Museo della Merda: nasce a Piacenza l’esposizione dello sterco
Per ora si sa poco, ma quel poco fa già notizia, perché è vero che altrove si sono visti parchi che celebrano l'atto defecatorio, ma qui non è lo sforzo, bensì il suo prodotto, ad essere oggetto di riflessione. Il "Museo della merda" – questo, proprio questo il suo nome – sorge a Castelbosco, in provincia di Piacenza, laddove Gianantonio Locatelli, proprietario di una nota azienda agricola, gestisce 2500 bovini che, oltre a produrre il latte utile anche alla fabbricazione del Grana Padano, liberano quotidianamente diverse migliaia di chili di sterco. Il quale, come noto, è un ottimo concime per la terra. Ma non solo.
Quello sperimentato da Locatelli è un progetto industriale ed ecologico che, tra le altre cose, "riabilita" lo sterco invitando gli osservatori a vedere quanto, quando e come vengono riutilizzati gli escrementi. Simbolo del museo è lo scarabeo stercorario, coleottero coprofago che conserva lo sterco per rimandare il pasto o per deporvi le uova (e che, tra l'altro, è uno dei personaggi dell'Ape Maia, cartone animato per bambini). A questo insetto viene dedicata qualche teca all'interno del museo, cui seguono manufatti ed opere d'arte, oltre a dimostrazioni di riutilizzo delle deiezioni per la costruzione di abitazioni nell'Italia antica o in Africa.
Oltre al riutilizzo degli escrementi per scopi pratici – quali manufatti e abitazioni – ed artistici, il più noto reimpiego dello sterco oggigiorno è nell'ambito dell'agricoltura e della produzione di energia. Il museo mostra, e mette in pratica, la conversione dello sterco in concime per i campi e il suo uso nella produzione di metano. Usi noti, ormai, a cui bisogna aggiungere il riciclo meno conosciuto dello sterco, che può essere reimpiegato ad esempio per diventare materia grezza per intonaco e mattoni. Dunque, altro che "merda", riprendendo l'appellativo voluto per il nome del museo ed indicante qualcosa di esausto e disgustoso. All'opposto, gli escrementi sono stati riutilizzati per fabbricare case ed oggetti ed anche oggi, tra mattoni, concime e compost, sono da considerarsi tutt'altro che inutili.
[Foto di Paolo Bompani]