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Case sospese sull’abisso, 5 luoghi da far tremare le gambe

Sconsigliato a chi soffre di vertigini e ai deboli di cuore. Abbiamo preso cinque paesi molto diversi da loro, ma tutti accomunati da una caratteristica: i loro abitanti vivono in case con vista da brivido a decine di metri d’altezza. No, non parliamo di grattacieli: questi posti risalgono a secoli or sono…
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Cuenca, Spagna

Se affacciandovi dal balcone di casa vostra doveste vedere uno strapiombo molto ripido, come reagireste? O se invece guardandovi attorno l'unica cosa che vi circondasse fossero delle pareti rocciose? Un effetto niente male, vero? Questo è quello che gli abitanti di questi paesi provano ogni giorno: abbiamo raccolto delle testimonianze fotografiche di cinque luoghi bizzarri sulla Terra dove la geometria degli abitati è fin troppo verticale, tanto da integrarsi perfettamente con scarpate e falesie. Non tutte le case che vedremo sono le tipiche costruzioni in mattone di qualche borgo medievale però. Abbiamo detto bizzarri, per cui preparatevi a sorprendervi. Sempre se riuscite a sostenere la vista dell'abisso sotto di voi.

Pont-en-Royans, Francia

Se soffrite di paura del vuoto, non venite ad abitare da queste parti. Perché qui qualche architetto ha voluto giocare a fare un po' troppo l'audace. Dal XVI secolo alcune case di questo piccolo villaggio francese si trovano costuite a ridosso di un precipizio. Non è tanto il salto a far impressione, perché in realtà si tratta di pochi metri sopra un fiume. Ma è il fatto che i palazzetti sembrano originarsi dalla parete rocciosa stessa su cui sono costruiti, e si sviluppano fino a sporgersi in maniera pericolosa, come dovessero staccarsi da un momento all'altro. La muratura che si frammezza alla pietra dà questo strano effetto, ma è in realtà proprio questa struttura per niente pericolante ad aver reso Pont-en-Royans un piccolo gioiello turistico.

Case sospese di Pont-en-Royans

Foto di Patrick Gruban

L'area in cui si trova, il Parco naturale regionale di Vercors, è una destinazione molto popolare per il turismo attivo, e attira sciatori, escursionisti e persino speleologi, grazie alle sue grotte. Il piccolo villaggio di neanche 1.000 abitanti si trova proprio alle porte del parco, sopra l'incrocio del fiume Bourne e il suo tributario Vernaison. Tra questi, vi si trova uno stretto passaggio tra due falesie colmato dalla presenza di un ponte in pietra largo appena tre metri. Questo ponte era stato costruito per facilitare la via dei carri dei commercianti, rendendo Port-en-Royans un transito più popolare in passato di quanto lo sia adesso. La città era già molto famosa durante la dominazione di Napoleone III anche al di fuori dei confini francesi, proprio grazie alla sua architettura, grande espressione di quel grandioso ingegno di cui la Francia si sentiva portatrice. In passato, infatti, il numero delle case sospese sull'abisso era tre volte di quelle che vediamo oggi. Molte sono crollate. Con un pensiero del genere, come si fa a vivere in quelle che resistono ancora oggi?

Cuenca, Spagna

La città fortificata di Cuenca, in Spagna, è un sito Patrimonio dell'Umanità Unesco grazie al suo bellissimo centro storico arroccato sulla cima di una collina rocciosa. Anche questa volta l'ingegno umano ha dovuto progettare degli spazi abitativi considerando dei limiti molto estremi. Cuenca fu fondata nel 714 dagli arabi musulmani, che avevano immediatamente compreso il valore strategico di quella postazione. Qui venne eretto un castello, e in seguito la città seguì le vicende di tutto il resto della Spagna: la conquista cristiana, la cacciata degli arabi, la Santa Inquisizione, la Guerra d'Indipendenza Spagnola… Nel corso dei secoli il castillo si è sviluppato talmente tanto, che per contenere i suoi abitanti si è dovuto ricorrere ad ardite opere di architettura.

Casas colgadas, Cuenca

Foto di Javier Losa

E di nuovo, ecco apparire le case sospese. Anche in questo le costruzioni in muratura si fondono con la roccia, ma alcune di esse andavano anche oltre. Molti edifici, infatti, si sporgevano pericolosamente dalle pareti del burrone. Alcuni di essi raggiungevano diversi piani, come degli antichi grattacieli, e si reggevano su delle semplici travi di legno. Neanche a dirlo, molte di queste strutture sono scomparse col tempo, e oggi ne rimangano proprio poche da visitare. Delle cosiddette "casas colgadas" le più famose sono un gruppo di tre caratterizzate da una serie di balconate in legno, che si ergono dalla roccia guardando al di sotto il fiume Huécar. Oggi ospitano il Museo dell'Arte Astratta Spagnola. Intanto, anche del castello originale sono rimaste poche mura e un arco. Se vi piacciono i brividi forti, a Cuenca non mancano: provate ad attraversare il ponte di legno che sovrasta la gola, e che collega la collina rocciosa su cui si erge la città fortificata, con quella dove è situato il Convento di San Paolo.

Castellfollit de la Roca, Spagna

Se siete in viaggio lungo la Catalogna, qualsiasi sia il vostro percorso vale la pena deviare verso la comarca de La Garrocha, nella provincia di Girona. Appena arriverete ai piedi di questo piccolo comune resterete naso all'aria, chiedendovi come si possa trovare dove si trova. Castellfollit de la Roca è infatti situato in cima a un colonnato basaltico, originatosi dalle colate laviche di quella che un tempo era un'attiva zona vulcanica. In realtà vi si trova proprio appollaiato, poiché le case si affacciano a ridosso delle pareti lungo entrambi i lati. E l'intero villaggio di appena 1000 anime sembra coprire ogni minimo spazio di un'area di circa un chilometro quadrato, che si estende lungo tutta la superficie del colonnato.

Immagine

Foto di Wiros

Ma non lo sembra semplicemente: le piccole case dal caratteristico tetto a spiovente sono a distanza molto ravvicinata le une dalle altre. Il risultato è un intricato dedalo di viuzze e vicoletti in tipico stile borgo medievale. Nonostante il toponimo, che fa pensare a un castello, non c'è mai stata una costruzione di questo tipo a Castellfollit de la Roca. Quello che invece attira i turisti è la chiesa del San Salvador, dalla cui cima si può ammirare lo stupendo panorama del paese che si stende lungo la roccia basaltica e della sua vista a precipizio sulla confluenza dei due fiumi Fluvià e Toronnell. Nonchè lo spettacolo delle colline verdi che compongono il Parco Naturale Vulcanico de la Garrocha. Impressionate è dir poco.

Manazan, Turchia

Abbiamo già visto con il nostro viaggio in Cappadocia che in Turchia c'è una tradizione millenaria nello scavare la roccia, costruirvi abitazioni e addirittura intere città. Manazan è uno straordinario esempio di villaggio di pietra nella regione dell'Anatolia centrale, dove la roccia preminente è il tufo, conosciuta per essere facile da erodere e modellare. Questo villaggio però è differente da città come Göreme e Ürgüp. L'intera Manazan è infatti una città che sviluppa in una sola direzione lungo due assi, quello verticale e quello orizzontale: è infatti stata costruita scavando la singola facciata di un'intera parete rocciosa lunga 3 km.

Manazan, Turchia

Manazan risale all'epoca dell'impero bizantino, e grazie alla sua particolare conformazione ha saputo resistere per secoli alla furia degli invasori e degli elementi, sopravvivendo alle numerose guerre e ai cambi di regime che hanno coinvolto la regione dell'Anatolia centrale. Le sue abitazioni sono state costruite nella parete rocciosa dislocandosi su cinque livelli. Alcune sono delle vere e proprie case, altre invece assomigliano più a dei condomini, poiché si vedono solo gli ingressi degli "appartamenti". La mancanza di scale spiega anche come queste abitazioni potessero essere così sicure: per raggiungere l'entrata bisognava infatti arrampicarsi sugli appositi appigli per mani e piedi scavati nella roccia, ancora visibili. Non c'erano solo case: si trattava di una città completa con negozi, chiese e persino cimiteri. Oggi Manazan è disabitata, ma gli abitanti del vicino villaggio di Taskale ancora usano le vecchie stanze come magazzini per grano e formaggio, grazie alla loro temperatura ottimale.

Falesia di Bandiagara, Mali

C'è da meravigliarsi a più riprese al cospetto di questa scarpata. Si tratta infatti di un'enorme formazione rocciosa alta 500 metri e lunga 200 km. Lungo tutto il percorso assistiamo a una serie diversa di paesaggi stupefacenti, dal deserto alle cascate che dalla cima della falesia si gettano al suolo rendendo rigogliosa l'area circostante. Non meraviglia che l'Unesco abbia deciso di dichiarare anche questa zona Patrimonio dell'Umanità. Ma lo spettacolo naturale non è l'unica ragione. L'area è infatti abitata dal XIV secolo dalla popolazione tribale dei Dogon, che vive in una serie di villaggi tutti costruiti a ridosso della roccia. Le loro abitazioni sono delle torrette dalla particolare forma cubica o conica, tutte realizzate in fango e legno.

Villaggio Dogon nella falesia di Bandiagara, Mali

Foto da Wikipedia

I Dogon non sono però stati i primi abitanti dell'area. Prima del loro arrivo, già dal XI secolo viveva la popolazione dei Tellem. Questi risiedevano in piccole caverne scavate a più livelli nella roccia: alcune di queste erano adibite a camere sepolcrali. I Tellem si sono spostati con l'arrivo dei Dogon, che hanno preso possesso degli insediamenti costruendovi le loro abitazioni. Oggi è possibile visitare tutti questi villaggi, e persino dormirci dentro. Il turismo infatti finanzia i villaggi dei Dogon, e in ognuno di essi  vi è almeno una struttura adibita ad ostello, dove viene fornito cibo e alloggio ai visitatori. Ci si ritrova quindi a dormire in una costruzione antica realizzata secoli or sono da antiche tribù africane, e per di più con una vista paragonabile a poche altre: un'esperienza del tutto singolare per delle vacanze alternative.

[In apertura: foto di Enrique Dans]

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