L’estinzione del Minibar: troppo costoso per i clienti
Una camera d'albergo con il minibar a tutta prima ti catapulta nel mondo della bambagia. Apri lo sportello e vien giù champagne, birra, vino, ginger, coca-cola, fanta, varie-ed-eventuali. Poi noti un foglio che timidamente fa capolino sul tavolo. Prendi, lo apri: è il menu e lo consulti. Alla fine hai l'impressione che l'acqua sia venduta a carati come l'oro e capisci che quella bambagia potrebbe essere per il tuo portafoglio un girone dell'inferno. I prezzi della merce contenuta nei minibar è alta, altissima e in un periodo di ristrettezze economiche si riesce a resistere anche alla sete pur di non cedere un euro di più ad un prodotto, come l'acqua, che la natura dovrebbe offrire generosamente. Anche chi viaggia per motivi di lavoro è sottoposto ad un controllo più severo e nelle sue note-spesa l'uso del minibar potrebbe non essere visto di buon occhio dal capo.
Ai clienti che hanno imparato a valutare la "cattiveria" del minibar, si aggiungono i gestori degli alberghi. I furti non sono rari anche negli hotel con 5 stelle. Chi vuota la bottiglia, non di rado la riempie d'acqua e, alla fine del soggiorno, tira la porta e se ne va via. Non stupisce, dunque, che gli hotel stiano progressivamente rimuovendo questi piccoli frigoriferi dalle proprie stanze. Secondo un sondaggio di lastminute.com, piccoli e grandi operatori, dall'Hyatt Hotels and Resorts all'Hilton, stanno rottamando i minibar. Proprio l'Hilton di Hong Kong introdusse per primo, nel 1974, questi piccoli elettrodomestici nelle stanze del proprio albergo. Gli incassi per il servizio di bevande aumentarono del 500%. Ma erano altri tempi. Oggi anche l'albergo più scalcagnato può avere il bar al piano terra e, per questioni economiche o per principio, quattro rampe di scale non sono troppe.
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