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Roccamorice e i suoi eremi: un’oasi di pace in Abruzzo

Un piccolo borgo abruzzese che sa stupire con la varietà delle sue attrazioni. Tra eremi suggestivi e grotte misteriose, Roccamorice è il luogo ideale dove ritemprarsi nella solitudine e nella quiete della natura.
A cura di Angela Patrono
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Eremo di San Bartolomeo in Legio - Foto Wikimedia Commons
Eremo di San Bartolomeo in Legio – Foto Wikimedia Commons

Un villaggio di soli mille abitanti che si protende su uno sperone roccioso come un gioiello sul ciglio dell'abisso. Roccamorice è un comune abruzzese che regala attimi di pura emozione all'insegna della natura incontaminata. Situato nella Comunità Montana della Maiella e del Morrone, questo borgo in provincia di Pescara riserva più di una sorpresa a chi è disposto a lasciarsi stupire.

Eremo di San Bartolomeo in Legio - Foto Wikimedia Commons
Eremo di San Bartolomeo in Legio – Foto Wikimedia Commons

Cosa vedere a Roccamorice? Una delle principali attrattive turistiche è la presenza di due eremi Celestiniani, luoghi ricchi di pace e spiritualità dove ascoltare i ritmi del silenzio. Si tratta dell'eremo di San Bartolomeo in Legio e di Santo Spirito a Majella.

Eremo di San Bartolomeo in Legio - Foto Wikimedia Commons
Eremo di San Bartolomeo in Legio – Foto Wikimedia Commons

L'eremo di San Bartolomeo, il più piccolo, è sempre aperto ed è visitabile a piedi da Roccamorice o da borghi limitrofi. Costruito prima dell'anno Mille, venne fatto restaurare da Celestino V nel 1250 e da lui utilizzato fino al 1276. Posto a circa 600 metri di quota, è realizzato completamente in pietra. Questo luogo incantevole è impregnato di leggende legate alla sorgente sottostante, retaggio di un antico culto delle acque. A far sgorgare la fonte, ritenuta miracolosa, sarebbe stato lo stesso san Bartolomeo picchiando sull'area sorgiva con un catenaccio della chiesa. Il 25 agosto è una data importante per Roccamorice in quanto gli abitanti del borgo compiono un suggestivo pellegrinaggio fino all'eremo.

Eremo di San Bartolomeo in Legio, interno - Foto Wikimedia Commons
Eremo di San Bartolomeo in Legio, interno – Foto Wikimedia Commons

I fedeli partono alle prime ore del mattino. Dopo aver raggiunto l'eremo, si abbeverano alla sorgente e in seguito scendono a valle attraverso la Scala Santa, ricavata nella roccia. In seguito si fa colazione sulle rive del fiume, poi si risale all'eremo reggendo a turno la statua di San Bartolomeo e intonando canti religiosi. La statua viene posta sull'altare maggiore della chiesa dove resta per due settimane, per poi essere ricondotta all'eremo montano.

Eremo di Santo Spirito a Majella - Foto Wikimedia Commons
Eremo di Santo Spirito a Majella – Foto Wikimedia Commons

L'eremo di Santo Spirito a Majella si raggiunge dopo una strada in salita, costellata di boschi lussureggianti e scorci montani. Si trova a 1132 metri s.l.d.m. e colpisce per la sua maestosa imponenza. È possibile arrivarvi a piedi o con autovetture proprie, pulmini o roulotte.  Già abitato nel 1053 dal monaco Desiderio, venne rimessa in sesto da Pietro di Morrone alias papa Celestino V che si stanziò qui dal 1246 al 1293. L'eremo venne citato addirittura dal Petrarca nel "De Vita Solitaria" come uno dei luoghi più adatti all'ascesi spirituale. In seguito vi trovarono rifugio Cola di Rienzo e Torquato Tasso. Dopo un lento declino, nel XVI secolo il monaco Pietro da Santuccio riportò l'abbazia all'antico splendore. Nel 1807, soppresso l'ordine dei Celestini, l'edificio venne depredato dei suoi beni e furono i fedeli a compiere una laboriosa ristrutturazione. Oggi la struttura è composta dalla chiesa, dalla sagrestia, dalla foresteria e dal complesso monastico che ha al suo interno le celle, la sala del capitolo, la biblioteca, la cappella invernale ed il refettorio. Dalla foresteria si raggiunge l'Oratorio della Maddalena attraverso la Scala Santa. Sotto la chiesa è possibile visitare la grotta dove si ritiravano i primi eremiti e la cella di Celestino V. L'eremo è aperto da maggio a ottobre dalle 10 alle 17, tuttavia è necessario accertarsi telefonicamente della disponibilità oraria. I turisti vi accorrono in massa il 29 agosto, festa della Perdonanza. Lungo la strada che porta all'Eremo di Santo Spirito è possibile deviare dal percorso per soffermarsi lungo i "Tre Fossi", tre laghetti dall'acqua perennemente fresca.

Roccamorice, Chiesa di San Donato Vescovo e martire - Foto Wikimedia Commons
Roccamorice, Chiesa di San Donato Vescovo e martire – Foto Wikimedia Commons

Il centro di Roccamorice è un pittoresco dedalo di vicoletti tortuosi, con numerosi punti panoramici. Dai balconcini del Belvedere è possibile contemplare lo splendido paesaggio della Majella con una visuale che si spinge fino alla città di Pescara e nelle giornate limpide arriva fino al mare. Il borgo è noto anche per le sue tradizioni gastronomiche: qui è possibile assistere alla lavorazione del formaggio, assaggiare il pane di Solina, di grano tenero, o i Calzoni d'Orapi, preparati con un tipo di spinacio selvatico, l'Orapo appunto, che si raccoglie in montagna.

Roccamorice, centro d'arte e cultura Alberto Di Giovanni - Foto Wikimedia Commons
Roccamorice, centro d'arte e cultura Alberto Di Giovanni – Foto Wikimedia Commons

Nelle vicinanze di Roccamorice vi sono innumerevoli luoghi da visitare, soprattutto per chi ama le escursioni. Di grande interesse gli itinerari lungo il torrente Capo La Vena, dove è possibile praticare canyoning in una delle aree più selvagge della Majella, che ha il suo culmine nella splendida Cascata di Cusano: la sua piscina naturale ha qualcosa di paradisiaco. L'area offre l'imbarazzo della scelta per chi ama praticare sport: largo ad attività come sci alpinismo, escursionistico, sci di fondo, ciaspolate, snowboard, free climbing, trekking a piedi o a cavallo, a piedi, mountain bike, birdwatching.

Una formazione carsica di interesse speleologico è la Grotta della Lupa, la cavità più lunga della Majella che si sviluppa per ben 1.800 metri in un cunicolo ricco di stalattiti e stalagmiti. Nella grotta sono stati rinvenuti resti di ossa di mammiferi dalla notevole rilevanza paleontologica.

Come raggiungere Roccamorice

In auto è necessario percorrere l’autostrada Adriatica A14, in direzione Ancona se si arriva da nord e Pescara se si viene da sud. Continuando verso Roma, si prende la A25 Pescara-Roma e uscire al casello autostradale Alanno/Scafa. Si prosegue poi per la SS5 Tiburtina seguendo le indicazioni per Scafa e poi di seguito per Roccamorice prendendo la SP64. Se preferite il treno, la stazione più vicina è nel comune di Scafa, che dista 13 km da Roccamorice. Il borgo è inoltre collegato con Pescara, Roma, L’Aquila, Sulmona e Chieti grazie agli autobus delle Autolinee Regionali A.R.P.A.

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