Cosa mangiare e bere in un ristorante cubano
I colori e la vitalità di Cuba rallegrano le strade come la tavola. Nonostante quella cubana sia una cucina prevalentemente povera, le influenze che hanno agito sulla cultura culinaria del paese hanno prodotto un'interessante varietà di piatti, alcuni dei quali rappresentano quasi una "sfida" al palato europeo. Sebbene le ricette cubane siano fortemente influenzate dalla dominazione spagnola e dall'immigrazione dei coloni francesi dalle vicine isole caraibiche, a giocare un ruolo determinante nella cucina del paese è l'Africa. Gli schiavi del Continente nero, costretti nelle Americhe dagli europei, portarono con sé la propria cultura culinaria. È da tali provenienze esotiche che giunge il piacere dell'agrodolce e l'uso sapiente di frutti tipici della fascia tropicale.
Moros y Cristianos
"I mori e i cristiani", questa la traduzione di uno dei piatti nazionali che accompagna quasi tutti i pasti cubani. L'origine del nome è presto detta: i "moros" sono i fagioli neri, mentre i "cristianos" sono i chicchi di riso. Sul desco caraibico ci si trova così ad affrontare il tema (molto mediterraneo) della Reconquista spagnola. La storia vi potrà piacere o meno, ma a questo piatto difficilmente direte "no".
Chicharrones
Piatto di origine spagnola, precisamente andaluso, i chicharrones sono stati adottati dalla cucina cubana come una delle prelibatezze di carne più popolari. Benché si possano fare con qualsiasi qualità di carne, quella prediletta è la cotica di maiale. Non si tratta esattamente di un piatto salutare: la cotica di suo non è leggerissima e la ricetta tradizionale vuole che sia anche fritta. In alternativa i chicharrones possono essere anche a base di pesce (pescado).
Ropa Vieja
Significa "roba vecchia", stracci e si comprende bene il motivo di questo nome quando ci si trova a guardare il piatto con tutta quella carne sfilacciata. Anche in questo caso si registrano più versioni, ma quella che ci è piaciuta di più è a base di carne di vitello (o pollo). La carne, già cotta e sfilacciata, viene saltata in un soffritto a base di peperoni (anch'essi tagliati sottilmente), aglio tritato e passata di pomodoro. Riso e/o purea di patate accompagnano generalmente la pietanza.
Sandwich cubano
Le occasioni per consumare il vostro pasto per strada non vi mancheranno: lo street food a Cuba è alimentato da negozi e case che vendono cibi nutrienti e facili da consumare. Tra questi anche panini e sandwich. Il più apprezzato e "sostanzioso" è il cuban sandwich, farcito con prosciutto, formaggio e carne di maiale. Le spezie rendono il tutto ancora più saporito. Lo street food rappresenta la soluzione migliore per chi vuole spendere poco e, soprattutto, per chi non ha tempo da perdere. Camminare e mangiare è la scelta prediletta da quei turisti che non possono – non vogliono – perdersi nulla. Lo scalo sempre più frequente delle crociere a l'Avana – Msc Crociere è la prima compagnia europea a fare scalo a Cuba – porterà lo street food a diventare la prima scelta del turista occidentale.
Ajiaco
Un europeo ha principalmente due difficoltà nel "capire" l'ajiaco e le espliciterà in due domande: 1. "Perché una minestra con questo caldo?" e – 2. – "Perché le banane?". Questo piatto nazionale è infatti una minestra a base di patate, banane, mais, manzo, pollo e carne secca. Si tratta di una pietanza in cui le influenze spagnole cedono il passo a quelle africane, nelle quali è maggiore l'abitudine all'agrodolce. Se potete, abbandonate le vostre resistenze culturali ed apprezzate questo piatto.
Fufu
Proseguiamo con le influenze africane, che in tutti i Caraibi hanno prodotto il fufu. Se sulle coste ghanesi è un purè di tapioca, qui diventa un purè di banane condito con mojo, olio e aglio. A proposito, il mojo si abbina a tutto, dalla carne al pesce, passando per la frutta. Si tratta di una salsa a base di olio di oliva che troverete in tutte le isole delle Canarie.
Cocktail a base di Rum
Se il rum (ron) era l'acquavite dei pirati, utile anche agli schiavi africani per alleviare la fatica del lavoro, abbinato ad altri ingredienti viene "addomesticato" in un cocktail da gustare al tramonto su una playa cubana. Con il rum si fanno Cuba libre, mojito e pina colada, drink di fama internazionale serviti pressoché ovunque. A maggior ragione vanno assaggiati anche nell'isola caraibica, a partire dal Cuba libre che ha una storia particolarmente suggestiva.
Cuba libre. Come noto, statunitensi e cubani stanno vivendo un periodo di distensione politica che cerca di buttare alle spalle minacce, battaglie ideologiche e guerre commerciali. Oltre un secolo fa cubani e statunitensi si allearono contro lo spagnolo colonialista (1900-1902) e si narra che fu John Doe, soldato yankee sotto copertura a l'Avana, che ordinò "Coca Cola americana, rum cubano in un bicchiere pieno di ghiaccio e una spruzzata di lime". Brindò "¡Por Cuba libre!" ("Per Cuba libera!"), da cui il nome del cocktail. Di ricostruzioni storiche ne esistono almeno un paio ancora, quel che conta però è la "sintesi nordamericana" della bibita, composta da rum, cola (che a Cuba sarà rigorosamente quella locale, meno dolce) e lime.
Mojito. Bevanda rinfrescante grazie all'uso della menta, che in realtà, nella ricetta originaria, impiega la più pungente hierba buena. L'origine di questo longdrink è incerto, ma una versione rudimentale la si fa risalire addirittura al pirata inglese Francis Drake (XIV secolo). Al posto del rum c'era l'aguardiente di bassa qualità, lime, acqua, zucchero raffinato bianco di canna e hierba buena. Teorie, ipotesi e fantasie, ma l'unica cosa certa è che fu Ernest Hemingway a dare maggiore fama al drink, sentenziando "My mojito in La Bodeguita, My daiquiri in El Floridita".
Piña colada. Bevanda originaria della vicina Puerto Rico che si è diffusa in tutto l'arcipelago caraibico. Gli ingredienti sono rum chiaro, latte di cocco e succo d'ananas (o a pezzetti); il che rende questo drink particolarmente dolce. Bevande con rum e ananas risalgono agli anni Venti, ma sembra che l'aggiunta del cocco sia arrivata dopo. Nel 1950 il New York Times dedica un articolo ai drink delle "Indie occidentali", accreditando la bevanda a Cuba. Una targhetta a Porto Rico testimonia – e non dubita de – la nascita della Piña colada, attribuita a Don Ramon Portas Mingot che nel 1963 volle creare un drink nuovo. E ci riuscì.