Dopo il crollo negli scavi di Pompei, Bondi non intende dimettersi
In merito alla mozione di sfiducia avanzata in parlamento dal Pd, il ministro alla cultura Sandro Bondi ha commentato a Ballarò su Rai due: "Chiedere le mie dimissioni è un atto di disonestà politica e intellettuale".
In una nota, il responsabile alla cultura del Pd, Matteo Orfini scrive: "Ma davvero la Gelmini, Cicchitto e Resca vogliono farci credere che il crollo di Pompei sia colpa della soprintendenza? Quella stessa soprintendenza che il loro governo ha commissariato due anni fa e che, quindi, non ha più autonomia? E davvero vogliamo continuare con la sciocchezza che per gestire un'area archeologica serve un manager? E cos'è un commissario se non un super manager sciolto da ogni vincolo e che, dunque, ha più potere di un dirigente qualunque?". E' questo lo sfogo di Orfini di fronte ad un disastro provocato dall'incuria del Governo nei confronti del patrimonio storico-artistico del nostro Paese, e che ha destato l'indignazione della Commissione Eureopea che si è detta rattristata e scioccata.
D'altra parte, il governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, preoccupato per i gravissimi danni provocati dall'alluvione a Vicenza, ha dichiarato: "I soldi il Governo li deve dare prima al Veneto, poi per gli scavi di Pompei. Si possono fare tutte e due le cose, ma qui abbiamo mezzo milione di persone sott'acqua" afferma sulle risorse per far fronte all'alluvione.
Oggi è tornato a parlare della vicenda il presidente Napolitano: "È vero che è in atto un cambiamento climatico, ma il fatto che se piove un po’ di più crolli parte del grande patrimonio di Pompei ci dice che dobbiamo preoccuparci per quella incuria umana, terribile, che porta al dissesto idrogeologico dei nostri territori. Le regole ci vogliono e ci vogliono le leggi che dicano cosa è chiaramente pericoloso. E bisogna farle rispettare".