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Turisti cinesi maleducati? Interviene il governo orientale

Lo stereotipo del cinese maleducato non rende giustizia alle decine di milioni di turisti orientali che in viaggio mantengono un comportamento impeccabile. A porsi il problema della maleducazione dei propri cittadini è stato lo stesso governo cinese, che ha redatto le “Linee guida del comportamento del turista cinese”.
A cura di Redazione Viaggi
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La reputazione che li accompagna non è delle più felici e così, quando un evento di cronaca sembra confermarne le pecche, il tam-tam corre veloce sulla Rete: "i cittadini cinesi sono maleducati". In realtà le intemperanze dei cinesi non riguardano che una sparuta minoranza, ma sufficiente a creare un problema per il governo orientale. Di recente, e in rapida successione, sono saliti agli onori della cronaca due incidenti che hanno per protagonisti dei viaggiatori cinesi. Il primo caso risale a metà dicembre, quando una coppia, insoddisfatta dei posti assegnati, chiede di poter sedere vicino. Accontentata, la donna chiede acqua calda per i suoi noodles e, ricevuta, la scaglia contro la hostess. Il Ministro del turismo cinese chiede scusa, dispone punizioni e, nemmeno il tempo di riprendersi, che c'è un altro motivo di imbarazzo. Un passeggero in partenza da Hangzhou e diretto a Chengdu decide di aprire il portellone di sicurezza mentre l'aereo in movimento sulla pista. Fermati dal personale di bordo spiega: "Volevo solo prendere una boccata d'ossigeno". Negli ultimi mesi gli eventi imbarazzanti per il governo cinese abbondano, basti ricordare l'adolescente cinese che ha inciso il suo nome nel Tempio di Luxor in Egitto risalente a 3.500 anni fa o ai turisti che nel 2013 hanno inavvertitamente ucciso un delfino per farsi una foto con lui. Incidenti che vanno comunque commisurati al numero crescente di turisti cinesi in vacanza, valutati per il 2014 nell'ordine di 100 milioni.

Jingjing Yang, docente di sviluppo del turismo presso la University of Surrey nel Regno Unito, ha ipotizzato che la condotta di alcuni turisti cinesi risenta dello sviluppo economico del loro paese, che ha portato a disponibilità economiche improvvise, accumulate più velocemente di quanto si possa assimilare l'etichetta del bon-ton (e della sicurezza) internazionale, come nel caso di chi ha aperto il portellone in fase di decollo. Non solo, dato che la possibilità di viaggiare resta in Cina un elemento di prestigio, alcuni devono ritenere che, dietro il pagamento di un servizio, questo si debba offrire senza se e ma. Tuttavia, precisa ancora il professore, è vero anche che esiste un luogo comune che i media alimentano, dal momento che il turista americano incastrato nella vagina di pietra esposta in Germania presso il Tubingen University Institute of Microbiology non ha certo portato a conclusioni generalizzanti e semplicistiche sul prototipo del turista a stelle e strisce.

Fatto sta che il governo cinese ha redatto le "Linee guida del comportamento del turista cinese", nelle quali si legge, nota la CNN, che "i turisti devono rispettare l'ordine pubblico e la moralità sociale durante le attività turistiche, rispettare i costumi locali, le tradizioni culturali e le credenze religiose, prendersi cura delle risorse turistiche, proteggere l'ambiente ecologico e rispettare le norme di comportamento proprie di turisti civili". Durante la sua visita delle Maldive, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto ai suoi visitatori di non danneggiare la barriera corallina, mentre nel 2013 il vice premier cinese si lamentò del fatto che parlare ad alta voce, sputare e tenere altri comportamenti negativi causava un danno alla reputazione dei cinesi e al governo.

La maleducazione si rileva più facilmente dei comportamenti corretti e più facilmente diventa argomento di discussione. Se si aggiunge la persistenza di un'antica diffidenza dettata da etnocentrismo ed una frustrazione tutta contemporanea verso un popolo economicamente in crescita, l'alimentazione dello stereotipo diventa esercizio estremamente facile. Fatto sta che la Cina stessa si è posta il problema e si è impegnata a risolverlo. Chissà che la stessa opera di educazione non debba interessare anche i governi dei paesi occidentali: italiani in primis.

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