non riesco a pensare ad altro che a quello che è successo poco fa, spingo per altre tre ore ma la mia giornata è finita lì ed è stata fantastica!
Giorno 10: da Tralee a Inch Beach
Chilometri percorsi: 90
Imprevisto del giorno: il peso della fama
Fanpage.it racconterà l'avventura del blog Senza Confini giorno per giorno. Ogni mattina i diari del monopattino aggiorneranno i lettori sulle sorti di questo folle giro in monopattino dell'Irlanda.