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Pompei e il crollo negli scavi: i soldi ci sono, parola del prof. Fabrizio Pesando

Riportiamo l’intervista al prof. Fabrizio Pesando, docente di Antichità pompeiane all’Orientale di Napoli, in merito al crollo della schola armatorum nell’area archeologica di Pompei.
A cura di Fernanda Pica
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La nostra redazione ha intervistato oggi il prof. Fabrizio Pesando in merito al crollo negli scavi di Pompei della schola armaturarum, più nota come la Casa dei Gladiatori. Secondo il professore, docente di Antichità Pompeiane e Ercolanensi all'Università degli studi di Napoli "L'Orientale", non è vero che il crollo della domus sia dovuto semplicemente ad assenza di fondi, quanto all'incapacità di individuare le priorità giuste nel loro investimento.

L'intervista, che riportiamo di seguito nella versione integrale, risulta essere di particolare rilievo perché, oltre ad esprimere l'autorevole giudizio di un archeologo, apre anche interessanti scenari futuri su eventuali crolli e possibili soluzioni di politica economica.

D: Riguardo il crollo della schola armaturarum negli scavi di Pompei, a chi crede che si debba imputare la responsabilità? Al ministro della cultura Sandro Bondi? Ai tagli sui beni culturali imposti da Tremonti? Alla cattiva gestione della soprintendenza archeologica di Pompei?

R: "Non esistono responsabili diretti per il crollo della struttura. Spetterà in seguito ai tecnici del Ministero ed eventualmente alla magistratura svolgere le opportune indagini sulla vicenda di Pompei. Riguardo i tagli di Tremonti sul settore dei beni culturali, bisogna dire in realtà che i soldi a Pompei ci sono, ma sono stati in genere male indirizzati. Negli ultimi anni infatti c'è stata la tendenza a privilegiare il marketing dei beni culturali, investendo denaro su manifestazioni e sulla spettacolarizzazione degli eventi legati alla cultura per ottenere un ritorno economico. Mentre alla manutenzione ordinaria, che sta alla base della conservazione di un grande sito archeologico come quello di Pompei, non sono stati destinati fondi adeguati, ma si è intervenuti soltanto in caso di emergenza. Inoltre troppo spesso si è fatta la scelta di investire soltanto su alcune e specifiche domus, considerate più attraenti per i turisti, mentre altre strutture sono state completamente abbandonate al degrado e chiuse alle visite".

D: Ritiene che esista un ulteriore rischio di crolli a Pompei?

R: "Abitualmente nel sito archeologico di Pompei si verificano piccoli crolli di muri, ma non si esclude che possano avvenire cedimenti di intere strutture, come è accaduto nei giorni scorsi per la schola armaturarum".

D: Che ne pensa dell'eventuale privatizzazione dei beni culturali, un argomento così tanto discusso negli ultimi anni?

R: "La privatizzazione non è al momento attuabile, perché il settore dei beni culturali non è un ambito che è in grado di consentire ad un privato un ritorno economico. Una soluzione ottimale, sarebbe invece quella di affiancare l'intervento più o meno diretto di privati ad un sapiente controllo da parte degli organi dello Stato. In questo caso al privato verrebbe affidato il settore del marketing, perché si dedichi quindi alla promozione di spettacoli, manifestazioni, eventi legati ai beni culturali e a tutte quelle attività che potrebbero permettere un guadagno in termini economici. D'altra parte allo Stato spetterebbe il compito di dedicarsi alla tutela del patrimonio storico-artistico e a quella manutenzione ordinaria, senza la quale siti di grande rilevanza come Pompei non potrebbero più reggersi in piedi".

Fernanda Pica

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