Nel centro di accoglienza di Ellis Island: quando gli immigrati eravamo noi
Ad oggi 10 milioni di famiglie americane possono rintracciare le loro radici a Ellis Island, un isolotto incastonato nella baia di New York. Proprio qui, tra il 1892 e il 1924, immigrati provenienti da ogni parte del mondo hanno visto avverarsi (o infrangersi) il sogno americano. Con qualche bagaglio consunto, pochi spiccioli in tasca e tanta speranza, si spingevano oltre l'Atlantico in cerca di fortuna. Salpavano per mare affrontando lunghe traversate, spesso in condizioni disumane, per raggiungere la cosiddetta "isola delle lacrime", primo approdo di un'America nel pieno della rivoluzione industriale.
Ellis Island, la porta d'accesso agli Stati Uniti, divenne famosa dal 1892 quando diventò stazione di smistamento per i passeggeri di terza classe delle navi, provenienti soprattutto dall'Europa orientale e meridionale. Tra loro moltissimi italiani, spinti dalla disperazione, dalla guerra e dalla depressione economica.
Dal 1990 l'edificio principale di Ellis Island si è trasformato nel commovente Museo dell'Immigrazione per ricordare tutti i migranti approdati oltreoceano in cerca di fortuna. Nelle varie sale si possono rintracciare storie di vita vissuta, fotografie, bauli, oggetti personali e perfino la diretta voce registrata degli immigrati. Colpisce la mostra permanente "Peopling from America" con statistiche e informazioni sui migranti, mentre al primo piano si trova la toccante Registry Room, dove gli immigrati venivano registrati e poi sottoposti a interrogatorio. Tra le altre testimonianze troviamo un dormitorio perfettamente conservato, diari e installazioni video che emozionano frotte di turisti, ma soprattutto migliaia di visitatori americani che qui possono ritrovare un pezzo del proprio albero genealogico.
[Foto in apertura di Getty]