L’Irpinia è bella e saporita (ma probabilmente non lo sapete)
Vedi Napoli e poi muori! Probabilmente l'ideatore di questo detto non era mai stato nella zona dell'Alta Irpinia, perché se solo ci avesse messo piede non avrebbe potuto fare a meno che ricomprendere anche la zona dell'alto avellinese. Un paesaggio fatto di colline verdi che si susseguono all'orizzonte, il vento soffice tra i capelli, una linea blu che conduce il nostro sguardo fino al mare: questa è l'Irpinia, una terra di confine che ha visto il passaggio di tantissimi popoli ognuno dei quali ha lasciato il proprio segno indelebile nella storia e nelle tradizioni. La zona che maggiormente è rimasta legata alle tradizioni è quella dell'Alta Irpinia, compresa tra la dorsale dei monti Picentini ad ovest e la catena principale dell'Appenino campano ad est, ai confini tra Basilicata e Lucania. Un luogo dove si vive bene ed in maniera genuina, dove gli artigiani fanno ancora il loro mestiere e i prodotti sono quelli della terra. Bisaccia, Monteverde, Aquilonia e Lacedonia sono luoghi magnifici dove trascorrere un week end in Italia passeggiando tra i borghi, tra le colline e scoprendo l'accoglienza, il fascino e le emozioni che questa terra sa regalare ad ogni stagione. Cime coperte di neve durante l'inverno che si scoprono in primavera mostrando tutta la bellezza della natura. Visitare l'Irpinia vuol dire anche scoprire l'importante patrimonio storico archeologico, con musei, castelli ed il folklore sempre vivo grazie alle feste popolari ed eventi tradizionali.
Hirpinia, terra dei lupi, è il nome dato dagli Osci. Questi furono i vecchi abitanti dell'Irpinia, un popolo di origine Sannita, chiamati Opici o Oschi dai Greci, in maniera dispregiativa, per sottolineare la loro estraneità alla civiltà greca e la loro ignoranza. Quello Irpino è un territorio in continua trasformazione martoriato da guerre ed eventi sismici, (ultimo e devastante quello del 1980) ma benedetto per la bellezza che la natura ha donato ai luoghi che sono ricchi di storia, cultura, architettura e paesaggi mozzafiato, nonché di buona cucina. Sono tante le località dell'Alta Irpinia che offrono suggestivi spunti di interesse per turisti in cerca di itinerari suggestivi e diversi dal solito. La nostra visita all'Irpinia si snoderà tra quattro perle di questa zona, i comuni di Bisaccia, Aquilonia, Monteverde e Lacedonia, tra sentieri poco conosciuti dal turismo di massa che portano alla scoperta di genuine prelibatezze.
Bisaccia e la sua principessa
Aquilonia, un paese vista mare
Monteverde, la perla dell'Alta Irpinia
Lacedonia, un balcone sull'infinito
Cosa fare in Irpinia: le città itineranti ed il cibo buono
Come arrivare
Dove dormire e mangiare
Bisaccia e la sua principessa
Il primo borgo che incontriamo nel nostro viaggio è quello di Bisaccia. Arrivando verso la città, attraversando le verdi colline ormai punteggiate da pale eoliche, si intravede il maestoso castello che domina la città su uno sperone del monte Calvario. La città si trova a 860 metri sopra il livello del mare, per questo in inverno il clima è abbastanza rigido, mentre in estate le temperature si mantengono moderate. La città in realtà oggi è divisa in due, da un lato il centro storico, con le sue stradine che si inerpicano fino al castello e la parte nuova, costruita in seguito ai terremoti del 1930 e del 1980. Oltre al castello le altre cose da vedere sono il Convento, la Cattedrale in piazza Duomo e la chiesa dei Morti. Ritornando a "lu Castieddr", il Castello Ducale, luogo simbolo della città, fu costruito dai Longobardi intorno alla seconda metà dell'VIII secolo in una posizione privilegiata al centro di altri castelli. I Longobardi lasciarono il castello all'arrivo dei Normanni guidati da Roberto d'Altavilla, fino al 1158 quando un sisma distrusse buona parte di esso. Ma la vita del castello continuò, infatti Federico II di Svevia lo fece ricostruire e diventò la sua riserva di caccia. Poi fu la volta degli Aragonesi e nel 1462 Bisaccia passò a Isabella, moglie di Federico d'Aragona. Ma i residenti celebri del castello non finiscono qui, la fortezza fu anche la dimora di Torquato Tasso. Verso la fine del 500 infatti il Castello ducale appartenne a Giovan Battista Manco, che ospitò il suo amico Tasso.
Ma la storia del castello che lo rende ancor più affascinante è legato ad una misteriosa principessa. La sua tomba oggi è conservata all'interno del museo che occupa un'ala della fortezza. La cosa che più colpisce è la ricchezza del suo corredo funerario, impreziosito di ceramiche di valore e gioielli, come i bracciali, sempre in numero dispari, ed il bastone, tutti elementi che indicavano una persona di alto rango che deteneva il comando. Nel museo, oltre a questa tomba di pregio, sono conservati altri reperti provenienti dagli scavi della grande necropoli che si trovava in zona cimitero vecchio e che sono collocabili tra l'età del bronzo e quella del ferro. Dal castello si inerpicano varie strade che formano il centro storico, ricco di palazzi e dimore storiche. Tra i vicoli, quasi inaspettatamente si apre la piazza, dove sorge la Cattedrale, detta la Chiesa del Carmine. Durante la visita in Irpinia un altro edificio sacro da vedere è la Chiesa di Sant'Antonio, che si trova in una posizione molto suggestiva. Salendo sulla rupe dell'Andreone ci si trova danti all'intera valle dell'Ofanto con lo sguardo che si perde fino alla Puglia con un panorama da far perdere il fiato. Anche la natura è stata generosa con questo luogo, infatti la zona rientra nell'area naturalistica del Bosco di Zampaglione Sito d’Importanza Comunitaria, insieme agli altri tre comuni dell'itinerario.
Aquilonia, un paese vista mare
Spostandoci più ad est si arriva all'abitato di Aquilonia, dal quale nelle giornate più limpide si riesce a vedere fino al Gargano. Aquilonia in realtà non si è sempre trovata qui, ma è l'esempio di una città che si è dovuta spostare a causa di evento catastrofico. Il 23 luglio del 1930 ci fu un grande terremoto che distrusse il vecchio centro, quindi il regime trasferì il paese in questo luogo. L'antico nome di Aquilonia era Carbonara, il cui simbolo è l'araba fenice a testimonianza della capacità di risollevarsi dalle difficoltà che ha affrontato questa terra. La storia narra che il giorno del plebiscito dell’Unità d’Italia, dopo anni di vessazioni, una parte della borghesia aizzò i contadini contro i borghesi legati ai Borbone. Durante uno scontro nel 1860 ci fu un incendio che causò 9 morti. Dopo il processo il podestà chiese di cancellare il nome di Carbonara poiché rappresentava una negatività dell’Unità. Il nome Aquilonia è di una città fantastica di cui non si conosce la sua collocazione storica. In città, sono sopravvissuti alcuni resti dell'epoca tardo – medievale che si sono nel tempo fusi con l'architettura settecentesca, come portali in pietra e muri in tufo.
Uscendo dalla città moderna di Carborana – Aquilonia si giunge alla vecchia città che oggi è diventato un Parco Archeologico, da discarica in cui era stato ridotto, infatti gli abitanti volevano rompere le radici con il paese vecchio e l'avevano sepolto sotto l'immondizia. Il grande numero di reperti trovati in questa zona ha portato Aquilonia più di una volta ad essere paragonata a Pompei, il sito archeologico più grande del mondo. Nel Parco Archeologico di Aquilonia, grazie ad un grande lavoro, è stata recuperata la pavimentazione originale, come quella dell'antica piazza del Municipio, alcuni dei vecchi edifici di un tempo e la zona dove sorgeva la prigione. In questo modo durante la visita è possibile camminare per le stradine che un tempo furono devastate dai Goti, in un'alternanza di reperti autentici ed oggetti riprodotti dalla mano fedele dell’uomo. All'interno del parco è stato creato un Museo delle città itineranti che ha l'obiettivo di unire tutte le città accomunate dalla stessa esperienza di vita. Riunisce infatti le città che hanno avuto la necessità di spostasi a causa di un evento tragico, costringendo la popolazione a reinventarsi una vita altrove, cercando di non dimenticare mai il proprio passato. Nei mesi estivi questo parco si anima ospitando spettacoli e manifestazioni culturali, queste occasioni sono un'ottima opportunità per visitare l'Irpinia. La ricostruzione di tutta la zona è stata molto importante al fine di riconsegnare alla comunità un luogo dove ricollegare i ricordi. Altro luogo da visitare ad Aquilonia è la badia di San Vito con la quercia secolare che nei mesi estivi sarà protagonista di un grande evento all'interno della manifestazione "Le città itineranti".
Un vero vanto della città è il Museo Etnografico, non una semplice area espositiva ma una vera esperienza di viaggio nella storia. Nel museo si respira la vita della civiltà contadina, passando tra antichi mestieri ed oggetti che ci riportano in un'epoca passata. Il museo, il più grande in Europa nel suo genere, espone circa 13000 oggetti raccolti in 1500 metri quadrati espositivi. Nel museo si può trovare davvero di tutto, dal falegname al ciabattino, dal veterinario alla classe di una scuola, dal barbiere ad una vera abitazione contadina riprodotto così come era allora. L'aspetto interessante è che il museo si basa sulla logica della donazione e l'allestimento è in continua evoluzione, vale a dire che gli stessi cittadini hanno donato e continuano a donare oggetti che avevano nelle loro case, poichè hanno capito l'importanza di condividere il proprio passato con tutta la comunità e soprattutto con le nuove generazioni. Una volta finita la visita si può anche portare a casa un pezzo del museo, come i giocattoli di un tempo reinterpretati e realizzati dai nonni del paese.
Monteverde, la perla dell'Alta Irpinia
La terza tappa del nostro itinerario nella verde Irpinia ci porta fino a Monteverde, un bellissimo borgo che sorge su tre colli. Il paesino è incantevole, gli abitanti sono ospitali e la vista che si gode da lassù è meravigliosa. E' un luogo perfetto dove trascorrere una rilassante vacanza in Italia, riscoprendo la tranquillità della campagna e ricaricare la mente facendo passeggiate immersi nella natura mangiando cibi genuini. La bellezza di Monteverde ormai non è più n mistero, e non a caso da poco il centro è entrato nella lista dei borghi più belli d'Italia, meritando appieno questo titolo. Il punto più alto del borgo è costituito dal Castello, oggi in fase di restauro. L'edificio è di impianto longobardo, con interventi in epoca aragonese, passato da edificio difensivo a dimora nobiliare appartenuta a varie famiglie tra cui i Grimaldi di Monaco. Oggi proprietà del comune che sta provvedendo al suo recupero mettendo in scena una serie di iniziative culturali. Il centro storico vi riporterà indietro nel tempo, tra stradine e case costruite nella pietra arenaria locale silicea, in un intreccio tra vicoli, archi e scalinate che seguono l'andamento naturale del colle. Da visitare la cattedrale originariamente detta di Santa Maria Maggiore, ora chiesa parrocchiale, la chiesa di Santa Maria di Nazareth, la più antica del paese e la chiesa di Sant'Antonio.
E se la passeggiata nel centro storico vi ha fatto venire sete, potete sempre rinfrescarvi con una bella birra. Questo infatti è il regno delle produzioni artigianali, come quella della birra Serro Croce, prodotta da un giovane imprenditore della zona, che ha avuto il coraggio di credere nella sua terra e nelle sue passioni. Il giovane Vito Pannocchia ha trasformato una produzione di cereali che non rendeva al meglio nella produzione di una delle migliori birre crude della Campania.
Un grande evento che ha reso celebre il piccolo borgo di Monteverde è lo spettacolo dell'acqua che si tiene ogni anno in estate. Il grande spettacolo si svolge sul lago di San Pietro, i cui confini sono condivisi dai comuni di Lacedonia, Aquilonia ed appunto Monteverde. L'evento narra la storia di San Gerardo con giochi di luce, colori e musiche che rendono l'ambiente ancor più suggestivo ed incantato conducendo il pubblico in un viaggio sensoriale emozionante. Il richiamo di questo evento ogni anno porta tantissimi turisti a visitare l'Irpinia.
Lacedonia, un balcone sull'infinito
Un'ultima tappa della nostra visita in Irpinia è Lacedonia, un abitato che domina la valle attraversata dal fiume Osento. Questa zona è molto bella dal punto di vista paesaggistico con distese di campi coltivati con i cerali che conducono lo sguardo fino alla Lucania. Anche questa cittadina ha subito i danni provocati dal terribile terremoto del 1930, ma ha saputo rialzarsi recuperando il suo passato ed inventandosi un nuovo futuro. Il paesaggio che si ammira arrivando a Lacedonia è di una bellezza disarmante, distese di verde nel silenzio dell'ambiente circostante sono interrotte solo dal passaggio dei falchi e dalle pale eoliche che ormai sono diventate parte integrante del paesaggio. Il centro storico ha mantenuto il suo impianto urbano rinascimentale e sono ancora visibili ampi tratti delle antiche mura difensive e delle porte d'ingresso che davano accesso alla città. Anche Lacedonia possiede il suo Castello del quale però rimangono in piedi solo una delle torri ed una parte del corpo della fabbrica. Da visitare la Cattedrale, sede vescovile dal 1059, costruita nel XVI secolo e ampliata tra il Seicento e il Settecento, oggi anche sede del museo Diocesano all'interno del quale si trova il posso di San Gerardo Majella, legato aduna vicenda miracolosa. Notevoli sono anche la Chiesa di S.Maria Cancellata e la Chiesa di S. Maria della Consolazione con belle facciate e memorie artistiche settecentesche.
Nella zona di Lacedonia è possibile prendere parte ad escursioni che vi porteranno a contatto diretto con una natura ancora incontaminata ammirando panorami incredibili che si perdono tra Lucania, Irpinia e Puglia. Visitare l'irpinia e scoprire ogni angolo del piccolo borgo è un'esperienza che lascia il segno. Attraversare monti, pianure, laghi e fiumi immersi in una natura che riempie l'anima ed il cuore. Anche qui, come nel resto della verde Irpinia si respira aria salubre e si mangiano cibi buoni, come il caciocavallo, prodotto tipico della zona. Nelle cascine di Lacedonia questo formaggio viene ancora prodotto come una volta, per averne una prova potete far visita alla famiglia Gargano e fare una chiacchierata con zio Mario, il capostipite.
Cosa fare in Irpinia: le città itineranti ed il cibo buono
Tra i 10 motivi per trascorrere una vacanza in Italia, quello che più richiama l'attenzione e ci fa venire l'acquolina in bocca è il cibo. Si sa, in Italia si mangia bene e chi visita il nostro paese non può andare via senza portare con se qualche prodotto che ha gustato e forse non ritroverà in nessun altro posto del mondo. L'Alta Irpinia è una zona che regala emozioni forti in tema di cibo, se andate a visitarla, mettete per qualche giorno la dieta da parte e lasciatevi trasportare dalle bontà che questa fertile terra dona, di sicuro non potrete resistere. La cucina qui è semplice e genuina, ma capace di far rivivere gli odori e i sapori di un tempo. Tra i prodotti tipici di questa zona c'è il caciocavallo, insieme ad altri prodotti caseari. A Monteverde, come abbiamo già sottolineato in precedenza si produce un'ottima birra (www.serrocroce.it). Altra produzione tipica della zona è il baccalà, anche se i borghi non si trovano direttamente sul mare, il consumo di questo prodotto non deve stupire, infatti rientra nella cucina povera di un popolo che ha dovuto arrangiarsi per far fronte alle difficoltà che lo hanno colpito.
Per un popolo che deve continuamente reinventarsi non potevano mancare delle nuove sfide, l'ultima è stata lanciata dal sindaco di Aquilonia che ha voluto riscoprire un prodotto prelibato legato alla storia di tutti gli aquiloniesi: la Currescc r cucozza. Questa zucca viene fatta essiccare al sole e poi preparata in tante squisite ricette. Anche la pasta prodotta in Alta Irpinia è molto buona, un esempio è la pasta biologica artigianale Senatore Cappelli prodotta con semola di grano duro. Durante i lauti pasti che farete durante la vostra visita in Irpinia immancabile su ogni tavola sarà il vino. In questa zona si trovano tre perle dell’enologia nazionale: il vino rosso Docg, il Taurasi che accompagna piatti robusti e formaggi, e i due vini bianchi Docg, il Greco di Tufo e il Fiano di Avellino, dai sapori freschi e leggeri.
In una terra così ricca non potevano mancare sagre ed eventi che celebrano la bellezza e la ricchezza di questi luoghi. Quest'estate andrà in scena uno spettacolo unico al mondo dal nome "Le città itineranti . Percorsi e identità" (di seguito il programma). L'idea di questo progetto che durerà per ben tre mesi è partita dalla volontà da parte dei paesi dell'Alta Irpinia di riscoprire la propria identità puntando sulla propria storia. Bisaccia, Aquilonia, Monteverde e Lacedonia, i quattro borghi protagonisti del nostro itinerario, hanno creato un'associazione di scopo per la pianificazione di questo progetto, che vede la direzione artistica di Gianpiero Francese e quella di Dario Bavaro per l'evento di Monteverde oltre che all'impegno del progettista Donato Tartaglia e del responsabile del procedimento Giuseppe Calabrese. I quattro comuni della verde Irpinia esprimono quattro pagine di storie differenti, che unite insieme costituiranno un percorso tra leggende, musiche e racconti emozionanti e suggestivi. A Bisaccia il protagonista sarà il castello, con narrazioni e la storia della principessa ed il suo popolo. A Lacedonia, invece sarà rievocata la terza guerra sannitica, mentre Monteverde, il borgo più bello d'Italia, diventerà animato con eventi multimediali e teatrali. Infine il borgo di Aquilonia farà rivivere la sua quercia secolare con uno spettacolo presso la Badia di San Vito.
Programma città itineranti
– 1/2/3/4 maggio ore 21:00 – La principessa e il suo popolo (Bisaccia- centro storico, Castello Ducale)
– 7 giugno ore 10:00 e 14:30 – Sulle tracce dell'Appia Antica… (Lacedonia – Nuova Sala Polifunzionale)
– 8 giugno ore 11:00 – inaugurazione Mostra Le città itineranti (Aquilonia – Museo delle Città Itineranti)
– 14/22 giugno ore 21:00 – Sanniti, la primavera di un popolo (Lacedonia, Valle del Calaggio, Casone Montevaccaro)
– 1/8/15/22 agosto ore 21:00 – In Volo, lungo il cammino dell'itineranza (Monteverde, Centro Storico, Castello Baronale)
– 2/3/9/10/16/17/23/24 agosto ore 21:00 – Il segreto della grande quercia (Aquilonia, Badia di San Vito)
Come arrivare
Per raggiungere l'Alta Irpinia ci sono tanti percorsi alternativi. Si può utilizzare l'Autostrada A16 Napoli – Bari, uscendo proprio al casello di Lacedonia. Da qui si possono raggiungere agevolmente gli altri paesi che si trovano a pochi chilometri di distanza. Per esempio per raggiungere Bisaccia bisogna imboccare la strada parallela al Vallone Isca che conduce direttamente al borgo. Strada alternativa è quella del Fondovalle Ufita, che arriva quasi ai piedi di Bisaccia, o ancora, è possibile raggiungere i paesi della Baronia e, da Vallata, imboccare la SS 91 e poi la SS 303. In alternativa la zona dell'Alta Irpinia si può raggiungere in treno, ma la stazione più vicina è quella di Calitri-Pescopagano sulla linea Avellino – Rocchetta Sant'Antonio. La zona è collegata anche con autobus, i mezzi infatti partono da Avellino con corse giornaliere. Ci sono anche degli autobus che partono da alcune regioni del centro italia, ma negli ultimi anni stanno lentamente diminuendo le corse. Sempre attivo è il collegamento su gomma quello che da Foggia arriva fino ad Avellino.
Dove dormire e mangiare
L'Irpinia è la terra dell'accoglienza e dell'ospitalità. In questa zona si trovano agriturismi, bed and breakfast nei centri storici, ma anche eleganti alberghi, dimore storiche ed ospitalità diffusa nei borghi. L'irpinia dispone di un'offerta turistica abbastanza ampia e variegata con sistemazioni per tutte le tasche. Tra gli alberghi c'è il Gronki hotel ristorante, una struttura che si trova ad Aquilonia e che offre anche un'ottima cucina. Soggiornare qui è un po' come essere in famiglia e costituisce un buon punto di partenza per andare ad esplorare gli altri borghi dell'Alta Irpinia. Altra struttura che si trova sempre ad Aquilonia è Lo Smeraldo, un hotel ristorante dotato di sauna e palestra. Il posto è molto tranquillo ed il cibo una vera garanzia di qualità. Una stanza costa sui 60 euro a coppia per notte con colazione.
Per quanto riguarda il cibo, di sicuro non mancano locande, trattorie e ristoranti rinomati, che hanno saputo coniugare passione, esperienza ed innovazione nelle loro ricette. Una di queste è il Grillo d'oro, che si trova in località Bisaccia. Un locale molto accogliente anche grazie alla simpatia dei proprietari che preparano per lo più un cibo casareccio cucinato seguendo la tradizione. Il prezzo è nella media e la qualità del cibo ottima.