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Ponte del 1° maggio: la crisi agevola la circolazione

Sono 5,6 milioni gli italiani in partenza tra il pomeriggio del 30 aprile e la giornata del primo maggio. La crisi demotiva i potenziali viaggiatori, ma la giornata sarà comunque da bollino rosso.
A cura di Redazione Viaggi
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Le difficoltà del settore alberghiero e di tutta l'industria del turismo è stata messa in evidenza diverse volte nel corso di questi anni di profonda crisi economica. Ogni periodo festivo diventa l'occasione per tracciare una nuova linea e constatare che la somma data è cosa triste. Anche per il primo maggio non si possano fare bilanci diversi. Saranno circa 5,6 milioni gli italiani che trascorreranno fuori casa la Festa dei lavoratori. Il fatturato di questo ponte, rispetto a quello dell'anno scorso dovrebbe essere dell'8,7% in meno. Ma alle valutazioni negative bisogna aggiungere due considerazioni positive di non poco conto. In primo luogo partono 1,3 milioni di persone in più rispetto al ponte del 25 aprile e, in secondo luogo, il confronto con il 2012 penalizza l'anno corrente anche per il giorno settimanale in cui cade la festa. L'anno scorso, infatti, il 1 maggio cadeva di martedì. Il mercoledì di quest'anno è più disincentivante del martedì per chi intende prendere giorni di ferie per l'ambito "ponte".

Il traffico potrebbe essere la nota positiva di questa partenza scelta da "pochi". Non dovrebbero verificarsi situazioni particolarmente caotiche, anche se verosimilmente non mancheranno rallentamenti, soprattutto presso le grandi città, sulla A14 verso la Romagna, le riviere di Ponente e Levante in Liguria, la A11 Firenze-Mare, la A3 Napoli-Salerno e sui valichi di ingresso nel paese da Slovenia, Austria, Svizzera e Francia. Si tratta comunque di una giornata da bollino rosso, ma bisogna ricordare che non tutti i vacanzieri si apprestano a trascorrere il ponte fuori casa. Per molti si tratta di una semplice gita fuori porta che interessa soprattutto l'ora di pranzo. Insomma, dovrebbe essere sufficiente anticipare leggermente la partenza e il rientro (o ritardarlo sensibilmente) per evitare il peggio.

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