Vette inviolate: le montagne mai scalate dall’uomo
Alpinisti di tutta Italia, siete all'ascolto? Perché questa è l'occasione che fa per voi. Cercate fama, fortuna e gloria e volete imprimere i vostri nomi negli annali dell'alpinismo? Là fuori ci sono letteralmente montagne di possibilità. E tutte non scalate. E voi potreste essere i primi. In realtà, ogni vero alpinista sa che il mondo è ricco di vette inviolate: più che a loro, noi ci rivolgiamo a chi come noi ha la passione per le curiosità del mondo estremo. O magari agli scalatori in erba. Quelli che stanno imparando adesso a districarsi tra corde e moschettoni, e ancora non divorano riviste sul tema. Vogliamo alimentare la loro passione, instillandogli un sogno: nel mondo ci sono centinaia di picchi mai raggiunti dall'uomo, e molti aspettano solo la bandiera di uno di voi.
Con la conquista dell'Everest e di tutti gli ottomila molti hanno dato per scontato che nel mondo dell'alpinismo non ci siano più sfide. Sbagliato. Fermo restando che uno scalatore vede ogni montagna come una sfida personale, a prescindere da quante volte sia stata dominata, c'è un'infinità di imprese ancora da compiere. Il fatto è che spesso si tende a confondere "più alto" con "più difficile". Reinhold Messner ci insegna che non è così. Il grande alpinista ed esploratore italiano è stato il primo al mondo a scalare tutti i 14 ottomila, nonché a conquistare l'Everest in solitaria e senza ossigeno. Ma ci ricorda che il K2, la seconda montagna più alta del mondo, è considerata da tutti molto più impegnativa dell'Everest. E questo vale per numerose cime, tecnicamente molto più impegnative di altre.
La catena dell'Himalaya ha tra le vette più elevate al mondo. Foto di Jules Henze
Sono numerosi i motivi per cui molte vette non sono state ancora scalate. La difficoltà tecnica è naturalmente uno dei principali. Molte montagne possono trovarsi in zone dalle condizioni atmosferiche imprevedibili o proibitive. Altre invece si trovano in aree della Terra ancora poco esplorate, come l'Antartide. Sebbene l'uomo non manchi di imprese anche su territori come questo: sia il Massiccio Vinson, la vetta antartica più alta, che il Monte Sidley, il vulcano più elevato, sono stati scalati. Ma anche qui, ecco i paradossi. Ci sono solo due ascese registrate nella storia del Sidley, una del 1990 e l'altra del 2011. Ma il Monte Erebus, il secondo vulcano più alto, venne scalato per la prima volta addirittura nel 1908, e da allora è divenuto una delle vette antartiche più popolari. Mentre lo stesso Vinson fu asceso per la prima volta sono nel 1966: in questo caso il motivo è perché venne scoperto solo sei anni prima. Il Monte Siple è invece un altro vulcano di cui non si ha alcuna notizia di conquista.
Il Gangkhar Puensum è forse la montagna inviolata più alta del mondo, con i suoi 7.570 metri. E manterrà il suo status per un bel po': si trova infatti in Buthan, paese che dal 2003 proibisce l'alpinismo, per rispetto delle credenze del suo popolo che vede le sue montagne come dimore degli spiriti, e per questo sacre e inviolabili. Un divieto già presente fino al 1983: da quell'anno il Buthan aprì l'accesso alle sue montagne. E in effetti quattro spedizioni sono state realizzate per conquistare la vetta del Gangkhar Puensum, ma tutte senza successo. Nei vent'anni seguenti nessuno è riuscito nell'impresa. Chi ci è andato più vicino è un team di giapponesi che ha conquistato la sua vetta sussidiaria, il Liankang Kangri in Tibet, a 7.535 metri. Così facendo risolvendo anche una disputa: da sempre Buthan e Cina si contendevano la proprietà della montagna. I giapponesi poterono vedere chiaramente che il confine tra i due paesi passava tra la la vetta inviolata e quella sulla quale stavano loro.
Pellegrinaggio al Kailash. Foto di Andy Engelson
Il monte Kailash si trova in Tibet ed è un'altra meta che non può essere affrontata per motivi religiosi. È infatti il centro spirituale di quattro religioni: l'Induismo, il Buddhismo Tibetano, il Giainismo e il Bön. Per questo motivo non esistono cronache di scalate portate a termine su questa vetta, alta 6.630 metri. Nonostante ciò la montagna è sempre popolata: tibetani e induisti ritengono infatti di dover compiere un pellegrinaggio al Kailash almeno una volta nella vita. La presenza di questi pellegrini è sempre visibile, così come i segni del loro passaggio su rocce dipinte e bandiere di preghiera. Vi sono inoltre quattro monasteri buddhisti sul suo versante. Fino a qualche anno fa, comunque, non c'è mai stato nessun divieto ufficiale per questa montagna. Anzi, il governo cinese nel 1980 offrì proprio a Reinhold Messner la possibilità di scalarla; ma lui rifiutò sostenendo che "violare la montagna è come violare qualcosa nel cuore delle persone… Meglio cercare qualcosa di più difficile: il Kailash non è nemmeno così alto o impegnativo". Nel 2001 il governo ci riprovò con un team spagnolo, ma dopo i moti di disapprovazione ricevuti, decise di proibire qualsiasi scalata della montagna.
L'Asia è naturalmente il continente con la maggior quantità di cime vergini. Soprattutto delle più elevate. I campioni successivi sono infatti: il Labuche Kang III Est, 7.250 m, in Tibet, mai nemmeno tentato; il Karjiang, 7.221 m in Tibet, tentato due volte senza successo; il Tongshanjiabu, 7.207 tra Tibet e Buthan, anche questo intentato. Sotto i settemila metri la lista si allunga, soprattutto se consideriamo le montagne oltre i seimila presenti sulle Ande e in Nord America. I picchi inviolati non devono per forza avere un'altitudine elevata: ad esempio la catena del Finisterre, in Papua Nuova Guinea, raggiunge il massimo di 4.125 metri, e la sua cima più elevata non ha nemmeno un nome. La Groenlandia vanta il maggior numero di vette non conquistate. Il problema spesso è anche stabilire quando un picco faccia parte di una montagna a sé stante, e quando invece sia solo una vetta sussidiaria. Le dispute tra gli alpinisti sono molte, tanto è vero che c'è chi sostiene che gli ottomila siano anche più di 14.
Vette della Groenlandia. Foto NASA/Michael Studinger
Ma come si individua una vetta inviolata? Ce lo suggerisce lo scalatore inglese Tim Moss. Che ci spiega che non sono solo le montagne più difficili a restare vergini. Ma anche quelle meno attraenti. Se una montagna non è la più grande, la più bella o la più difficile da raggiungere, probabilmente non è mai stata scalata. E si troverà magari anche a pochi passi da zone abitate. In altri casi potrebbero trovarsi in zone ignorate perché fino a poco fa territori pericolosi o instabili: come il Kyrgyzstan, diventato più accessibile dopo il crollo dell'Unione Sovietica. Tutto sta nel ricercare, documentarsi, chiedere informazioni per accertarsi che una cima sia davvero vergine. Una volta trovata, bisogna capire poi se si è all'altezza di scalarla: ma per questo bisogna recarsi solo sul posto. Insomma, alpinisti: ora tocca a voi!
[In apertura: il Gangkhar Puensu, la più alta montagna inviolata nel mondo. Foto di Rhion]