Rifiuti anche a Palermo: per i turisti una vacanza nel declino dell’Occidente
Due anni fa fu Napoli a fare il giro del mondo, rappresentandosi quale immensa pattumiera posta tra l'imponenza del Vesuvio e l'impotenza del Municipio, quale rovina di una capitale, quale maceria di civiltà. Oggi, per l'estate 2010, è il turno di quel crocevia europeo di culture provenienti dal nord e dal sud del bacino mediterraneo. I rifiuti, adesso, soffocano Palermo, restituendo agli occhi stupiti dei turisti l'olezzo della "monnezza", quel puzzo di cibo decomposto, di succo imprigionato e stagnante nella plastica. Sudiciume tutto intorno, mentre l'arte e la storia cercano di spuntarla sulla civiltà occidentale, vissuta necessariamente così nelle aree di semiperiferia.
Nelle adiacenze di luoghi simbolo della cultura della città, come il teatro Politeama, troviamo cenacolo di immondizia pestilenziale. Ed intanto le querelle politiche, quelle bagattelle democratiche, quegli avvitacchiamenti elettorali che non servono a nulla, se non a fare scaricabarile di responsabilità per un mondo di individui in cui – strano a dirsi – sembrano mancare gli uomini. Come se nessuno sapesse dove risiede il problema reale, come se non fosse vero che per governare le province dell'impero servono clienti, come se fosse matematicamente irrilevante il fatto che addizionare consumo a consumo produce monnezza, che qualcuno se la deve prendere e che la differenziata – al più – ritarda il capolinea di un binario morto.
Buone vacanze a Palermo, turisti: l'immondizia la trovate qui e a Napoli. Ma è questione europea.
Danilo M.