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5 luoghi al mondo dove non potrete mettere mai piede. In nessun modo

Ci sono molti posti su questo pianeta che la maggior parte delle persone non vedrà mai. Ma sono davvero pochi quelli dove nessuno, ma proprio nessuno, potrà mai andare. Ecco quali e perché.
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Posti inaccessibili nel mondo

Nel ventunesimo secolo, dove tutti possono viaggiare e non rimane pressoché niente di inesplorato nel mondo, come si fa a pensare che ci siano posti che non ci sarà mai dato di vedere? Eppure ci sono. Ma non vi parleremo di aree sotto controllo governativo, isole private, città chiuse, club esclusivi o luoghi estremi della Terra difficili da raggiungere. Perché, anche solo ragionando per assurdo, basta ricadere in una ristretta categoria di persone per ottenerne l'accesso: militari, milionari, esploratori, ricercatori scientifici… Tutto è possibile, chi può dirlo. Ma non in questo caso. Non nei posti che andremo a vedere. E capirete presto perché.

Isola di North Sentinel

Le isole Andamane, un arcipelago situato nel Golfo del Bengala appartenente all'India, erano fino a non molto tempo fa sede di numerose tribù di indigeni che poco o niente avevano avuto a che fare con il resto del mondo. Oggi quasi tutte le popolazioni sono entrate in contatto con la cosiddettà "società civile". Tutte tranne una. I sentinelesi sono l'ultima tribù del mondo a rifuggire da sempre ogni contatto con il mondo esterno. E lo hanno fatto così bene che per secoli nessuno è mai riuscito ad avvicinarsi alla loro isola, nonostante questa si trovi una delle più antiche rotte marinare.

Isola di North Sentinel

Nulla si sa di questa popolazione selvaggia, e il termine non è un insulto o un eufemismo. Dai pochi avvistamenti effettuati in lontananza si è potuto vedere come i sentinelesi vestano solo con delle foglie che coprono i genitali. Non praticano alcun tipo di agricoltura, e si nutrono presumibilmente di frutta raccolta dagli alberi e di pesci. Il motivo per cui nessuno è mai riuscito a condurre studi approfonditi su di loro è uno solo: gli abitanti di North Sentinel vivono perennemente sulla costa, e appena individuano una qualsiasi imbarcazione a una certa distanza la "accolgono" con lanci di sassi e frecce.

Nel secolo scorso le autorità indiane hanno tentato diversi approcci con i sentinelesi, ma senza risultato. Persino dopo lo tsunami che ha coinvolto l'Oceano Indiano nel 2004, un elicottero che ha sorvolato l'isola per verificare le condizioni dei suoi abitanti ha ricevuto l'usuale accoglienza. Oggi la politica generale del governo indiano è di lasciar stare i sentinelesi, che tra l'altro possono essere classificati come popolazione a rischio di estinzione. Il loro numero è infatti stimato tra i 100 e i 250 individui, e probabilmente il contatto con il mondo esterno li esporrebbe a malattie contro cui non hanno difese. Cosa che potrebbe cancellarli dalla faccia della Terra. Forse anche il loro istinto di sopravvivenza glielo suggerisce: ecco perché se provaste solo ad avvicinarvi all'isola di North Sentinel verresti probabilmente fatti secchi dai suoi abitanti prima ancora di raggiungerne le spiagge.

Montagne sacre del Buthan

Nel mondo esistono numerose vette inviolate: montagne mai scalate dall'uomo, ancora totalmente vergini. Gli alpinisti di tutto il pianeta hanno ancora tante sfide davanti, e numerose opportunità per imprimere il loro nome nella storia. Purtroppo per loro, alcune cime gli saranno per sempre precluse. Nel Buthan, infatti, la pratica dell'alpinismo è vietata dal governo stesso. Questo perché le montagne sono ritenute sacre alla popolazione, in quanto dimora degli spiriti.

Immagine

Solo per un ventennio circa, dal 1983 al 2003, si è aperta una finestra di possibilità quando l'accesso alle montagne venne aperto. E l'obiettivo primario è stato subito uno: il Gangkhar Puensum, la montagna più alta del paese con i suoi 7.570 metri. Quattro spedizioni sono state organizzate nel corso degli anni, ma nessuna è riuscita a portare a termine l'impresa. E alla fine, il libero accesso è stato revocato di nuovo. Evidentemente non era scritto che quella vetta venisse conquistata.

Gran parte della Corea del Nord

Contrariamente a quello che si può pensare, un viaggio in Corea del Nord può essere organizzato senza troppi problemi. Il paese è tristemente famoso per essersi completamente isolato dal mondo, instaurando un regime dittatoriale che vieta l'accesso a qualsiasi intrusione esterna. Questo, se parliamo di giornalisti che volessero giungere nel paese per documentare le condizioni di vita dei suoi abitanti. Ma i turisti sono ben accetti. Circa ventimila all'anno. E, a meno che non si sia cittadini di quello sporco impero capitalista nemico della democrazia del popolo che sono gli Stati Uniti, ottenere un visto non è un grosso problema.

Ma allora perché la Corea del Nord appare in questa lista? Perché non sperate che possiate visitare il paese a vostro piacimento, e da soli. Sono concessi infatti solo viaggi di gruppo, in rari casi individuali: ma in ogni circostanza i visitatori saranno sempre scortati da una guida autorizzata. Che non li lascerà mai un momento, e pianificherà ogni momento del viaggio, senza possibilità di modifiche.

Kaesong, Corea del Nord

Foto di Roman Harak

Una volta giunti nella capitale Pyongyang si potrà toccare con mano quel velo con cui il governo nordcoreano si ostina a coprire il paese per nasconderne la realtà agli occhi del mondo. Una realtà fatta di povertà e miseria, ma di cui le vostre guide non faranno menzione alcuna. Anzi, si sperticheranno in lodi sui loro leader, passati e presenti, e sul perfetto funzionamento di una società che non prevede minimamente quelle che sono gli immancabili difetti di qualsiasi paese del mondo. Peccato che il velo è trasparente, e basta poco per scorgere la verità: i trasferimenti in autobus da una località turistica "autorizzata" all'altra passeranno immancabilmente per autostrade deserte, villaggi in rovina e città tanto vuote da sembrare abbandonate.

Nonostante il divieto ufficiale di scattare foto lungo il tragitto, i turisti hanno sempre la macchina fotografica in mano. Ma anche in questi casi non sempre si riesce a capire se quello a cui si assiste sia vero o una messinscena. Spesso e volentieri si ha l'impressione che le persone che si incontrino sul proprio cammino siano degli attori messi lì a disposizione dei pochi turisti che riporteranno così a casa un'immagine falsata del paese. E del quale, comunque, avranno potuto intravedere solo una piccola parte.

Ilha da Queimada Grande

Su quest'isola al largo delle coste della città di San Paolo vi è un bando della marina brasiliana. Il motivo: l'isola è popolata da una velenosissima razza di serpenti. Il Bothrops Insularis, o ferro di lancia dorato. Il crotalo si nutre principalmente di uccelli, e per questo ha sviluppato un veleno cinque volte più potente del normale, ad azione immediata, in  modo da immobilizzare le sue prede e impedirne la fuga. Alla pericolosità del veleno si aggiunge un altro fattore: la popolazione di serpenti sull'isola è stimata di un animale per metro quadrato. L'isola è grande 430.000 mq, e ogni serpente può essere lungo dai 70 ai 118 cm: fate un po' i conti, e vi renderete conto che è quasi impossibile muovere un passo senza incontrarne uno.

Ilha da Queimada Grande

L'isola comunque non è stata sempre completamente estranea alla presenza umana. Vi è infatti stato installato anche un faro, che per un po' di tempo ha visto la custodia di un guardiano. Leggenda vuole che sia stato sterminato con tutta la sua famiglia dai malefici serpenti. Di storie però i pescatori ne raccontano tante, ma proprio perché l'accesso è precluso non si registrano casi di vittime tra gli umani. Eppure gli scienziati hanno avuto ben modo di studiare i serpenti e l'effetto devastante del loro veleno, capace persino di sciogliere le carni attorno al morso. Insomma, se anche non ci fosse il divieto ufficiale del governo, dubitiamo che qualcuno vorrebbe mai mettere piede su quest'isola.

Lago Karachay

In questo luogo invece non ci sono divieti ufficiali, ma non ce n'è bisogno: nessuno può andarci. Non senza incontrare morte certa, almeno. Questo piccolo lago nel sud dei Monti Urali nella Russia occidentale è infatti uno dei luoghi più pericolosi del mondo: è infatti stato usato regolarmente come discarica di rifiuti nucleari dall'ex Unione Sovietica. Una ricerca condotta da scienziati di Washington ha portato alla conclusione che il lago Karachay si possa senza dubbio definire il luogo più inquinato della Terra: il suo livello di radioattività è così alto che può uccidere un essere umano nel giro di un'ora. E questo è anche il motivo per cui è praticamente impossibile trovare immagini del lago: quale essere umano rischierebbe la vita per recarsi sul posto e scattarne una?

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