La Firenze nascosta #3 – Chiostro dello Scalzo: silenzio, parla l’Arte
Nel cuore di Firenze, come un miraggio emerso dal nulla, sorge un'oasi di quiete decorata da magnifici capolavori artistici. Si tratta del Chiostro dello Scalzo, meraviglia architettonica interamente affrescata da Andrea del Sarto e dal Franciabigio. Con la sua atmosfera intensa e raccolta, è un luogo di nicchia per veri intenditori della bellezza. Il Chiostro dello Scalzo sfugge infatti ai turisti frettolosi, che puntano al selfie ricordo con la cupola del Brunelleschi e non si guardano intorno in cerca di tesori nascosti dal grande fascino. In realtà con un po' di spirito di osservazione è possibile scorgere qua e là il bagliore inaspettato di gemme che fanno capolino dagli angoli più impensati, offuscate dall'ingombranza di attrazioni più popolari.
Il Chiostro dello Scalzo si trova in via Cavour 69, a soli 10 minuti a piedi dal Duomo e a 5 minuti dalla Galleria dell'Accademia. In origine costituiva l'atrio di accesso alla cappella della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista, fondata nel 1376. La particolare denominazione si deve al fatto che i membri della confraternita camminavano in processione a piedi nudi in segno di umiltà. Inoltre, come si nota dalla lunetta in terracotta presente sull'atrio, indossavano un abito nero con cilicio e cappuccio. Qui è visibile anche l'emblema della compagnia, un busto di San Giovanni Battista con i tipici attributi: pelle di cammello, aureola e croce d'oro.
Attraversato da colonnine corinzie in pietra serena, il chiostro venne progettato da Giuliano da Sangallo e affrescato con riquadri dipinti a monocromo da Andrea del Sarto e dal Franciabigio. Lo stesso Andrea del Sarto era membro della confraternita dallo stile di vita improntato su una spiritualità sobria ed essenziale, che i suoi affreschi riescono perfettamente a trasmettere. Le pareti sono ricoperte da dodici pannelli monocromi, dipinti in un chiaroscuro senza colori, che rappresentano le Storie della Vita di San Giovanni Battista e quattro Virtù. Le vicende del santo sono suddivise in momenti distinti: dalla nascita fino alla celebre danza di Salomè e alla decapitazione, passando per il battesimo di Gesù Cristo e la predicazione nel deserto.
Una curiosità: la sequenza degli affreschi non segue l'ordine cronologico in cui vennero effettuati. I dipinti furono realizzati a più riprese, dal 1509 al 1526. Osservando i capolavori è evidente l'evoluzione stilistica di Andrea del Sarto, dal Battesimo di Cristo realizzato intorno al 1509-1510, in cui è forte l'influsso dei maestri quattrocenteschi, fino a scene più mature in cui risalta una certa tendenza al dinamismo mutuato da Michelangelo con echi manieristi. Due scene vennero realizzate dal Franciabigio, amico e collaboratore di Andrea del Sarto, quando quest'ultimo venne chiamato in alla corte francese di Fontainebleau. Ai lati delle porte d'ingresso si trovano inoltre quattro affreschi che raffigurano allegorie delle Virtù: Fede, Speranza, Giustizia e Carità.
Osservare questi affreschi, nella loro bellezza senza fronzoli, significa riscoprire e apprezzare il valore del silenzio. L'atmosfera intima e confortevole è perfetta per trovare ispirazione e ritagliarsi uno spazio dedicato alla contemplazione dell'arte. Se volete visitare questa meraviglia, i giorni e gli orari d'apertura sono molto ristretti, quindi è consigliabile cogliere l'attimo. Il Chiostro dello Scalzo è aperto lunedì e giovedì, il 1°, 3°, 5° sabato, la 2a e 4a domenica di ogni mese, dalle 8,15 alle 13,50. Si prevedono aperture straordinarie di venerdì per i giorni 24 marzo, 7 e 21 aprile 2017.