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Sciopero Tirrenia all’indomani della privatizzazione

Mentre i sindacati annunciano lo sciopero del personale della Tirrenia per il prossimo 22 Novembre 2010, si profila più vicina l’ipotesi di una privatizzazione della società per i collegamenti marittimi.
A cura di Fernanda Pica
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tirrenia navigazione

Mentre i sindacati Uiltrasporti, Fit-Cisl e Filt-Cgil annunciano uno sciopero di 24 ore di tutto il personale della compagnia Tirrenia per il prossimo 22 Ottobre, arriva una notizia in merito alla privatizzazione della società.

Vincenzo Onorato (Moby), Gianluigi Aponte (Msc) e Manuel Grimaldi (Grimaldi group) hanno raggiunto un intesa per partecipare uniti alla gara per la privatizzazione di Tirrenia, la compagnia operante nel settore dei collegamenti marittimi. In una nota i tre armatori spiegano: "La condivisione delle radici napoletane e il profondo attaccamento alla città ci hanno spinto a creare una nuova società, la Compagnia italiana di navigazione, allo scopo di rilevare la Tirrenia, mirando a preservare il patrimonio che l'azienda di Stato rappresenta per il tessuto socio-economico locale, sia in termini di impatto occupazionale che di redditi distribuiti" e aggiungono: " Lo scopo è quello di strutturare una società autonoma e indipendente, dotata di una propria governance, che possa operare in modo efficiente e orientato al mercato, supportata dal know-how e dalle competenze di tutti i soci, pur senza essere controllata da nessuno di essi".

Nel frattempo la Tirrenia pare pronta ad avviare la cassa integrazione straordinaria per 722 dipendenti, motivo per il quale i sindacati nella giornata di ieri hanno annunciato lo sciopero. Inoltre Tirrenia, a partire da dicembre, bloccherà la tratta Bari-Durazzo, mentre il collegamento Genova-Olbia, è già stato sospeso. Per maggiori informazioni in merito alla sospensione dei collegamenti marittimi, si consulti il sito ufficiale della Tirrenia.

Infine in merito alla cassa integrazione, i sindacati hanno commentato: "Il commissario ed il suo staff si erano impegnati a non procedere in atti formali con ricadute sul lavoro, senza un preventivo confronto. Non è accettabile e giustificato che siano i lavoratori a pagare il contenimento dei costi operativi che sono alla base del ricorso alla Cigs".

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