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Luca Battifora (ASTOI): “L’Italia ha bisogno di un Ministero del Turismo”

Luca Battifora, presidente di ASTOI Confindustria Viaggi, risponde a una serie di domande su temi di primo piano relativi al settore turistico: la recentissima rimozione dello sconsiglio su Sharm, la tutela del consumatore, le iniziative per promuovere e valorizzare la destinazione Italia.
A cura di Angela Patrono
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Le vacanze in Italia sono ancora un traguardo ambito per i visitatori stranieri? E gli italiani dove preferiscono trascorrere le vacanze al mare? Le nostre destinazioni sono abbastanza competitive? Sono questi gli interrogativi che sorgono alla mente quando si pensa alla situazione del turismo italiano. Reduce da una crisi non ancora superata, il settore sta attraversando un periodo contrastante. Se nel primo trimestre del 2014 si è registrato un calo degli arrivi del 4%, i numeri a partire da giugno lasciano ben sperare in una ripresa. Per la prima volta dal 2010 i vacanzieri aumentano, anche se preferiscono spendere di meno e gli operatori puntano ad abbassare i prezzi del soggiorno per sfruttare al massimo le strutture.

Le vacanze al mare fanno la parte del gigante nell'estate 2014, tanto che quasi un italiano su due ha passato le vacanze in spiaggia nella prima settimana di luglio: un dato ottimistico e confortante, ma che lascia aperto un sostanziale margine di incertezza. Per quanto riguarda la questione arrivi nel 2013 si è registrato un netto calo, ma in occasione dell'imminente Expo 2015 si prevedono almeno 4 milioni di visitatori stranieri. Tuttavia, come fa notare Coldiretti, le vacanze in Italia sono più care del 10% rispetto alla media del Mediterraneo. Come promuovere allora la destinazione Italia valorizzando al meglio il suo innegabile patrimonio artistico-culturale? Per fare maggiore chiarezza su questo scenario incerto abbiamo intervistato Luca Battifora, Presidente di ASTOI Confindustria Viaggi, che ha risposto ad alcune domande relative al ruolo di ASTOI nel mercato turistico e all'attuazione di adeguate strategie per risollevare il comparto.

Presidente, partendo dalla sua recente elezione alla guida di ASTOI, alla luce della sua lunga esperienza nel management turistico, quale assetto ritiene di dare ad ASTOI in relazione a un’industria turistica in costante mutamento?

Astoi in tal senso ha fissato diversi punti programmatici: prima di tutto ci si adopera per un costante rapporto con le istituzioni, oltre che con le associazioni di categoria e non. In secondo luogo si punta sullo sviluppo di tematiche legislative e cooperative per migliorare i rapporti con le aziende.

Quali sono le nuove iniziative che intende promuovere ASTOI nel mercato?

Ci siamo fatti promotori di diversi emendamenti sia in relazione al Decreto Turismo che al Codice del turismo. ASTOI promuove inoltre eventi come il recente United for Egypt, in cui abbiamo affrontato varie tematiche inerenti al settore.

A proposito di United for Egypt, nel corso dell’evento ha evidenziato l'importanza dell'Egitto per i tour operator outgoing. Risale a poche ore fa la notizia che tutti aspettavamo: la Farnesina ha tolto lo sconsiglio su Sharm. Alla luce di questo, come pensa si evolveranno le relazioni tra Italia ed Egitto?

Confermo esattamente ciò che ho detto all’evento: l’Egitto è una destinazione strategica, se si pensa inoltre che fino a tre anni fa eravamo uno dei primi tre mercati di riferimento con oltre un milione di arrivi. Riguardo alla rimozione dello sconsiglio non posso che esprimere la mia piena soddisfazione. Tale mossa avrà un impatto positivo non solo per l'Italia ma anche per l'Egitto, dove il turismo è una delle fonti primarie di introito economico. Con l’Unità di Crisi della Farnesina abbiamo avviato un confronto costruttivo relativamente alla questione sconsiglio, ma non solo: abbiamo anche considerato i radicali mutamenti avvenuti a livello globale negli ultimi tre anni che hanno influenzato, o potranno influenzare in futuro, il settore del turismo. Da qui la decisione di concordare con tutte le parti un percorso di dialogo al fine di individuare le strategie più idonee per gestire le criticità che possono causare pesantissime ripercussioni sull'intero comparto. Lo scenario mondiale è cambiato e siamo chiamati ad adeguarci ai nuovi modelli che ci vengono proposti.

Quali sono, di conseguenza, le mosse da adottare per gestire le situazioni di rischio internazionali?

Ritengo che le differenze tra Paese e Paese, o anche all'interno di una stessa destinazione, siano troppe per identificare situazioni di rischio omogenee e attuare comportamenti operativi univoci. Proprio per questo ASTOI, insieme all'Unità di Crisi, ha deciso di avviare un processo di confronto, affinché gli addetti ai lavori possano trovare una sintesi tra la necessità di informare il cliente e l'esigenza di stabilire regole chiare, che siano comunque operativamente sostenibili dalle aziende interessate.

Come intendete gestire la questione tutela dei consumatori, considerando la possibilità di sfruttare il Fondo nazionale di garanzia in caso di insolvenza o fallimento dell’operatore?

Stiamo appunto chiedendo una modifica del Fondo di Garanzia, il quale purtroppo non possiede la capacità finanziaria per sostenere i costi, per cui ogni volta che sorgono problematiche relative alla tutela dei consumatori si rende necessario l’intervento di privati. Abbiamo presentato diversi emendamenti in tal senso, ma sostanzialmente, con il permanere di questa situazione, il fondo si rivela uno strumento inutile.

Siamo il Paese con il maggior numero di siti nel patrimonio Unesco ma anche quello in cui, secondo Legambiente, continuano a crescere i reati tra mare e costa: il turismo ha bisogno più di cemento o di difesa del paesaggio?

In realtà c’è bisogno di una cultura del turismo. L’Italia ha il più grande patrimonio artistico-culturale al mondo, un patrimonio che va adeguatamente valorizzato con strategie pertinenti, come l’istituzione di un Ministero del Turismo.

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