5 luoghi misteriosi da scoprire a Mantova
Mantova è una delle città più suggestive d'Italia. La sua atmosfera irreale, sospesa tra cielo e acqua, emoziona al primo sguardo e non a caso la città è stata fonte d'ispirazione di grandi autori come Virgilio, Dante, Shakespeare, Verdi, D’Annunzio. Città storica ricca di monumenti che sembrano sospesi nel tempo in un clima misterioso ed affascinante. In realtà la città di Mantova cela molti misteri, nascosti tra le mura dei suoi palazzi e tra le strade del centro. Già solo il nome rimanda a segreti ed esoterismi. La leggenda narra, infatti, che il nome della città derivi dalle vicende della profetessa Manto che si stabilì in questo territorio della Lombardia, le cui lacrime furono così copiose che crearono un lago. Le acque di questo specchio d'acqua avevano proprietà magiche. Successivamente la donna si unì a Tybric e nacque Ocno che costruirà la città dandole il nome di Mantua in onore della madre. Al nome della città è legata anche un'altra leggenda oscura, che lega il nome Mantova a Manth, dio etrusco e Signore dei morti.
Di seguito 5 luoghi oscuri e misteriosi da scoprire nella città di Mantova.
1. La sala del Labirinto e quella degli Sposi
Luoghi con storie da brivido a Mantova si trovano nel Palazzo Ducale, chiamato Castello di San Giorgio. La storia misteriosa risale al 1300 e riguarda la giovane Agnese Visconti, figlia di Bernabò Visconti. Agnese era convolata a nozze con Francesco Gonzaga, ma l'uccisione del padre per mano del cugino fece nascere in lei un desiderio di vendetta. Francesco Gonzaga, colse questo momento di debolezza della moglie e giustificato anche dal fatto che non riusciva a dargli un erede, organizzò la sua uccisione. Agnese fu processata per la falsa accusa di adulterio, venne decapitata e sepolta. Da quel momento il suo fantasma si aggira tra la piazza di Mantova ed il Castello cercando pace.
All'interno del complesso architettonico ci sono anche due stanze che presentano simbologie misteriose. Una è la stanza del Labirinto, sul cui soffitto è raffigurato appunto un labirinto. Ai lati ci sono delle incisioni in oro commissionate da Vincenzo Gonzaga, che ricordano la battaglia contro i Turchi. A decorare il percorso labirintico è anche una frase di D'annunzio "Forse che si, forse che no", che fa riferimento alla perplessità della vita terrena e la difficoltà nel trovare la salvezza. L'altra camera emblematica del Palazzo Ducale è la stanza degli Sposi, capolavoro di Andrea Mantegna. La camera è ricca di affreschi che impreziosiscono tutte le pareti ed in particolare il soffitto dove sembra di vedere un occhio sul cielo che sfonda le pareti.
2 L'appartamento dei Nani di Corte
Un luogo molto particolare sempre all'interno del Palazzo Ducale è l'Appartamento dei Nani di Corte. In questa sala ogni cosa è realizzata in misura ridotta, come se fosse la casa di piccoli gnomi. In realtà questa stanza è solo una ricostruzione simbolica ispirata al sogno biblico della scala di Giacobbe.
3. Il Santo Graal nella Basilica di Sant'Andrea
Uno dei tanti Graal sparsi sul territorio italiano si trova proprio a Mantova, nella Basilica di Sant'Andrea. L'edificio religioso è una meravigliosa opera di Leon Battista Alberti, completato però, solo nel seicento. All'interno della Basilica è conservata una reliquia che dovrebbe contenere il sangue di Cristo. Secondo la tradizione il sangue è stato raccolto da San Longino, il soldato che ne trafisse il costato e conservato in due calici d'oro.
4. Palazzo Te
Questo palazzo fu costruito tra il 1525 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga in onore dell'amante Isabella Boschetti, ed era il luogo destinato allo svago e alle feste dei Gonzaga. Nel palazzo da non perdere è la visita alla "Sala di Amore e Psiche". Il tema centrale dei dipinti è l’amore e la stanza intende appunto celebrare l'unione tra il marchese Federico e la sua amante. Oltre a questo, nell'edificio ci sono molti simboli mitologici, alchemici ed esoterici, tra cui di nuovo il labirinto. In realtà ce ne sono ben 12 riprodotti sul pavimento della Sala di Amore e Psiche. Un altro labirinto era formato dalle siepi del giardino, ormai inesistenti.
5. L'Inquisizione a San Domenico
L'inquisizione a Mantova fu fortemente osteggiata dai Gonzaga, ma nonostante questo la città ebbe un suo tribunale che aveva sede nel convento di San Domenico. Oggi di questo convento è rimasto in piedi solo il Campanile, ma i documenti del passato ne mostrano una ricostruzione fatta di celle in cui venivano imprigionati i sospettati. Dalle fonti si sa che nel periodo della Controriforma le carceri di San Domenico non erano sufficienti a contenere tutti gli imputati e per questo venivano ospitati anche in altri conventi.