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L’Italia ha due nuovi siti Unesco. Per Il Belpaese è un trionfo mondiale

Salgono quindi a 53 i siti italiani iscritti nella prestigiosa lista dell’Unesco. L’Italia ha il primato mondiale.
A cura di Stefania Lombardi
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In tema di siti Unesco Patrimonio dell'Umanità, l'Italia non ha rivali. Il Belpaese ad oggi è primo con 53 siti, seguito solo dalla Cina con 52 luoghi che vantano il prestigioso bollino. Di pochi giorni fa è la notizia che l'Unesco ha deciso di ampliare la lista inserendo nuovi luoghi e siti. La decisione è stata presa dalla 41esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale in corso a Cracovia e per l'Italia è stata un trionfo. I nuovi siti che potranno fregiarsi di essere nella lista del Patrimonio dell'Umanità per l'italia sono le antiche faggete e le Opere di difesa veneziane, l'annuncio è arrivato dal ministro di beni culturali e turismo Dario Franceschini. Il riconoscimento era stato attribuito anche ad un insieme di dieci antiche faggete italiane per una superficie di 2127 ettari nel contesto del sito ambientale transazionale delle Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa.

Il Ministro della Cultura, Franceschini, ha mostrato tutta la sua soddisfazione per il risultato, sottolineando che questo consente di mantenere il primato del numero di siti iscritti alla Lista e di esercitare un notevole ruolo nella diplomazia culturale. In particolare le strutture difensive messe in atto dalla Repubblica di Venezia, dal 2016 erano candidate ad entrare nella lista, e finalmente il sogno si realizza. L’idea vincente che si è evince dal dossier è la sinergia con Croazia e Montenegro dove si trovano le altre tre fortificazione segnalate, Zara, Sebrenico e Cattaro, costituendo tutte insieme un'eccezionale testimonianza dell’architettura militare che si è evoluta tra XVI e XVII secolo, periodo molto importante per la Repubblica di Venezia. Per decisione del Comitato del Patrimonio Mondiale, entrano a far parte del sito Unesco le opere di difesa presenti a Bergamo, Palmanova, Peschiera del Garda per l'Italia, Zara e Sebenico per la Croazia, Cattaro per il Montenegro. Tutte queste testimonianze raccontano di un progetto difensivo unitario e straordinario, che si estesero oltre il bacino mediterraneo spingendosi a Oriente.

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