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Everest, sulla montagna troppi rifiuti ed escrementi

Sono attesi circa 700 trekker per la nuova stagione turistica e le autorità si stanno preparando a far rispettare con maggior rigore la regola degli 8 chili: ogni scalatore dovrà tornare al campo base con tale quantità di rifuti.
A cura di Redazione Viaggi
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Everest (Foto Getty Images).
Everest (Foto Getty Images).

E' la montagna più alta del mondo e da marzo a maggio si offre agli scalatori coraggiosi che vogliono risalirne le pareti. L'Everest è alto 8.848 metri e per la prima volta è stato scalato dal neozelandese Edmund Hillary nel 1953. Dopo di lui altri 4.000 scalatori hanno ripetuto l'impresa, delle quali ben 900 hanno perso la vita. Sono ancora 260 i corpi che al momento sono dati per dispersi. Quest'anno sono attesi 700 trekker con le relative guide e con sé porteranno bombole, cibo, bibite, materiale per il trekking, gavette, tende e molte, molte altre cose ancora. Alcune si perderanno lungo la scalata, altre saranno lasciate sul posto, perché non può essere altrimenti.

Gli alpinisti lasceranno lungo il percorso i loro rifiuti organici. Urina e feci possono rappresentare un problema per questo luogo incontaminato – almeno rispetto al resto del mondo – nonché per gli altri scalatori. Ang Tshering, presidente dell’Associazione degli alpinisti del Nepal (NMA), ha spiegato infatti che le feci possono rappresentare un problema per la salute degli altri sportivi. In genere la soluzione dei trekker è quella di lasciare le proprie feci in una buca scavata nel ghiaccio, ricoperta poi con lo stesso. La temperatura maggiore del contenuto, però, riporta le feci in superficie, il che, oltre ad essere sgradevole ai sensi, può rappresentare anche un pericolo per la salute, poiché gli alpinisti si abbeverano dall'acqua che scorre dai ghiacciai della montagna.

Una delle opere create con i rifiuti raccolti sull'Everest (Foto Getty Images).
Una delle opere create con i rifiuti raccolti sull'Everest (Foto Getty Images).

Il presidente dell'NMA ha esortato il governo nepalese a prendere provvedimenti. A 5.300 metri, nel campo base, gli scalatori fanno i propri bisogni in fusti che vengono poi smaltiti a bassa quota. Negli altri quattro campi fino alla cima dell'Everest una soluzione simile non è presente ed è qui che deve intervenire il governo affinché provveda ad un sistema di smaltimento, così come previsto per il campo base. Nel 2014 il governo nepalese imponeva agli scalatori una cauzione di circa 3.500 euro, che veniva trattenuta se il visitatore tornava al campo base con meno di otto chili di spazzatura e rifiuti organici, l'ammontare di immondizia che dovrebbe produrre durante una scalata. La regola è in vigore anche quest'anno, ma per la stagione 2015 saranno presenti anche funzionari governativi che faranno rispettare in maniera più vincolante la norma. Gli arrampicatori, inoltre, devono seguire le linee guida pubblicate dall'NMA.

Il problema dei rifiuti in montagna, comunque, non è nuovo e non interessa solo l'Everest. Nel 2008 lo sherpa Dawa Steven guidò una spedizione per il recupero dell'immondizia lasciata dai trekker e da allora la missione è stata ripetuta annualmente. Ad oggi sono state recuperate 15 tonnellate di rifiuti. La campagna contro l'inquinamento dell'Everest è stata portata avanti anche a bassa quota, dove alcuni artisti nepalesi hanno realizzato un'opera con più di 1,7 tonnellate di rifiuti recuperate dalla montagna. Per quanto riguarda altri illustri rilievi colpiti dai rifiuti organici e non, basti ricordare che nel 2009 il Comitato EvK2Cnr recuperò 8 tonnellate di rifiuti sul K2. Un appuntamento che si è ripetuto anche negli anni successivi.

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