I geyser, la potenza del sottosuolo esplode in superficie
Islanda, Stati Uniti, Sud America, Russia, Nuova Zelanda… sono davvero pochi i posti al mondo dove si possono osservare i geyser, i fantastici getti d'acqua bollente che erompono dal sottosuolo creando colonne spettacolari. La bellezza di questi fenomeni è dovuta principalmente alla loro frequenaza: molti geyser eruttano a intervalli più o meno regolari di tempo, e in certi casi la matematica precisione cronologica impressiona per la sua puntualità.
Il Geysir in Islanda, foto di Frank Barth-Nilsen
La terra dei geyser è sicuramente l'Islanda, dove sono stati per la prima volta studiati e documentati questi fenomeni. Lo stesso termine è l'adattamento in inglese dall'islandese del nome Geysir, che venne dato al primo geyser di cui si ha notizia, il più antico conosciuto agli europei. Conosciuto anche come "il grande Geyser", i suoi getti raggiungono i 60 metri d'altezza: il suo primato fu però di 122 metri nel 2000, e lo ottenne eruttando per due giorni. Questo lo ha reso ufficialmente il geyser più alto del mondo, ma da qualche anno la sua attività è diminuita.
Lo Strokkur in Islanda, foto di pi.zswk
Altro geyser famoso in Islanda è lo Strokkur, nei pressi del Geysir: non tanto per le sue dimensioni (raggiunge appena i 20 metri, a volte 40) quanto per la sua regolarità che va dai 4 agli otto minuti. Si creò nel 1789 a seguito di un terremoto, e sempre per un sisma si fermò nel 1896. Solo nel 1963 un gruppo di geologi ripulì la condotta di fuoriuscita e il geyser, non più ostruito, tornò a eruttare.
Old Faithful negli Stati Uniti, foto di rickz
Il più famoso geyser del mondo è certamente l'Old Faithful, nel Parco Nazionale dello Yellowstone, il Patrimonio dell'Umanità Unesco nel Wyoming, Stati Uniti. Il suo nome, "vecchio fedele", indica la regolarità di intervalli con cui spruzza. Tale frequenza è calcolata con una formula matematica che determina con precisione quanto tempo dopo il geyser erutterà di nuovo a seconda della durata dell'eruzione precedente: in media 91-93 minuti. Il geyser fu il primo a cui venne dato un nome all'interno del parco.
L'Old Faithful visto da lontano, foto di Kate & Ian
L'intera area geotermale di Yellowstone è molto estesa, e ospita 400 geyser, la più alta concentrazione del pianeta. Ciò ha fatto allarmare gli esperti poiché tale attività sarebbe la prova dell'esistenza di un enorme caldera nel sottosuolo (in termini non scientifici definita supervulcano) che un giorno potrebbe esplodere con conseguenze devastanti.
White Geyser nello Yellowstone, foto di Bo Nielsen
Ma fermiamoci un attimo per spiegare come si formano i geyser. Il fenomeno si verifica in aree geotermiche attive dove si riscontrano altri eventi di vulcanismo secondario (come le fumarole o le sorgenti termali: un esempio nel nostro paese sono i Campi Flegrei a Napoli). Ma perché il geyser si verifichi ci vuole una struttura del sottosuolo particolare che è detta camera a sifone.
Geyser a Rotorua in Nuova Zelanda, foto di Neville10
In pratica c'è una camera magmatica coperta da uno strato di rocce impermeabili, mentre un altro strato di rocce porose (dette serbatoio) fanno circolare l'acqua che nel frattempo si riscalda ma non evapora. Una volta che il sifone si riempie la pressione e il calore spingono l'acqua verso l'esterno: la regolarità del getto è dovuta proprio al tempo che occorre al sifone per riempirsi.
Il Pohutu a Te Puia, Nuova Zelanda, foto di Alan Vernon
In Nuova Zelanda si possono osservare dei geyser nei pressi della cittadina di Taupo, vicina all'omonimo lago. Da queste parti, tra l'altro, è esistito il geyser più potente di cui si abbia mai avuto notizia: il Waimangu, vicino alla cittadina di Rotorua. La sua prima eruzione fu osservata nel 1900, e raggiunse l'altezza record di 460 metri, mai più eguagliata. Fu oggetto dell'attenzione mondiale ma, a causa di una frana che modificò la conformazione della depressione circostante in cui si raccoglieva l'acqua, si estinse nel 1904.
I geyser di El Tatio, foto di Arthur Lima
Altri geyser si possono osservare nella penisola di Kamčatka, in Russia; sull'isola di Umnak, che fa parte dell'arcipelago vulcanico delle isole Aleutine, appartenenti all'Alaska; e in America latina, nella zona di El Tatio (Cile) e nelle pianure di Potosì (Bolivia).
[In apertura: lo Strokkur in Island, foto di Andreas Tille]