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Diari del monopattino

Diario del monopattino, giorno 13: zoppicando nel Parco di Killarney

Mi sveglio, cado… la gamba destra non ce la fa. Non mi do per vinto: nel viaggio si scoprono energie insospettabili. Vado avanti così, su una gamba sola nel magico mondo dell’Isola verde.
A cura di Roberto Cassa
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Giorno 13: da Sneem a qualche fattoria dopo il Parco di Killarney, andando verso Cork
Chilometri percorsi: 75 km.

Ieri sera ho deciso di intraprendere una strada interna e montuosa del Kerry, stamattina mi sveglio in gran forma, l'idea di non sapere cosa vedrò è eccitante, l'ignoto mi ha sempre affascinato; spesso fa paura ma la scoperta che vi si cela dietro è impagabile. Con queste premesse mi metto in piedi ma cado, non riesco ad allungare la gamba destra, nemmeno per un secondo penso di fermarmi, prendo subito un tutore (fascia elastica) e provo a camminare. Sento dolore e trascino un po' la gamba, se pur zoppicando riesco a camminare, quello che proprio non posso fare è spingere sul monopattino se non con la sola gamba sinistra.

“ Viaggio in solitaria da anni, ma mai mi sono sentito solo ”
A questo punto non posso far altro che zoppicare per la salita e recuperare il tempo grazie alle discese. Così mi metto in marcia, ferito, ma non abbattuto, mi aspettano tre importanti salite una ad un altitudine di 200 metri, la seconda a 216 e la terza la più dura, lunga 15 km fino ad una altezza di 320 metri! Quando mi metto in marcia la situazione è critica eppure – chissà perché – non mi sento disperato. Mentre zoppico lungo la salita, mi ricordo di quando ero piccolo e negato per gli sport. Ero quello che veniva sempre scelto per ultimo, la cosa mi faceva male perché già sognavo di fare questo, volevo essere all'altezza dei miei sogni, è li che ho maturato la voglia di non arrendermi mai. Così mi sono impegnato e oggi mi resta quella volontà ferrea di non mollare mai, per non deludere quel bambino dai sogni grandi e le gambe deboli.

Verso il Parco di Killarney.
Verso il Parco di Killarney.
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Spesso il viaggio ti porta a conoscere te stesso, nei momenti più difficili è come vedersi allo specchio, altre volte scopri parti di te che non conoscevi e una forza che non pensavi di avere. Sono 2 ore che cammino quando arrivo alla prima discesa, stanco mi lascio andare e la discesa è molto ripida e corta purtroppo. Ci risiamo, ancora una volta si cammina. Ogni salita mi sembra di scavare in me stesso, cerco di motivarmi e poi sento un calore, si fa sempre più crescente, finisce per avvolgermi, e per un attimo sento la mia gamba destra venir spinta. Ho iniziato a ricordare gli affetti, gli amici, la famiglia, tutte le persone che mi seguono e che non voglio deludere. È una sensazione piacevole che continua a donarmi forza, alla fine siamo esseri sociali, la nostra più grande forza è nella cooperazione.

Durante la seconda salita mi abbandono completamente a questo sentimento che mi trascina oltre il dolore e quando sono in cima, ed inizio la discesa chiudo gli occhi per qualche secondo, per sentire il rumore del vento, avvertire quella sensazione di cadere che mai come ora è positiva, quando riapro gli occhi il paesaggio sta diventando davvero spettacolare. Montagne ovunque ed una strada che attraversa la valle a tutta velocità, sembra di stare sulle Alpi. La seconda discesa è più consistente dopo 6 km sotto con l'ultima importante salita. È incredibile come salita dopo salita il mio atteggiamento stia mutando, questa è la più dura eppure si desta un sorriso, mi sto iniziando a divertire, perché non sento più il dolore, è incredibile quanta forza ci possano dare gli altri, anche se in quel momento non sono con noi. Viaggio in solitaria da anni, ma mai neanche per un secondo mi sono sentito solo. Durante la salita mi fermo, c'è un lago di origine glaciale, mi siedo su una pietra sulle sue sponde e riposo per un po'. Arriva un pescatore si lamenta del troppo vento, la cosa mi fa sorridere se penso ai giorni passati.

Abbandono quell'angolo d'Irlanda, ormai la vetta è vicina, e finalmente sono pronto all'ultima discesa che attraverserà il parco nazionale di Killarney. Per l'ultima volta do un colpo al monopattino e inizio a cadere. La bellezza del luogo trasmette tranquillità, ricco di laghi e foreste, ed in quest'ultime passo a gran velocità, cado sempre più nel cuore del parco. È davvero un luogo magico, sarà che è parecchio che non vedo una foresta, ma il muschio sugli alberi, le piante, le grandi rocce, sembra uscita da una favola. Mi ritrovo in pianura, continuo a calciare solo la gamba sinistra, altro che piede debole, attraverso il parco fino a Killarney dove riposo un po'. Ho ancora un paio d'ore ed ho la pessima idea di avvicinarmi a Cork. Mi metto in marcia e percorro la superstrada con la gamba sinistra, spingendo al massimo, l'idea è pessima perché su questa superstrada non c'è niente, inizia a porsi il problema di dove dormire.

Sono ormai parecchi i km percorsi e scende la sera, trovo una fattoria lungo la strada, entro e chiedo di poter mettere la tenda, l'uomo con un super sorriso ‘'certo, nessun problema, sembri stanco vuoi un po' di tè’’. Questa giornata non poteva che finire così, aiutato da un'altra persona questa volta in maniera meno figurata. Mentre mi riempio con il tè caldo ripenso a che incredibile giornata è stata questa, 75 km con una gamba sola, e la conferma che le giornate più difficili sono le più belle!

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