Carnevale a Cento: il fantoccio di Tasi tra tradizione e carri allegorici
Ben sappiamo che l’Italia fa del Carnevale uno degli eventi maggiormente sentiti e festeggiati; a testimonianza di ciò ci sono le tante manifestazioni che si sviluppano lungo la penisola e le tantissime tradizione legate all’evento, prima fra tutte quella del Carnevale di Venezia. In effetti, molte delle tradizioni carnascialesche hanno origini molto antiche che possono contare su centinaia di anni di storia, come ad esempio il Carnevale di Cento, in provincia di Ferrara
Attraverso i dipinti del pittore centese Gian Francesco Barbieri detto il “Guercino”, in effetti, pare che il Carnevale Centese fosse in voga già nel 1600. In questi anni però il Carnevale si distingueva per essere una festa sregolata, fatta di abusi e violenze e lontana anni luce dal carattere tipicamente goliardico della manifestazione attuale.
I festeggiamenti del Carnevale di Cento proseguirono nei secoli e attorno alla metà del 1900 i centesi decisero di creare il simbolo del proprio carnevale, ovverosia Tasi. Tasi, pseudonimo di Luigi Tasini, era un personaggio ottocentesco realmente esistito che simboleggia la coscienza dei cittadini di Cento. Tuttora e anche per il Carnevale, il fantoccio che rappresenta Tasi verrà bruciato in piazza con un rito propiziatorio, dopo aver letto il testamento che accusa i centesi dei loro vizi. Il rogo avviene l’ultimo giorno dedicato ai festeggiamenti del Carnevale.
Nei giorni precedenti, così come avviene per il Carnevale di Viareggio, le strade della città di Cento si affollano di maestosi carri allegorici costruiti dalle Associazioni carnevalesche. In effetti, l’evento è molto sentito a Cento, tant’è che per ogni associazione ci sono circa 500-600 partecipanti; sono soprattutto ragazzi che, non solo costruiscono i carri di cartapesta ma, si divertono a sfilare e a fare da coreografia.
In realtà, soltanto da pochi anni l’evento ha assunto i caratteri nazionali e internazionali: fino al 1990 il Carnevale di Cento era un evento essenzialmente locale; grazie al gemellaggio col colorato Carnevale di Rio de Janeiro e alle capacità organizzative di Ivano Manservisi recentemente la manifestazione è tornata all’antico splendore.