Da Mozart a Goethe, gli illustri viaggiatori innamorati dell’Italia
Le bellezze dell'Italia hanno sempre affascinato visitatori da tutto il mondo. Nei secoli passati il Belpaese ha catalizzato l'attenzione di famosi poeti, scrittori o musicisti stranieri che si sono fatti ammaliare dal clima, dall'arte e dallo stile di vita italiano. Da Hemingway ai poeti romantici inglesi, ecco gli illustri innamorati del Belpaese.
Johann Wolfgang von Goethe – Napoli
Lo scrittore tedesco immortalò il suo tour del Belpaese nelle pagine del suo famoso Viaggio in Italia. In fuga dall'asettica e soffocante corte di Weimar per la quale svolgeva l'incarico di ministro, sentì il bisogno di rifugiarsi nel Belpaese. Un'Italia sognata, desiderata e raccontata con occhio curioso e scevro da pregiudizi. Goethe soggiornò a Napoli due volte nel 1787, restandone letteralmente folgorato. Più che una descrizione della città, Goethe si sofferma nel tracciare un ritratto dei suoi abitanti, con i loro vizi e virtù. I suoi racconti sono intrisi di un sentimentalismo che a tratti può apparire di maniera, ma illustra le impressioni e sensazioni suscitate dallo splendore di Napoli. Di recente il Polo museale della Campania e il Goethe-Institut hanno presentato il volume "Goethe: I miei giorni a Napoli", un invito a riscoprire le strade, le piazze, i vicoli del capoluogo campano attraverso l'opera del grande autore.
John Keats – Roma
Consumato dalla tubercolosi, John Keats si trasferì a Roma su consiglio degli amici e dei medici, convinti che il benefico clima della Capitale potesse giovargli. Il poeta si stabilì al numero 26 di Piazza di Spagna. Le sue giornate proseguivano tranquille, tra un pasto consumato nella Trattoria della Lepre a via Condotti e momenti passati con gli amici. Purtroppo la lontananza dalla sua amata Fanny Brawne e le stroncature critiche alle sue opere minarono il suo già precario stato di salute. Keats morì il 23 febbraio 1821 nel suo alloggio romano. Oggi in quel luogo sorge la Keats-Shelley Memorial House, casa museo dove il poeta trascorse gli ultimi mesi di vita. L'edificio si trova proprio di fronte alla fontana della Barcaccia e custodisce numerose testimonianze dei poeti romantici inglesi: lettere, manoscritti, ritratti, reliquie varie e una ricca biblioteca con i volumi appartenenti a Keats e ad altri autori come Shelley e Byron. Un must per tutti gli amanti del romanticismo inglese.
Lord Byron – Umbria
L'Italia esercitò un fascino magnetico anche su un altro poeta inglese, Lord Byron. Noto per la vita avventurosa e le burrascose relazioni sentimentali, l'autore rimase affascinato dal Belpaese, sua patria d'adozione che gli ispirò diverse opere. Nel 1816 intraprese un lungo viaggio in Italia che lo condusse in diverse città come Venezia, Roma, Padova, Bologna e Firenze. A conquistare il poeta romantico furono soprattutto i paesaggi dell'Umbria, il cuore verde dell'Italia. Meraviglie come il lago Trasimeno, le sorgenti del Clitunno e la cascata delle Marmore incantarono i suoi sensi e rapirono la sua immaginazione. Quei luoghi selvaggi e incontaminati esprimevano lo spirito del romanticismo al punto che Byron li immortalò nel suo Childe Harold's Pilgrimage.
Wolfgang Amadeus Mozart – Milano
Il giovane Mozart compì diversi viaggi in Italia accompagnato dal padre. In particolar modo restò sempre legato a Milano, città in cui trascorse quasi un anno della sua breve vita. Il ragazzo prodigio arrivò a Milano il 23 gennaio 1770. Proprio nel capoluogo lombardo Mozart divenne compositore d'opera. Qui incontrò musicisti del tempo come Giovan Battista Sammartini e scrittori come Giuseppe Parini. Malgrado i suoi quattordici anni era già famoso e venne ospitato dal governatore della Lombardia, intrattenendo la nobiltà locale in feste organizzate appositamente per lui. Ritornò a Milano il 24 agosto 1771, in occasione del matrimonio della principessa Maria Beatrice D’Este per cui compose e suonò personalmente una serenata. Il giovane Mozart avrebbe voluto trovare un impiego permanente a Milano al soldo dell'arciduca Ferdinando, ma si scontrò con l'opposizione di Maria Teresa d'Austria. L'ultima permanenza fu nel novembre 1772.
Ernest Hemingway – Veneto
Il 6 aprile 1917 gli Stati Uniti entrarono in guerra e il giovane cronista Ernest Hemingway si arruolò come volontario per combattere in Europa. Nel maggio 1918, durante la Grande Guerra, fu inviato in Veneto, più precisamente a Schio, il Pasubio e Fossalta di Piave, dove venne ferito gravemente. Venne poi decorato al merito per il valoroso servizio, tornando al fronte a Bassano del Grappa. Da allora riservò al Veneto un posto speciale nel suo cuore. Ritornò in quei luoghi nel 1948 con la moglie Mary e fece tappa a Cortina d'Ampezzo, dove incontrò per la prima volta Fernanda Pivano, la traduttrice dei suoi romanzi. Sostò a Venezia dove fece diventare famoso l'Harry's Bar e la Locanda Cipriani di Torcello. Il grande autore ebbe una predilezione speciale per Caorle, Verona e la Valpolicella. Molti luoghi e persone della regione fecero capolino nei suoi scritti, specialmente in Di là dal fiume e tra gli alberi.