Venezia accusata di discriminazione tra residenti e turisti: anche il bagno costa di più
Siamo tutti cittadini dell'Europa e dunque tutti dobbiamo essere trattati nello stesso modo. E' questo il principio fondamentale che un cittadino belga ha ritenuto essere violato dalla città di Venezia, contro la quale è stata presentata denuncia formale alla Commissione Europea lo scorso primo maggio. La Serenissima è accusata di violare l'articolo 12 ("è vietata ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità") e l'articolo 49 ("le restrizioni alla libera prestazione dei servizi all’interno della Comunità sono vietate nei confronti dei cittadini degli Stati membri stabiliti in un paese della Comunità che non sia quello del destinatario della prestazione") del Trattato che istituisce l'Unione Europea.
Secondo l'accusa a Venezia i turisti vengono discriminati rispetto agli abitanti, costringendo lo straniero ad una spesa di molto superiore a quella dei veneziani per l'uso di servizio talora fondamentali. Nel dossier del turista belga i settori nei quali verrebbe messa in pratica tale discriminazione sono diversi, tra cui l'accesso a luoghi di interesse storico e culturale, il costo dei trasporti, l'accesso al wifi e persino l'uso dei bagni pubblici.
Nel dossier viene riportato l'esempio di due famiglie (genitori con due figli) – una veneziana, l'altra straniera – che trascorrono una giornata a Venezia. Il vaporetto costa 1,30 euro a persone per il nucleo italiano, 7 euro per quella straniera; l'ingresso a Palazzo ducale è libero per il primo, costa 18 euro (biglietto intero a persona) per i secondi; il wifi è gratuito per i "city users" mentre costa 5 euro al giorno per i secondi. Il bagno costa 25 cent per il cittadino italiano, 1,5 euro per quello straniero. Il risultato? La giornata costa 12 euro alla famiglia residente, 136 a quella straniera. "Immaginate se lo facessero Parigi, Londra, Roma", nota il cittadino belga, proseguendo:
I trattati europei impongono libertà di circolazione e parità di trattamento per tutti i cittadini Ue. L’Italia è stata già condannata nel 2003 per i musei e i prezzi diversi in base alla nazionalità. La residenza rientra nella stessa casistica. Venezia è unica in Europa. E applica persino un suo ius soli, con l’ingresso gratuito ai musei civici pure per chi è solo nato in città.
La Commissione europea valuterà, ma intanto Franco Fiorin, direttore generale della mobilità veneziana, precisa alla Stampa che "per i trasporti non distinguiamo tra turisti e residenti, ma tra utenti occasionali e abituali: con la tessera Venezia Unica chiunque può pagare un euro e 30 per il vaporetto". Anche se la stessa tessera sembra essere viziata da discriminazione, dato che costa 10, 20 o 50 euro che si viva a Venezia, in Veneto o all'estero. Il direttore Fiorin tuttavia spiega che "sono scelte fatte per fronteggiare i costi aggiuntivi che abbiamo. Il turismo porta squilibri tali che d’estate dobbiamo potenziare il servizio e assumere stagionali, mentre a Milano gli autisti vanno in ferie". Molto più difficile dare una motivazione plausibile al tariffario differente su servizio essenziali come l'uso dei bagni.
[Foto di Adam Smok]