Castello di Sarmato, una roccaforte impregnata di storia
Antichi e misteriosi, i castelli esercitano un enorme fascino sui nostalgici del passato. Torri merlate, ponti levatoi e mura difensive: basta un po' di fantasia per materializzare visioni di ampie sale affrescate, balli in maschera, vita di corte o, al contrario, scenari di battaglie turbolente. Da Nord a Sud, l'Italia è piena di complessi fortificati. Uno dei più interessanti è il Castello di Sarmato, nei pressi di Piacenza. Immerso nella natura, vanta una storia lunga e interessante.
Il comune di Sarmato si trova nella Pianura Padana, nella bassa Val Tidone. In posizione strategica tra i due fiumi Tidone e Po, il castello fu un importante avamposto difensivo della guelfa Piacenza per proteggere la Val Tidone dalle incursioni dei ghibellini pavesi. Il maniero era inoltre situato all'incrocio di due percorsi molto battuti nel Medioevo: la via Emilia pavese e la via Francigena.
Si pensa che il castello fosse in passato un presidio longobardo, costruito intorno all'anno Mille. Le prime testimonianze documentarie risalgono al 1216 quando le milizie piacentine e milanesi si riunirono nella fortificazione in attesa di muovere guerra ai nemici pavesi. Altre notizie rimandano al XIV secolo, quando il proprietario era Gottardo Pallastrelli. Questo personaggio è legato a una leggenda relativa a San Rocco di Montpellier. Malato di peste, il santo si rifugiò in una caverna nei pressi del Castello. Il nobiluomo assistette il santo fino alla guarigione. Da allora Gottardo condusse una vita di sacrifici e alla morte decise di donare le proprie ricchezze ai poveri. Durante i secoli successivi, il castello subì vari passaggi di proprietà. Nel 1376 Galeazzo Visconti, signore di Milano, concesse il maniero alla nobile famiglia Seccamelica. In seguito il complesso passò alla famiglia Scotti e agli Arcelli. Nel 1439 tornò in possesso degli Scotti, ma nel XIX secolo fu acquisito dagli attuali proprietari, i Conti Zanardi Landi di Veano.
Il complesso è costituito da un mastio articolato intorno al cortile, due torri angolari, e dall'antico borgo circondato da mura, contornate in origine da un fossato. Il borgo comprende tre chiese, il castello, la rocchetta. Quest'ultima, in origine strutturata per difendersi dagli attacchi provenienti dal Po, nel secolo scorso è stata trasformata in residenza.
Gli interni del castello, curatissimi, sono costituiti da ampi saloni e camere da letto arredate con mobili d'epoca. Di grande interesse è lo studiolo con affreschi tardogotici, attribuiti a Bonifacio Bembo, dove si tenevano incontri culturali, letterari e musicali. Il percorso guidato include le facciate, i saloni affrescati e arredati, le sale dell'archivio, la grande sala da ballo, le camere da letto e la "Sala dei filosofi" attribuita a Bonifacio Bembo. Nei giorni feriali è accessibile solo su prenotazione. La domenica e i festivi il complesso è aperto dal 30 marzo al 30 giugno e dal 4 settembre al 2 novembre. A luglio aperto solo su prenotazione per gruppi. Le visite seguono i seguenti orari: 11.00, 15.00, 16.00, 17.00. Il costo del biglietto intero per adulti è di 10 euro.