Vietato ai minori! Il parco a tema coreano tutto dedicato al sesso
E con questo disclaimer a caratteri cubitali speriamo di aver stuzzicato la vostra curiosità. Perché stiamo per portarvi in un mondo fatto di piaceri voluttuosi, dove la lussuria è la vostra compagna di viaggio e non ci sono tabù che tengano. Siamo ad Amsterdam, nel quartiere a luci rosse? O magari in una peccaminosa spa al confine svizzero? Niente di così scontatamente europeo: questa volta ci spingiamo fino in estremo Oriente. E precisamente in Corea del Sud, sull'isola di Jeju: qui sorge quello che è il più grande parco a tema del mondo dedicato al sesso.
Jeju Loveland è un nome semplice e ad effetto per indicare l'attività quotidiana primaria di tutti gli esseri viventi, umani e non umani (o per lo meno quella che tutti vorremmo fosse la nostra attività quotidiana primaria). Il parco a tema è il kamasutra fatto arte, nella forma di 140 sculture che mostrano una vasta gamma di posizioni articolate. Le statue rappresentano uomini, animali e persino esseri mitologici (vedi la sirena) dedicarsi alla piacevole attività nelle pose più disparate.
L'idea di creare un parco scultoreo così originale ed esplicito si deve a un collettivo di 20 artisti provenienti dall'università Hongik di Seul. Nel 2002 scelsero Jedu-do, l'isola maggiore dell'arcipelago sudcoreano, come location per il loro piccante lavoro. Il 16 novembre 2004 Jeju Loveland aprì al pubblico. Il parco però è in continuo divenire, in quanto continua a ospitare esibizioni di artisti provenienti da ogni parte della Corea. Queste vengono ospitate all'interno di sale espositive apposite, mentre le statue hot sono tutte all'aperto.
La storia stessa dell'isola di Jeju come meta turistica è molto interessante e si adatta perfettamente al contesto. Dopo la Guerra di Corea l'isola divenne meta di riferimento per le vacanze estive, grazie al suo clima mite, i paesaggi incantevoli e le acque pure. Una scelta dettata per lo più dal fatto che i coreani, per ragioni politiche e finanziarie, non potevano permettersi di lasciare il paese. In particolar modo, la meta era una destinazione favorita delle coppie in luna di miele.
Il punto è che all'epoca i matrimoni erano tutti combinati dai genitori: gli sposi non si conoscevano fino a quando non si incontravano sull'altare. I pochi fortunati che avevano l'occasione di incontrarsi prima lo facevano sempre sotto l'attenta supervisione dei rispettivi genitori . Una situazione che non favoriva certo un'atmosfera di relax tra due persone che dovevano consumare la loro prima notte di nozze quando si erano conosciuti appena il giorno stesso.
La storia vuole quindi che gli hotel di Jeju si fossero specializzati ad accogliere le vergini coppiette, e che si impegnassero a favorire la loro reciproca deflorazione con un intrattenimento creato ad hoc. Le strutture assumevano dei professionisti per "rompere il ghiaccio" con spettacolini di lap dance e giochi istigatori che stimolassero le fantasie erotiche di uomini e donne, e gli dessero qualche idea per il dopo serata. Un vero e proprio corso di educazione sessuale accelerato.
Con un simile background storico, non c'è da meravigliarsi se Loveland abbia riscosso un enorme successo tra i turisti. La causa forse è anche da cercare nel classico topos delle società asiatiche pudiche, la cui morale impedisce anche ai giovani di scambiarsi effusioni in pubblico senza suscitare sguardi sconcerti. Uno stereotipo che si perde facilmente quando si guarda a chicche come i distributori automatici di riviste porno in Giappone. Le contraddizioni ci sono dappertutto però, e anche nella ultramoderna capitale Seul non ci si aspetta tanta licenziosità. Jeju Loveland è quindi un luogo dove dove liberare le proprie fantasie.
Altro elemento di successo è anche il taglio umoristico con cui si affronta l'argomento. Se infatti camminando ci si può sentire imbarazzati di fronte a donne che si contorcono in preda al piacere, si masturbano o praticano sesso orale; non si può fare a meno di sorridere di fronte alla coppia di alani che copula o al fallo gigante che puntualmente viene cavalcato dal visitatore di turno per una foto ricordo ad effetto.
Jeju Loveland è davvero un'attrazione alternativa in un'isola che offre bellezze naturali incomparabili e numerosi musei. Ma vale la pena farci un salto, anche perché si trova ad appena dieci minuti dall'aeroporto internazionale di Jeju. L'ingresso al parco costa appena 9.000 won, poco meno di 8 euro. Il parco è aperto dalle 9 fino a mezzanotte: gli organizzatori del museo consigliano ai visitatori di dedicare almeno un'ora alla visita. Ovviamente il parco è vietato ai minori di 18 anni, ma i genitori possono stare tranquilli, perché la struttura fornisce un'area giochi dedicata ai bambini. Dove vi assicuriamo che non ci sono sculture compromettenti.
Tra l'altro è di recente la notizia che anche a Taiwan stanno progettando di aprire un parco a tema sul modello di quello coreano. Si chiamerà Romantic Boulevard, e anche qui potremmo assistere a svariate scene di riproduzione e alla fiera dei falli giganti. E il creatore ha pensato anche a un hotel dove si possano rifugiare le coppie in preda all'ispirazione. Ah, questi pudici asiatici…