Voli in ritardo, presto cambierà la normativa UE
Pronti per le vacanze di Natale, ma siete terrorizzati dai noti ritardi in aeroporto? Non dissiperemo le vostre paure (quello dovrebbe farlo l'efficienza degli aeroporti), ma sappiate quantomeno che avete dei diritti e che l'Unione Europea sta lavorando per accrescere la copertura dei risarcimenti. Perché le nuove misure proposte dagli europarlamentari entrino in vigore bisognerà attendere almeno febbraio del 2014, mese in cui è prevista la seduta plenaria del parlamento dopo aver concluso le consultazioni con gli stati membri. Intanto, però, valgono i diritti al risarcimento e al rimborso previsti dalla normativa vigente che sintetizziamo di seguito. Il risarcimento scatta a partire dalle 3 ore di ritardo ed è di
- 250 euro per viaggi di 1,500 o più km,
- 400 euro per più di 1,500 km,
- 600 euro per più di 3,500.
Gli eurodeputati hanno invece proposto i seguenti parametri, sempre dopo ritardi di almeno 3 ore:
- 300 euro per viaggi di 2,500 km o meno,
- 400 euro per 6,000 km o meno,
- 600 euro per più di 6,000.
Come evidenziato dalle due tabelle, la proposta europea, rispetto allo status quo, tende a risarcire di più i ritardi sulle tratte brevi, anche estendendone il chilometraggio. Viceversa con i viaggi più lunghi. Tuttavia il risarcimento non è l'unica forma di tutela a favore del consumatore, dato che si affiancano il rimborso (5 ore di ritardo) e i servizi in loco come l'offerta di pasto, bevande, comunicazioni ed eventuale alloggio per ritardi che – in base alla lunghezza del viaggio – vanno da 2 a 4 ore.
Le altre agevolazioni riguardano il tempo di permanenza in pista, i punti di contatto e le cosiddette "cause eccezionali" di mancato risarcimento. Ad oggi, infatti, i viaggiatori possono esercitare il diritto di sbarcare solo dopo 5 ore di attesa in pista, mentre la proposta europea vuole ridurre l'attesa a 3 ore. Verranno inoltre istituiti punti di contatto dei singoli vettori per aiutare i passeggeri vittime di voli in ritardo, mentre le "cause eccezionali" che implicano la negazione del risarcimento dovrebbero includere solo quelle che oggettivamente non potevano essere controllate dalla compagnia aerea.