Regno Unito: 3-5% di turisti in meno a causa del Brexit
Il referendum dello scorso 23 giugno ha sancito una svolta destinata a passare alla storia: la Brexit, ossia l'uscita del Regno Unito dalla Ue, è oggi una realtà con cui milioni di cittadini sono costretti a confrontarsi. La decisione presa dalla maggioranza degli inglesi comporterà effetti immediati sul turismo, e in particolare sulla mobilità. Come nel caso del trasporto aereo. La Iata (International Air Transport Association) ha pubblicato un'analisi dettagliata sull'impatto finanziario ed economico che l'uscita dall'Unione Europea comporterà sul trasporto aereo.
Il rapporto delinea una situazione di incertezza per quanto riguarda l'effettiva uscita del Regno Unito dall'Ue: in base all'articolo 50 del Trattato Ue potrebbero volerci due anni e più la fase di transizione si protrarrà del tempo, maggiore può essere l'impatto negativo sull'economia. Questa situazione di insicurezza si ripercuote su aziende e investitori che potrebbero ritardare sia le decisioni riguardo le spese e gli investimenti, sia le transazioni finanziarie. L'indebolimento della sterlina causerà una riduzione delle partenze da parte dei britannici che vedranno lievitare i costi dei viaggi all'estero, ma potrebbe favorire i viaggiatori stranieri nel Regno Unito in quanto il guadagno rispetto alla valuta locale sarà maggiore che in passato. Le stime preliminari suggeriscono che il numero dei passeggeri britannici in volo potrebbe diminuire del 3%-5% entro il 2020 a causa della recessione e del calo della sterlina.
Ma non è tutto: a causa della Brexit si prevedono conseguenze a lungo termine sui voli low cost che potrebbero avere un forte impatto sui viaggiatori. Nel 2014 hanno viaggiato verso la Gran Bretagna 8,8 milioni di turisti per vacanze e 6 milioni per affari; una gran parte di questi spostamenti sono arrivati dal trasporto aereo e dalle compagnie low cost, che rischiano di dimezzare i loro voli. Una nota dell'Associazione britannica degli agenti di viaggio (Abta) segnala che la Brexit, portando a una modifica del quadro normativo di riferimento, potrebbe causare un aumento i prezzi e una riduzione delle tratte da e per il Regno Unito. Le tariffe rischiano l'impennata e gli investimenti negli scali britannici rischiano di diminuire.
Si prevede quindi un futuro incerto per vettori come l'irlandese Ryanair e easyJet, azienda con sede a Londra. Attraverso il direttore marketing Kenny Jacobs, l'azienda irlandese ha annunciato per il futuro possibili tagli agli investimenti e un probabile aumento del costo dei biglietti. Ryanair, insomma, rischia di non assicurare più i voli tra Regno Unito e il resto dell'Europa.
Nel frattempo easyJet ha annunciato di aver chiesto un certificato di vettore aereo in un altro paese non specificato. La compagnia low cost, comunque, ha annunciato in una nota che l'obiettivo
[…] sarà quello di accelerare i colloqui tra il governo britannico e quelli dei governi dei Paesi della Ue, per far sì che la Gran Bretagna continui a far parte del mercato unico dell'aviazione. Così le compagnie aeree saranno libere dal far volare i propri aerei e EasyJet e gli altri vettori potranno garantire ancora tariffe basse.
Insomma, nel caso di specie la parola d'ordine è negoziare: più strette rimarranno le relazioni con l'Ue, inferiore sarà la possibilità che si cambino gli accordi sui servizi aerei.