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Dormire a Tokyo nei loft neo-dadaisti in cui la scomodità è un dovere

Appartamenti colorati e con tanti ostacoli all’interno perché, spiegano gli architetti, “la comodità è morte”.
A cura di Redazione Viaggi
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Qui starete scomodissimi, ma va bene così. Chi soggiorna presso questi due appartamenti del progetto artistico Reversible Destiny sa benissimo che ciò che troverà non sarà il confort. No, perché gli artisti che hanno dato vita a questa opera architettonica hanno seguito la filosofia di chi dice che "stare comodi, equivale a morire". Reversible Destiny è una fondazione creata da Shusaku Arakawa, artista giapponese neo-dadaista e professore associato presso il Marcel Duchamp, e da Madeline Gins, poetessa americana deceduta all'inizio del 2014. L'obiettivo della fondazione – apparentemente ambizioso – è quello di estendere la durata della vita media delle persone attraverso la progettazione architettonica. Intenzione che Gin e Arakawa espressero egregiamente nel titolo di un libro che pubblicarono nel 2006: "Rendere illegale la morte". "The site of Reversible Destiny" – il luogo in cui il destino è reversibile – è l'opera più nota della fondazione e sorge nel parco di Yoro, cittadina giapponese della prefettura di Gifu. Troverete labirinti, alberi affossati, mura imponenti, strane salite, piani ondulati e tanto altro ancora.

Tokyo Lofts. Ma l'informazione interessante riguarda i nove Reversible Destiny Lofts a Mitaka, cittadina inglobata nella capitale nipponica. In alcuni appartamenti si svolgono laboratori didattici ed artistici per bambini ed adulti.Due appartamenti, invece, possono essere prenotati online per soggiorni che vanno da un giorno ad una settimana. I prezzi al giorno in alta stagione sono di 70 euro per l'appartamento più piccolo (52 mq) e di 90 euro per quello più grande (60 mq con balcone), a settimana, rispettivamente, 670 e 806 euro. E' possibile prenotare le due stanze attraverso il sito ufficiale della fondazione, impresa certo non facile, dato che solo parte dei testi è tradotta in inglese, mentre il resto è scritto in giapponese. Non ci si lamenti però, si era detto: la comodità è morte.

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