Accor investe sugli affitti di lusso: acquisito Onefinestay
La concorrenza di Airbnb sta facendo tremare i colossi dell'ospitalità: il popolare sito di affitti in appartamenti privati si sta ritagliando una fetta di mercato sempre più consistente. Naturale che i giganti del turismo ricettivo cerchino di correre ai ripari mediante investimenti mirati. Così Accor, il colosso alberghiero francese, ha acquisito per 148 milioni di euro Onefinestay, il sito inglese di appartamenti in affitto per brevi periodi.
Con l'acquisizione di Onefinestay, Accor compie di fatto il primo passo nella sharing economy. Nata nel 2010, la new entry dell'ospitalità si può definire una sorta di Airbnb del lusso che coniuga il calore di un soggiorno in case private con il trattamento di un resort di classe. La start-up britannica gestisce attualmente 2.600 proprietà nelle principali destinazioni del mondo e permette di soggiornare in case boutique private con i servizi di un hotel 5 stelle. Attualmente i mercati di riferimento di Onefinestay sono Londra, New York, Parigi, Roma e Los Angeles. L'obiettivo, tuttavia, è quello di ampliare la rete di alberghi in 40 nuove città nei prossimi cinque anni.
Accor non è nuova alle acquisizioni: in tempi recenti ha rilevato la start-up Wipolo e il fornitore di contenuti tecnologici Fastbooking. E non è tutto: il ramo gestioni della società francese ha intenzione di investire altri 64 milioni per contrastare il colosso Usa Airbnb, rafforzando lo sviluppo internazionale di Onefinestay che è in procinto di sbarcare a Roma: sono già partite le prime prenotazioni per vivere esperienze privilegiate in dimore private di lusso.
L'azienda britannica, sebbene in seno a Accor, conserverà comunque la sua indipendenza e sarà ancora guidata dall'attuale management. Il pdg Accor Sébastien Bazin sottolinea che la mossa mira ad “accelerare la trasformazione del nostro business model, per prendere parte alla crescita del settore dell’affitto privato, rafforzando anche la nostra presenza sul mercato di alta gamma con un’offerta complementare”.