Preventivo: in Kenya per una vacanza low cost?
Quanto costa una vacanza in Kenya? Ci sono molteplici variabili da considerare. Da un lato i costi di viaggio e soggiorno, più tutte le spese extra da effettuare sul posto per escursioni e visite. Dall'altro il costo della vita in Kenya, che è estremamente basso se lo si guarda con gli occhi di un europeo, soprattutto tenendo in considerazione il cambio favorevole con la moneta locale. Se volete vivere e spendere come un kenyota potete crogiolarvi nel lusso, dal momento che i loro beni a partire da quelli alimentari costano davvero poco (ma saranno di vostro gradimento?). Se invece volete girare, visitare musei o andare nei locali sappiate che in Kenya speculano molto sul turismo, una delle principali fonti di sostentamento, specialmente sulla costa: i prezzi che pagherete saranno pari a quelli che trovereste in Italia. Vediamo dove potete spendere poco e dove proprio non potete fare a meno di risparmiare.
Moneta: la valuta è lo scellino kenyota. Un euro vale circa 120 scellini. Ma per ottenere tutto il dovuto dovete solo cambiare nelle banche in loco. I cashier degli alberghi applicano un tasso di cambio nettamente inferiore. Se fate acquisti in euro valutano 1 euro pari a 100 scellini. Molte persone del posto proporranno per strada o sulla spiaggia di cambiarvi i soldi con un tasso favorevole, ma per quanto vantaggioso vi ricordiamo che è illegale.
Quanto costa dormire: questo dipende ovviamente dai prezzi praticati dai diversi tour operator. I resort sulla costa sono tutti a 4 o 5 stelle, anche se differiscono per il servizio. Un quattro stelle va dai 50 ai 90 euro a notte, a seconda del periodo. Ma anche in Kenya ci sono gli ostelli, con prezzi ridicoli: a Nairobi trovate posti letto a 7 euro a notte, a Mombasa addirittura a 3,50.
Quanto costa mangiare: anche qua dipende dalla vostra capacità di adattamento. Una cena o un pranzo fuori in un ristorantino gestito da europei ha più o meno gli stessi prezzi di un ristorante economico da noi: un antipasto, una portata principale e una bibita a pranzo costa dai 15 ai 20 euro a persona. A cena come si sa i prezzi lievitano, ancora di più se si mangia a base di pesce. Ma se ci infiliamo in una capanna per mangiare specialità locali (sempre con le dovute precauzioni) con 2-300 scellini ci riempiamo la pancia, incredibile ma vero. Una birra costa sui 200 scellini, e una soda ne costa 50, ma un cocktail in un bar o in una discoteca non lo pagate meno di 500. Per approfondire vedete l'articolo su dove mangiare in Kenya.
Quanto costano i divertimenti: anche qui i prezzi sono solo leggermente più bassi di quelli europei. Ingresso in discoteca: 5 euro senza consumazione, 10 con. Stabilimento balneare: dai 200 scellini ai 10 euro quelli più cari (ricordiamo che in Kenya le spiagge sono demaniali, si paga per il lettino). E per muoversi su tratte brevi c'è il tuk-tuk, che costa pochi scellini (vedere l'articolo trasporti in Kenya).
Escursioni e visite: qualsiasi punto di interesse turistico appartiene a un "progetto" il che significa che bisogna pagare. Non si spende mai meno di 500 scellini per un ingresso, e spesso vi si aggiungono costi extra (guide, tour particolari e ovviamente le mance). Aggiungendo il fatto che ogni luogo di interesse è fuori dai vari centri turistici, e per raggiungerli comodamente c'è bisogno del taxi: in quel caso bisogna sempre trattare sulla prima tariffa offerta dal tassista, e se si riesce meglio organizzare un gruppo per dividere le spese.
Di contro c'è una cosa che farà piacere a tutti gli amanti dello shopping: le strade pullulano di bancarelle che vendono innumerevoli prodotti di artigianato locale. Qui la parola d'ordine è contrattare: pagherete i vostri souvenir davvero pochi scellini, ma ciò scatenerà in voi la voglia di comprarne tanti. La semplicità e la tipicità tutta africana di questi prodotti, oltre che il loro prezzo irrisorio, li rendono l'ideale per dei regali. Acquistando incoraggerete inoltre il commercio locale per la felicità di tanti mercanti e artigiani. Occhio al peso del bagaglio al ritorno, però: pagare la tariffa per i chili in eccesso non sarà altrettanto economico.