Galleria Merlino: uno spazio per l’arte contemporanea a Firenze
Firenze, si sa, è la culla del Rinascimento e ha visto fiorire il talento artistico di maestri come Leonardo (del quale nel 2019 ricorrono i 500 anni dalla morte), Botticelli, Michelangelo. Ancora oggi, a distanza di mezzo millennio, il capoluogo toscano si rivela una fucina inesausta di creatività. Le nuove leve dell'arte contemporanea passano da Firenze, più precisamente dalla Galleria Merlino, uno spazio espositivo che riunisce artisti italiani e internazionali. La struttura si trova nel cuore della città, in via delle Vecchie Carceri, all'interno del Complesso delle Murate.
Ciò che colpisce al primo sguardo è l'elevata qualità delle opere in mostra, oltre alla varietà stilistica che traspare dall'insieme: voci eterogenee che compongono all'unisono una sola melodia, dai toni a tratti forti e accesi, a tratti poetici e delicati, ma sempre autentici e scaturiti da un profondo desiderio di comunicazione attraverso il mezzo visivo.
Che siano linearità astratte, fotografie in bianco e nero, giochi di forme e materiali o visioni più figurative, la Galleria Merlino dà libera espressione alla creatività individuale e permette a ciascun talento di emergere nella sua unicità.
La struttura fa capo ad Artexpertise, organizzazione attiva a livello internazionale che promuove mostre a Londra, Milano, Venezia e partecipa a diverse fiere d'arte, oltre a essere fondatrice della Prima Biennale Internazionale d'Arte Contemporanea della Versilia. Abbiamo intervistato Marina Volpi, direttrice artistica di Artexpertise che si occupa di selezionare le opere artistiche per la Galleria Merlino.
Marina, qual è la mission della Galleria Merlino?
Ci proponiamo di offrire una panoramica a 360 gradi dell'arte contemporanea. Abbiamo cercato di dare al progetto un'impronta fortemente internazionale, ospitando artisti italiani ma non solo. Molti dei nostri espositori provengono da ogni parte d'Europa, dall'America e dall'Oriente. Inoltre partecipiamo a fiere d'arte internazionali, nello specifico a Cannes, Parigi, Innsbruck e anche a Londra dove organizziamo una mostra tutta nostra. Ovviamente le opere che esponiamo sono molto eterogenee, in modo da coprire un intero ventaglio di possibilità artistiche. Questo è un momento molto strano per l'arte contemporanea: prima c'era la tendenza a racchiudersi in grandi filoni o movimenti, oggi tutto questo non sarebbe possibile perché gli artisti tendono a mettere in risalto la loro individualità. Le opere sono spesso autoreferenziali e il lavoro artistico vuole essere concepito come unico e diverso rispetto a tutti gli altri.
In base a quali criteri selezionate gli artisti?
Principalmente due criteri. Il primo è quello critico: cerchiamo di trovare artisti che siano originali ma che non si "appiattiscano" troppo. Oggi per esempio va forte il filone dell'informale, più alla portata di tutti poiché consente l'espressione artistica anche di chi non ha grandi capacità tecniche. Tuttavia, in questo caso puntiamo a scegliere un informale di qualità. Per intenderci, non selezioneremo mai il quadro del "pittore della domenica" un po' annoiato; preferiamo tutto ciò che nasca da una ricerca concettuale ed espressiva. Il secondo criterio è quello commerciale. Nella nostra galleria, infatti, le opere sono in vendita e teniamo conto delle preferenze della nostra clientela, che anche in questo caso sono abbastanza variegate; chi è più tradizionalista predilige il figurativo, mentre i più giovani puntano sull'astratto o sui materici.
Cosa consiglieresti a chi decide di intraprendere un percorso artistico a Firenze? La città può ritenersi ancora la culla dell'arte?
Firenze sarà sempre la culla dell'arte e questo sarà sempre una croce e delizia. Gli artisti che arrivano in città, infatti, rischiano di farsi inghiottire da una storia così importante e così sublime che però, paradossalmente, può essere un freno. Intanto, se si ricerca il bello dal punto di vista estetico, bisogna essere consapevoli che tutto è già stato detto e fatto. Gli artisti devono trovare un canale espressivo che deve scaturire dalla loro interiorità. Non basta l'abilità tecnica o l'aver frequentato l'accademia che a volte, se non si ha una forte personalità artistica, può appiattire la creatività. L'artista deve viaggiare dentro se stesso per esprimere la sua verità interiore, con l'aiuto della tecnica e dei grandi maestri, certo. Quindi Firenze è fondamentale da un punto di vista formativo, perché bisogna conoscere la storia dell'arte, altrimenti si può arrivare a presentare una cosa già realizzata nel 1480 pensando di essere i primi arrivati, e questo è un errore. Firenze, perciò, è un buon punto di partenza per studiare chi ci ha preceduto, ma successivamente si deve passare all'analisi della propria interiorità. I migliori artisti sono quelli che hanno trovato la chiave dentro loro stessi.