L’Eremo di Poggio Conte: misteri scavati nella roccia
Un luogo misterioso, legato ai Cavalieri Templari ed ai monaci Cattolici, che nasconde suggestioni ed enigmi. L'Eremo di Poggio Conte, anche detto di San Colombano, si trova nell'alto Lazio nel comune di Ischia di Castro. Un luogo assolutamente da non perdere per gli amanti del mistero e per gli studiosi per la presenza contemporanea di simboli religiosi e pagani. Ecco cosa nasconde.
Cosa nasconde l'Eremo di Poggio Conte
L'Eremo risale al 1027 ed è totalmente realizzato in pietra di tufo. Il luogo dove sorge il romitorio non è casuale, poichè si trova in una zona di confine, tra il territorio pontificio e la Toscana. L'Eremo risale ad un'epoca in cui sono nate nuove forme di fede, in contrasto con l'opulenza e la ricchezza della Chiesa romana. In questo contesto cominciarono a diffondersi nuovi modelli di vita che posero le basi per la nascita di diverse forme di fede, lontane dalla società, che aspiravano ad un sentimendo religioso più vicino alla natura ed al divino.
Per arrivare all'Eremo di Poggio Conte si deve percorrere un sentiero selvaggio che costeggia il fiume Fiora. Il percorso è immerso nella natura, attraverso boschi solitari e travi e gradini di legno che conducono fin ad una gola vulcanica. Da qui si ammira una parete tufacea ed una cascata, ma se si volge lo sguarda verso sinistra si è rapiti dalla chiesa scavata nel tufo.
L'accesso al luogo sacro avviene attraverso un portale, sormontato da un rosone. L'eremo è formato da due locali quadrangolari, uno d'ingresso ed uno di fondo. Molte decorazioni che si trovano all'interno risalgono ad epoche successive. La dimora solitaria è costituita da volte a crociera, fregiate con forme geometriche e decorazioni variopinte che richiamano anche l'ambito sessuale. Ma questi non sono gli unici simboli che si trovano nell'Eremo di Poggio Conte, sul sito, infatti, sono presenti non pochi riferimenti cristiani. Si possono ammirare dodici nicchie affrescate con le figure degli apostoli ed altri rimandi religiosi, come la figura del Redentore. Nel 1964 furono trafugati sei affreschi e per protezione i restanti si trovano esposti al Museo Civico di Ischia di Castro, in provincia di Viterbo.
La presenza contemporanea di simboli pagani e religiosi è dovuta al fatto che nell'Eremo sono stati presenti prima i Cavalieri Templari e successivamente, intorno al 1300, i monaci cattolici. Il legame con i Templari è rafforzato dal fatto che nelle vicinaze sorgeva il convento di San Colombano, santo patrono dell'Ordine del Tempio. Probabilmente nel Medioevo l'eremo divenne luogo di ritiro di monaci benedettini cistercensi, che scelsero di vivere in questo sito lontano dalle tentazioni ed a contatto diretto con la natura.
Nelle vicinanze dell'Eremo si possono osservare altri locali scavati nella roccia, come i resti dell'insediamento monastico ad alcune tombe a camera. Sempre nel comune di Ischia di Castro si può esplorare un altro luogo immerso nella natura: la Riserva Naturale Selva del Lamone che fa parte del Sistema dei Parchi e delle Riserve della Regione Lazio. In questa zona è presente uno dei boschi più selvaggi della Tuscia, formato da una colata lavica. All'interno del Parco sono presenti anche dei resti archeologici risalenti all'Età del Bronzo, all'epoca degli Etruschi e al Medioevo.